Giammi si può giocare meglio con questa rosa oggi a disposizione?
Il "giocar bene" è un concetto fluido, se non astratto. Quando le giovanili incontravano i titolari nella partitella del giovedì (ai tempi si usava così), regolarmente l'allenatore diceva: "Ragazzi, oggi avete giocato veramente bene!", ma il risultato era 11-0. Tanti (non tu, credo) fanno coincidere il giocar bene con il lanciarsi all'attacco; altri con i mille passaggini del possesso palla. Ma quando, giocando così, la squadra ne becca 3 secchi, del "giocar bene" non si ricordano più e smadonnano. Quando Helenio Herrera arrivò in Italia, con tanto di proclami meravigliosi, giocava un calcio iberico con 4 attaccanti e tanti centrocampisti/trequartisti tecnici specializzati in colpi di tacco e tunnel. Poi, quando prese imbarcate dai brocchi di Nereo Rocco ("Che vinca il migliore!", "No, sior Arbitro, speremo de no!") ebbe l'astuzia di studiare e di cambiare e costruì il contropiede più micidiale di quei tempi. Attaccare o gestire palla sono atteggiamenti propedeutici ad arrivare al gol e vincere le partite, non concetti assoluti. Un calcio d'attacco e del tutto propositivo era quello che giocavano gli inglesi fino agli anni 90, con schemi mutuati dalle lontane origini rugbistiche, ma non hanno mai vinto niente e ci sarà un perché.
La verità è che qualsiasi impostazione tattica produce risultati solo se alla base c'è un fattore che si chiama equilibrio. E il segreto dell'equilibrio si basa a sua volta su due fattori: 1. Sapere sempre dove si trovano i tuoi compagni; 2. Essere cosciente che in campo ci sono anche gli avversari, quindi prevedere come possono limitarti e come tu puoi limitarli.
Basarsi su una fase difensiva forte ha il vantaggio di evitare spesso di perdere le partite che non si riesce a vincere. Ma non esiste fase difensiva abbastanza forte se non si è in grado di rovesciare rapidamente il fronte una volta conquistata palla e portare almeno tre o quattro uomini nell'area avversaria.
In campagna acquisti tutti si illudono che i giocatori di qualità possano fare la differenza. Di nuovo si ritorna al tema dell'equilibrio. Se vuoi fare un certo tipo di gioco, come il possesso palla e gli scambi rapidi, con giocatori tecnici, devi avere una rosa di ragazzi di buona/ottima tecnica, non 4 o 5 campioni e 5 brocchi, altrimenti il tuo calcio sarà sempre un taboga fatto di lampi alternati a vaccate colossali. E se ti aviii su questa strada devi prevedere disastri notevoli fino a quando non ti dissangui per reperire tanti campioncini in grado di sostenere la qualità del gioco che proponi, altrimenti Nico Paz fa una giocata da urlo e apre un'autostrada a Mazzitelli e tutto crolla. Il Como arriverà a una quadra, come in passato c'è arrivato il Sassuolo, ma dovrà spendere ancora 130 milioni all'anno e intanto prenderà scoppole dagli operai dell'Empoli. È lo scotto da pagare se pretendi di fare quel tipo di calcio spagnoleggiante. Guardando ai risultati, impostando una fase difensiva forte e un calcio speculativo con punte che non sprecano le occasioni da gol, in media arrivi prima e spendendo meno. Con questa rosa, sia Gilardino che Vieira non ritengono di poter fare un calcio bailado. I motivi li vediamo bene. Real Madrid o Barcellona, così come il Napoli di Spalletti, non inventavano niente che già non si facesse nelle scuole di calcio. Semplicemente, se li guardi attentamente, sbagliano un passaggio ogni 20, chiudono quasi tutti i triangoli, scambiano di prima o a due tocchi con una velocità di esecuzione notevole e quando arrivano in zona gol sanno chiudere la giocata. Elementare, Watson. Il Genoa attuale non può nemmeno immaginarlo quel tipo di calcio, perché procurerebbe una serie di imbarcate imbarazzanti. Ma può provare a costruire un impianto adatto alle caratteristiche e ai limiti dei giocatori che ha. Gioca male? È un giudizio annacquato dai punti fatti e abbastanza pretestuoso. Se provi a giocar bene, vai a Firenze e ne prendi 6, voglio vedere se verrà Adamoli a spiegare che rispetto a Sheva si è fatto un passo avanti. Poi ci sarà sempre chi dice che Ballardini o Vieira hanno solo culo e che De Zerbi o Zeman sono dei maghi, tanto non c'è la controprova di ciò che faranno gli ultimi due con le rose dei primi due, con Bianchi o il fu-Caicedo prima punta. Personalmente sono anche stufo di questo tormentone sul "bel gioco". Personalmente me ne sto sul calcio verticale e su come arrivare a renderlo possibile. Nella brutta partita di ieri ho visto 70 minuti di resistenza scarponara utile per arrivare a un 424 reso sopportabile dalla stanchezza degli avversari. Do atto a Di Francesco, in questo caso astuto e quasi eroico, di aver mandato i suoi allo sbaraglio non appena Vieira ha messo in campo i 4 attaccanti. Apprezzo il suo atteggiamento, perché se stanno per giustiziarti con un colpo di pistola alla nuca è un bel gesto estetico lanciarti a mani nude contro gente armata fino ai denti anziché rimanere passivo. Ma dopo qualche minuto di assestamento, con i veneti nella nostra metà campo, il calcio verticale non ha lasciato scampo. E non dimentico che, prima, Frendrup, Martin e l'Ekubano hanno sprecato occasioni ghiotte. Forse chi recrimina per i 70 minuti di "brutto calcio" dovrebbe chiedersi se non è servito per produrre un quarto d'ora finale di calcio vincente. Perché chi fa calcio in panchina, lautamente pagato, forse vede sviluppi tattici adeguati alla rosa che chi siede in gradinata o pontifica sulla carta stampata non vede altrettanto chiaramente.