Bortolazzi
È normale, nelle relazioni, idealizzare l’oggetto dell’affetto. Il processo psicologico in questione è definito “idealizzazione” che può essere sia positiva che negativa e, a seconda dei casi, diventare patologica.
Nell’innamoramento, ad esempio, sono attribuite alla persona amata qualità esagerate, vedendola in luce estremamente positiva e ignorando o minimizzando i suoi difetti e le sue imperfezioni.
Freud descriveva l’idealizzazione in termini di proiezione dei propri desideri e bisogni insoddisfatti sull’altro. Mantenere un’immagine positiva, o negativa, creando un immagine idealizzata spesso distante dalla vera natura della persona, può servire a evitare sentimenti di angoscia e frustrazione. Ma il movente è la soddisfazione di bisogni emotivi propri, assolutamente non attribuibile all’oggetto idealizzato ma a se stessi.
Vedere l’altro in maniera eccessivamente positiva o negativa, ignorando i difetti oppure le qualità positive porta a una visione distorta della relazione, creando aspettative irrealistiche.
Quando questa percezione diventa pervasiva e rigida, l’idealizzazione diventa patologica e le conseguenze, per chi la prova, sono vulnerabilità, delusione e disincanto: sentimenti di insicurezza e bassa autostima e nel costruire relazioni sane.
Sono convinto che troppi, qui sopra, siano affetti da questa patologia (alcuni “campioni” sono irrecuperabili). Quindi i fatti contano un cazzo e si attribuiscono immagini oniriche ai vari soggetti che diventano caricature che si distaccano dai personaggi in questione per rappresentare sentimenti (spesso frustrazioni) da cui è impossibile scollarli.
In negativo Gilardino, Sabelli, Matturro, Ottolini ma anche Leali, Pinamonti oppure Martin mentre in positivo Blessin, Spors, Vieira oppure Frendrup. Alcuni dei positivi sono eletti in contrapposizione al negativo in questo gioco infinito delle esagerazioni immaginifiche.
Parlare di fatti, tenendo al centro il Genoa CFC, non facendosi suggestionare da illusorie idealizzazioni è esercizio complicato, foriero di alcune soddisfazioni ma, sempre più spesso, di cocenti delusioni. Perché la proiezione onirica di queste figure inventate diventa dogma e, quando ti incazzi con uno dei sacerdoti mentre predica il verbo, vieni assaltato dai fedeli.
Caro Mario, i famosi post equilibrati di cui argomenti non li leggo quando perdiamo… QdM diventa il monastero degli ideologhi che tutto giudicano e tutto sanno. La forza emotiva di cui si nutrono è la sconfitta, in grado di abbassare le difese della ragionevolezza facendo prevalere la “panza” per cui contrastare il dogma diventa improbo. Hai voglia di scrivere che Pinamonti ha fatto il suo e che è fondamentale per questa squadra se è preventivamente catalogato “Pippamonti” a prescindere (faccio un esempio ndr).
Questa roba mi infastidisce da sempre. QdM mi appare gravemente malato e lo sostengo. Scrivendo il post a cui sto rispondendo, sospetto tu la stia sottovalutando.
Mia opinione personale... spero abbia cittadinanza.