Il tema delle partite spalmate in funzione delle esigenze televisive va distinto dalla sospensione di ieri.
Sono d'accordo con Layos e aggiungo solo che la postura della Lega, come va di moda definirla oggi, potrebbe essere meno prona alle TV e lavorare per ottenere le stesse risorse evitando la dittatura inconsulta dei broadcaster.
I tifosi non sono e non possono essere considerati un mero accessorio di uno spettacolo reso esclusivamente mediatico in maniera artata attraverso il ricatto dei proventi.
Gli slot delle 18.30 nei giorni feriali (sabato escluso) sono da abolire senza discussione mentre si potrebbe usare meglio il sabato e la domenica aggiungendo uno slot oppure, meglio, aumentando la sovrapposizione di alcune partite:
- 1. Venerdì 21:00
- 2. Sabato 15:00
- 3/4. Sabato 18:00
- 5. Sabato 20:30
- 6/7/8. Domenica 15:00
- 9. Domenica 20.30
- 10. Lunedì 21:00
Il tutto senza cambiare la formula dei campionati, rinunciare ai maledetti anticipi e posticipi e persino salvaguardando i maledetti venerdì e lunedì con le esclusive del week-end serale.
Sia chiaro che per me andrebbero cancellati i due feriali ma il fatto non si riesca nemmeno a ridurre come sopra esposto dimostra un clamoroso sopruso che pochissimo impatterebbe sulla capacità negoziale della lega e gli interessi di chicchessia.
La sospensione di ieri, pur di segno completamente diverso, trova una sua coerenza solo nella considerazione di assoluta irrilevanza dei tifosi che ancora intendono frequentare gli stadi, soprattutto in trasferta. Meglio sarebbe definirlo puro fastidio.
Da ormai trent'anni, dai primi posticipi di SKY, il calcio ha preso questa china inaccettabile: va ricordato come prima del Covid gli stadi sembravano irrimediabilmente svuotarsi e le trasferte erano ormai una scelta naif di pochissimi irriducibili.
La pandemia ha comportato una presa di coscienza della differenza tra la partecipazione reale e virtuale al calcio, come alla scuola, lavoro e molti altri fenomeni sociali, con un ritorno benaugurante della gente allo stadio. Dare per scontata questa tendenza è tanto sbagliato quanto controproducente per tutto il sistema anche perché le nuove generazioni stavano completamente abbandonando la partecipazione che per generazioni lo ha alimentato.
Non si tratta di scarsa sensibilità per il lutto o peggio di avversione nei confronti del Papa defunto (ognuno ha la sua legittima sensibilità a riguardo). Però considerare lo Sport come unica attività da sospendere in una giornata dove chi doveva muoversi lo aveva già abbondantemente fatto è gravemente depressivo per chiunque insista nel seguire, con sacrifici economici e familiari, la squadra del cuore.
Immagino cosa sarebbe successo se la serrata fosse stata applicata in altri ambiti, a partire dal turismo, fenomeno altrettanto futile, a detrimento dei legittimi interessi di operatori e Clienti.
I tifosi continuano ad essere considerati cittadini di serie z, citati soltanto per stigmatizzare comportanti sbagliati se del caso, a cui si applicano leggi liberticide senza remissione, per cui si ignorano i più elementari diritti e non si ritiene di riservare alcuna sensibilità. Nemmeno nella forma: non mi risulta ieri sia stata spesa una parola nei comunicati di sospensione per almeno citare chi ha interrotto spostamenti onerosi in periodo festivo, dispiacendosi per l'accaduto.
Se volevano rispettare il lutto insieme alle persone coinvolte, avrebbero dovuto annunciare la sospensione dei campionati nel giorno dei funerali e istituire il minuto di silenzio ieri.
L'ennesima occasione persa per trattarci da cittadini; quando sentiamo gli elogi alla TV o sottolineare l'importanza dei tifosi per il calcio non ci resta che alzare il dito medio o infilarne due in gola per vomitare.