Dormito poco, al solito. Ripenso alla partita di ieri e a molti commenti e discorsi letti o sentiti in giro. Questo è grammo, l’altro non ci dà… e ou belin qua, ou belin là.
Sono d’accordo con Acarino: la sensazione, dopo un anno, è che il Genoa sia dieci chilometri avanti rispetto all’anno scorso. Più squadra, più organizzazione, più grinta. E gli avversari più in difficoltà.
So di essere un genuota e, probabilmente, avulso da questo calcio da fighette cotonate tipo il Como di Fabregas… ma a parti invertite, con i famosi duecentocinquanta trilioni di investimenti, avrei un diavolo per capello dopo aver visto il Genoa passarmi addosso come un Caterpillar.
Le soluzioni offensive le abbiamo, e le occasioni stanno arrivando. Se invece di giudicare confrontassimo, ne stiamo costruendo ben più di pochi mesi fa nello stesso stadio – Kassa davanti al portiere e poco altro – contro un Como più scarso di quello di ieri, capace di passeggiare sopra la Lazio.
Abbiamo sbagliato l’esordio contro il Lecce a Ferragosto, ma stiamo trovando un Genoa che trascina. E quando il Genoa trascina, quando ti prende alle caviglie e ti porta via, si innesca il valore aggiunto ambientale capace a trasformarsi in identità di squadra.. Lo si era visto il turno scorso contro i Gobbi, e si è confermato ieri sera. Facce da Genoa a profusione, i due centrali, Brooke, Masini, Frendrup ma anche Ellertson (una sorpresa per me) e - mandatemi affanculo - lo stesso Colombo mi da la sensazione zittirà parecchie Cassandre. I ragazzi cresciuti da noi… mi piace!
Okkio, perché venire al Ferraris quest’anno sarà durissima per tutti. Non solo per la squadra, ma per l’ambiente. I decibel contro la Juve erano dichiarazione d’intenti. Era la Gradinata che non si sentiva da un bel pezzo…
È il Genoa che ti dice: qui non si viene a fare i fighetti, qui ti leviamo quattro denti del giudizio senza anestesia… non capirò un belino, ma questa cosa mi esalta.