Genoa che propone a Milano il solito gioco targato-Gila, ovvero 4-5-1 con possesso palla sterile e a tratti rischioso nella nostra metà campo.
Dopo un inizio in cui sembriamo abbastanza in controllo, nonostante un Milan non certo trascendentale (numerose le assenze per i padroni di casa con parte dello spogliatoio in rotta con Fonseca), i ragazzi in maglia bianca da trasferta giochicchiano con i soliti passaggi all’indietro che invitano i rossoneri in attacco.
E qui l’inerzia cambia perché siamo sempre più timorosi ed imprecisi e finiamo dopo un quarto d’ora per rintanarci nell’area di rigore col solito schema Leali-Bani-Vogliacco-Badelj-Leali.
Il primo tempo finisce così, 0-0, con il Milan che colleziona angoli, prova qualche conclusione insidiosa da fuori e tiene palla nella nostra parte di campo, mentre il Genoa non arriva neanche una volta dalle parti di Maignan.
Seconda frazione che si apre subito con un miracolo di Leali su colpo di testa di Emerson Royal e canovaccio che non cambia con tutto il Genoa (a parte Pinamonti) dietro la linea del fraseggio rossonero. Da segnalare l’ingresso di Sabelli (pupillo di Piero) al posto dell’ammonito Vogliacco.
A parte un paio di contropiede non gestiti bene da Badelj e Frendrup, restiamo guardinghi e improntati ad una gestione difensiva dello 0-0.
Genoa che addormenta la partita e potrebbe gestire meglio un paio di ripartenze con Thorsby e Zanoli, ma ad un quarto d’ora dalla fine l’ennesimo fraseggio della nostra linea difensiva innesca Morata che a tu per tu con Leali spara sulla traversa.
Concludiamo con qualche timido tentativo e poi restiamo aggrappati coi denti e con le unghie a questo punto molto importante, anche in virtù dei risultati delle dirette concorrenti.
Posso capire chi vorrebbe un gioco più propositivo, ma Gila è questo e ormai sembra difficile aspettarsi verticalizzazioni, triangoli e gioco in profondità.
C’è chi ipotizza un possibile arrivo di Vieira: vedremo se il francese ci proporrà qualche novità e
un gioco più divertente e - soprattutto- con qualche verticalizzazione.
Vedremo chi arriverà in panchina se riuscirà ad avere, almeno ogni tanto, 2/3 uomini sopra la linea della palla e ad inventare soluzioni per creare superiorità nella metà campo avversaria.
Per ora prendiamoci questo brodino contro un Milan che chiude fischiatissimo e contestato.
Il peggiore: Miretti (davvero leggero e sempre con passo compassato).
I migliori: Leali, Martin, Bani, Frendrup, Zanoli, Thorsby.