edoardo777
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eccoti l'articolo completo.
Inventarsi rigori senza senso. La strana rivoluzione degli arbitri al tempo del Var
di Dario Ceccarelli
Prima di parlare della vittoria un po’ troppo sofferta dell’Inter sul Sassuolo (2-1), della frenata della Juve con il Verona e del ruggito del Milan che strapazza l’Udinese, è di rigore parlare di rigori perchè se sbagliare è umano, perseverare nell’errore diventa ridicolo. E al ridicolo, come insegnano i saggi, non c’è rimedio.
La cosa curiosa è che tutto questo accade ai tempi del Var, quindi con uno strumento che dovrebbe mettere gli arbitri nelle migliori condizioni per prendere delle decisioni sensate. Assegnare un rigore, infatti, non è una decisione irrilevante. Eppure continuano accadere cose che noi umani facciamo fatica a comprendere.
In questo turno per esempio sono stati assegnati dei penalty che neanche al calcetto al martedì. Il più surreale è stato assegnato dall’arbitro Collu al Bologna nel finale di partita con il Genoa. In una mischia, dopo un rimpallo, il pallone tocca il braccio di Carboni. Un tocco di nessuna rilevanza, impossibile da evitare perchè la palla gli carambola addosso troppo da vicino. Per evitarla, Carboni avrebbe dovuto trasformarsi in un pinguino, oppure aver le braccia legate alla schiena come un prigioniero.
Eppure, richiamato dal Var, Il signor Collu decide di assegnare un rigore al Bologna che Orsolini trasforma portando il risultato sul 2-1. “Carboni ha fatto un extra movimento” tuona urbi et orbi l’arbitro Collu lasciando in sospeso un importante dubbio esistenziale: ma che cosa sarà mai un “extra movimento”?
Un’altra perla, giustamente contestata da Tudor, in Verona-Juventus (1-1,) è quella dell’arbitro Rapuano che punisce un innocuo contatto di mano di Joao Mario su palla spiovente. Anche in questo caso la traiettoria è assolutamente imprevista e il braccio di Joao Mario quasi aderente al corpo. Eppure, dopo il Var, il signor Rapuano non ha il minimo dubbio: rigore. Perchè questi rigori assurdi? Perchè stravolgere un gioco semplice con norme senza senso?
Inter-Sassuolo (2-1). Dopo due sconfitte consecutive, la squadra di Chivu torna alla vittoria. A decidere sono Dimarco, con un rasoterra da biliardo, e un autogol dio Muhafemovic propiziato da una travolgente azione di Carlos Augusto. Una bella rete di Cheddira aggiunge un pizzico di suspense a un finale che però non cambia. Dopo il successo con l’Ajax, l’Inter si rimette in linea di galleggiamento anche in campionato. Notevole la prestazione di Pio Esposito, molto applaudito da San Siro alla sua prima da titolare al Meazza. In particolare quando in rovesciata sfiora il raddoppio. Qualcuno già maligna che, se Lautaro non si sveglia, il buon Pio gli farà le scarpe. Anzi, gli scarpini.
Udinese-Milan (0-3). Tre settimane fa, dopo la maldestra caduta con la Cremonese, il Milan sembrava ancora una squadra senza capo né coda. Ora, dopo tre vittorie di fila, qualcuno l’ha già collocata in pole position dopo Napoli e Inter. Forse abbiamo sbagliato prima, ma probabilmente sbagliamo di nuovo adesso. Con L’udinese, squadra tignosa e strutturata, il Milan ha davvero fatto il diavolo a quattro. Solido in difesa, dominante a centrocampo con le magie di Modric e le percussioni di Rabiot, perforante in attacco nonostante la scarsa vena realizzativa dell’elettrico Gimenez.
“Ecco la mano di Allegri”, hanno già certificato i docenti della sapienza calcistica, arrivando perfino a ipotizzare un nuovo Max in versione offensivista. Nel calcio tutto è possibile, anche che Sacchi rivaluti il catenaccio, ma forse è meglio aspettare qualche avversario più coriaceo come il Napoli (prossimo turno) e la Juventus la settimana successiva.
Verona-Juventus (1-1). Anche se capolista solitaria almeno fino a stasera, la juventus esce piuttosto male da questo affannoso pareggio dove (errori arbitrali a parte) i bianconeri non hanno fatto quasi nulla per meritarsi il successo. Una Signora un po’ sciatta, con i suoi gioielli in ombra e una fragilità difensiva poco rassicurante. Alla fine la squadra di Tudor è stata più vicina alla sconfitta che alla vittoria. E se l’ha scampata è solo perchè i veneti non sono né l’Inter né il Borussia. C’è un altro problema: se Yldiz non gira, la Juve va in affanno. Tudor ha fatto bene a lamentarsi per le stravaganze dell’arbitro Rapuano, però in questo far la voce grossa si è avvertita una vecchia arroganza da primi della classe che, speriamo, non si ripeta ogni settimana.
Lazio-Roma (0-1). Si mette male per il fumantino Sarri, al terzo ko dopo quattro partite. Non bastano un palo di Cataldi nel recupero e un’occasione sprecata da Dia per rimettere in carreggiata una Lazio francamente deprimente. Remissiva nel primo tempo, inutilmente rabbiosa nella ripresa. La Roma, invece, grazie all’ennesima rinascita di Lorenzo Pellegrini (autore anche del gol della vittoria) non solo cancella la sbandata con il Torino, ma aggancia il Milan al secondo posto. Per Gasp un derby fruttuoso, per Sarri un’altra domenica bestiale. Ma questo lunedì sarà ancora peggio.
Torino-Atalanta (0-3). E’ un campionato da Up & down, una volta su, una volta giù. Montagne russe abbastanza inspiegabili. Per l’Atalanta, che veniva dal pesantissimo 4-0 di Champions, una scintillante ripartenza che fa ben sperare per il suo futuro. E anche quello di Juric che negli ultimi cinque minuti fa entrare l’ormai perdonato Lookman. Per il Toro tre schiaffi che fanno male (Sulemana e doppietta Krstovic) e che vanificano il precedente successo con la Roma. Finale con fischi mentre i granata escono a testa bassa per lo smacco.
Fiorentina -Como (1—2). Sfida all’ultimo respiro vinta in extremis dai Lariani grazie a un sontuoso gol di Addai - ben servito da Nico Paz- arrivato al 94’ dopo un ennesimo capovolgimento di fronte. I viola, brillanti ma imprecisi nel primo tempo, non hanno capitalizzato il gol iniziale di Mandragora (6’). Il Como, nettamente più tonico nella ripresa, prima pareggia con un colpo di testa di Kempf e poi chiude il match a tempo quasi scaduto. Fischi e contestazioni, Per Pioli è il secondo stop di fila al Franchi e la curva Fiesole non gradisce. Due punti dopo 4 giornate sono un magro bottino. “Non mi aspettavo un avvio così difficile” ammette Pioli cui però la società rinnova la fiducia.
Tutt’altra musica invece per il Como di Fabregas che sale al settimo posto con 7 punti,
Cremonese-Parma (0-0). Un gran caldo e pochissime emozioni per uno sbiadito pareggio che non entrerà certo nella storia del calcio. La Cremonese, partita alla grande (vittoria a San Siro con il Milan) non punge più. Per i padroni di casa questo è infatti il secondo 0-0 consecutivo dopo quello col Verona. Certo, rimane l’imbattibilità e un quarto posto in classifica. Però qualche scricchiolio si avverte.
Bologna-Genoa ( 2-1). Alla fine la spuntano gli emiliani, ma a parte i tre punti hanno poco da festeggiare. I liguri, andati in vantaggio con Ellertsson, vengono raggiunti da Castro e poi beffati nel finale da un rigore di Orsolini che raggiunge Beppe Signori con 67 reti in A.