Partita non vinta ai rigori. Ero sicuro che Suzuki parasse perché solo un allenatore della polisportiva lo fa tirare a un corpo estraneo alla squadra, subentrato dopo mesi di lontananza, che probabilmente non conosce Suzuki e i rigori da lui parati in carriera. Questi rigori decisivi li tira chi se la sente e chi ha la bava alla bocca, non il primo che capita. Ma inutile ribadire che Vieira, nel bene e nel male, è la somma dell'arroganza francese e della superifialità calcistica inglese.
Dopo un primo tempo soporifero, in cui il Genoa per 40 minuti difende lo 0-0 con dozzine di passaggi laterali nella propria trequarti, il solo pensiero va a Zatopek e alla sua esortazione. "Iscriviamoci a un altro campionato". Chi avesse appena visto Como-Juve o, ieri, Toro-Napoli non può che pensarla così. Ma nonostante tutto, nella penosa mancanza totale di idee, di ritmo e di azioni offensive, dal buco nero il Genoa cava una paratina di Suzuki e una preziosa quanto ingenua espulsione, che dovrebbe avere l'effetto di garantire almeno il pareggio senza reti, oltre alla speranza di segnare in qualche imprevedibile modo. L'intervallo consentirà a Vasquez di confessare i compagni senza dovere percorrere metri e metri di campo per parlare all'orecchio degli attaccanti e dei centrocampisti. Causa assenza per la nazionale, probabilmente doveva aggiornarli sulla trama delle telenovelas trasmesse in anteprima in Messico.
Detto che l'arbitro Sozza per ora è stato un simpatico amico, vediamo cosa succede in un secondo tempo che si annuncia scoppiettante. Ci credete?
Vieira inserisce Carboni togliendo Sabelli. Dato che normalmente si gioca in 22, poteva provare ad aggiungere Carboni senza togliere nessuno, ma è noto che lo zio Tom non ha il dono della creatività.
Con l'ingresso di Carboni aumenta la qualità dei passaggi... indietro. Ma dopo la mezzora il Genoa si scuote, cambia ritmo e crea un paio di occasioni. Poi comincia il caleidoscopio delle sostituzioni, con tutti gli attaccanti che salgono sull'autobus affollato. Peccato che non ci sia più Balotelli, avrebbe avuto anche lui un'occasione, magari al posto di Leali. Colombo, Ekhator, Venturino, Carboni, Cornet, chi più ne ha più ne metta. Dilettanti allo sbaraglio. La vera grande occasione è il colpo di testa di Ekhator sotto la Nord, con una splendida risposta di Suzuki, che segue l'inerzia del cross e ci arriva. E alla fine il rigore caduto dal cielo del dio del calcio, quasi un pietoso omaggio all'incapacità di segnare nonostante la mole di lavoro senza creatività né luce. E lo va a tirare uno che passava da quelle parti, l'ultimo venuto che non sa nemmeno che a Genova c'è il mare.
Iscriviamoci a un altro campionato. Sottoscrivo.