Prima di campionato del Genoa 2023/2024 in una cornice splendida: il Tempio straripante è una bolgia e la coreografia organizzata dai ragazzi è da brividi.
Contro una Fiorentina reduce da due finali consecutive (perse, ma pur sempre una finale di Coppa Italia e una di Conference League) e che imho sta facendo investimenti oculati e intelligenti, ci schieriamo con un 3-5-2 che fa storcere il naso a molti visto che (il Secolo XIX non ne sbaglia una) Biraschi viene presentato nell’11 titolare facendo sedere in panchina Vasquez con, quindi, Dragusin braccetto sinistro a piede invertito. Questo vuol dire, per chi ha giocato a calcio, perdere un tempo di gioco e limitare non solo il fraseggio difensivo, ma la costruzione dal basso. Per il resto, stessa formazione che abbiamo visto contro il Modena.
Dopo un minuto di raccoglimento per commemorare la scomparsa di Carletto Mazzone (grande uomo di calcio che non ha mai nascosto la propria simpatia per il Grifone), si comincia e per il Genoa targato 777 vuol dire rimettete ufficialmente gli artigli in Serie A.
Come recita la Nord, IL GRIFONE È TORNATO!
Sì, ma questa partita dimostra che la Serie A sarà tutto fuorché una passeggiata con questa linea difensiva e questa impostazione.
Infatti, dopo una bella giocata di Retegui che vede Martin in ritardo (e Thorsby che non segue l’azione, come purtroppo succederà per tutto il primo tempo), ecco che il karma rossoblu si concretizza dopo 6 minuti in una brutta lettura di Biraschi -proprio lui- che consente a Biraghi di insaccare di destro sotto l’incrocio. Piero ne sarà doppiamente incazzato.
Al quarto d’ora siamo sotto 2-0. Bella giocata alla Malinovsky (speriamo!) di Gonzalez e sulla ribattuta di Martinez Dragusin e Bani guardano Bonaventura insaccare.
Genoa che di fatto, dopo questo 1/2 pugilistico, esce dalla partita con reparti slegati e morale sotto ai piedi. Primo tempo che termina con i tifosi fiorentini che cantano SERIE B! dopo il 3-0 segnato da Gonzalez di testa dopo calcio d’angolo regalato da un’azione che ben riassume il Genoa di questa sera: possibile contropiede per il Grifone e Frendrup dimostra la sua mancanza di personalità fermando l’azione è ritornando indietro. Palla che arriva a Dragusin che, in difficoltà giocando a piede invertito, regala palla al contropiede di Nzola.
Prima frazione che finisce così, con la Viola che fa torello e un Grifone che ha tutto fuorché gli occhi della tigre esposti dalla Nord.
Purtroppo, quanto vaticinato da Ianna e da altri in questo spazio, si è tramutato in realtà: Genoa sempre con 9 uomini dietro la linea della palla (in realtà, vedendola dalla Gradinata Zena, sembrava poi un 5-3-2) con poche idee a parte la costruzione da dietro (castrata dalla disposizione del terzetto difensivo).
Per carità, risultato giusto, ma severo in quanto Fiorentina in gol in ogni azione creata. Però a onor del vero dobbiamo rimarcare che questa disposizione tattica ha di fatto favorito la Viola con Italiano che ha impartito una lezione a Gilardino.
Genoa che di fatto è stato irretito a metà campo dai palleggiatori avversari che controllavano la palla per poi verticalizzare improvvisamente.
Da parte nostra, invece, il lancio lungo della difesa sullo sconsolato Retegui e le azioni di un isolatissimo Albert hanno fatto il solletico alla difesa viola con nessun centrocampista mai a sostegno dei due davanti. Con questa attitudine, visto che Martin e Hefti sono apparsi molto timidi, di fatto non abbiamo mai creato né superiorità nella metà campo avversaria né quella densità necessaria per poter far male.
Seconda frazione in cui Gila, reo di aver facilitato il compito alla Fiorentina, passa al 4-4-2 con Biraschi terzino destro, Martin terzino sinistro, Hefti e Frendrup laterali a centrocampo.
Il nuovo modulo sortisce un’azione di Biraschi e Albert. Poi lo spartito non cambia con un’invenzione di Bonaventura per Mandragora che insacca di testa a difesa (e Thorsby) immobili a guardare.
D’improvviso, un lampo illumina (per così dire) Marassi: non è una torcia, ma una gran bella giocata di Biraschi (che ha beneficiato del cambio di modulo) che insacca il gol della bandiera. 1-4.
Altro cambio di modulo: 4-3-1-2 con Jagiello (subentrato a Badelj) sul mezzo-sinistro ed Ekuban (al posto di Hefti molto negativo) insieme a Retegui con Albert rifinitore. Non succede altro, salvo la passerella finale per Beltran.
Riassumendo: esordio in A che riporta tutti alla realtà di quanto ci aspetterà quest’anno. Brutto Genoa in chiara difficolta tecnico-tattica e fisicamente sempre in ritardo rispetto alla Fiorentina.
Ma attenzione: anche l’impatto con la A del primo Genoa di Gasperini fu traumatico. Ci sarà tempo e modo di rimediare. Però è necessario attuare un cambio di rotta (ovvero di modulo) e di mentalità per non ripetere gli errori visti questa sera.
Certo, con KS8 in campo sarà tutta un’altra storia e col ritorno dell’olandese volante ci auguriamo di vedere apparire nei pressi di Marassi pure Ianna per vedere all’opera i Gila boys con un altro spirito, un’altra disposizione tattica e, speriamo, altri uomini in campo.