A Ridatece Pippardino!
Quando sono entrate in campo le squadre ,all'orario canonico e nel giorno di una classica partita di Serie B, sembrava di apprestarsi ad assistere ad una partita di uno dei campionati dell'Est europeo, dalle parti della Transnistria o tutt'al più di Chisinau.
Il Genoa padrone di casa è entrato sul rettangolo di gioco verde, con una orripilante divisa composta da una tuta dai colori Arlecchineschi.
Il bellissimo rosso e blu dei suoi colori mischiati ad un giallo paglierino , con anche un tocco di bianco che c'entrava come il cacio sugli spaghetti alle vongole.
Sembrava uno di quei capi di abbigliamento che molti cittadini dell'Est Europa indossano quando vengono nel molto presunto Occidente, cercando di essere al pari dei tempi e della moda italiana, per apparire e non essere un connazionale di Lilin o di un qualsiasi Florin Monteanu.
La squadra ospite non era da meno, in quanto sembrava nel suo giallo canarino con risvolti blu, una squadra ucraina dalle parti di Odessa durante una pausa dei bombardamenti russi.
E difatti il primo a risentirne è stato Malinovsky che vedendosi di fronte divise gialle come quelle della sua nazionale, gli è parso subito di giocare contro i suoi connazionali, non regalando palla agli avversari ma non imbroccandone una nemmeno tra i suoi compagni di squadra, i quali almeno si erano tolti di dosso quell'obbrobrio di tuta, per far spazio ad una maglietta classica seppur infarcita dalla pubblicità di luce e gas come un banchetto in un centro commerciale.
Il povero Ruslan per tutta la partita fino alla inevitabile sostituzione, ha cercato disperatamente un suo compagno, tal Yermak il quale e se ne è reso conto solo alla fine al ritorno negli spogliatoi , di non essere nell'undici base avversario , di non essere mai entrato nemmeno nella lista dell'arbitro e di fatto resosi irreperibile .
Chissà con chi lo ha confuso e se lo sta cercando ancora ora.
Al coro facile quanto jellatorio di "Must to Win" , cantato tre volte nelle prime quattro chiamate come se fossimo la Gradinata del Cittadella,, il Genoa è entrato in campo imballato come la Ferrari ai tempi di Binotto.
Il suo condottiero al contrario, abituato a ben altri palcoscenici , ha fatto il suo ingresso in campo in una impeccabile divisa blu con stemma rossa del Grifone, per il suo debutto a Marassi.
Lui abituato da sempre sotto lo sguardo attento della nonna di Florenzi , Gaia Tortora a volte Massimo D'alema quando non va alle parate militari in Cina, e a tal damiano, sembrava un attore romano al festival del Cinema della Capitale,a presentare un film che nessuna vedrà .
Giocando in casa ovviamente Colombao ha optato per il cerchietto bianco, che sembra reggere meglio alle sventagliate di vento nel catino di Marassi.
Se avese usato quello nero, il tiro che aveva precisamente indirizzato sotto il braccio di Montipò , sarebbe stato respinto dai guantoni del portiere ucraino, pardon veronese,
Non da meno il suo compagno di reparto, Vitinhao, un giocatore a cui è stata affidata la maglia numero 9, in onore dei suoi illustri predecessori:
Galabinov e Zaniolo.
Il Portogallo si sa è una terra di eccellenti giocatori di calcio, buoni palleggiatori, ottimi centrocampisti, un pò meno portieri e centravanti.
Ebbene per tenere fede a questa nomea , Vitinhao da Braga, non si capisce come mai non ne abbia seguito le orme essendo di fatto la classica eccezione che conferma la regola.
Il suo pezzo forte quando vede mezzo metro di campo libero, è lanciarsi all'inseguimento del pallone che lui stesso ha lanciato in profondità, e come ai tempi dei nostri campetti, che crediamo siano pure in lusitania, lui corre più veloce della palla, la supera in profondità fino a dimenticarsela indietro.
Se è questo il pezzo forte di Vitinha la domenica allo stadio, non fa differenza tra casa e trasferta, non osiamo immaginare cosa possa fare il giovedì in partitella.
Raccoglierà almeno i cinesini a fine allenamento?
Un giocatore come si suol dire, che ha il prezzo del cartellino attaccato alla maglietta come da Primark, solo che c'è scritto Incedibile, in quanto il prezzo non è stato mai fissato.
Un Paulo Roberto Cotechino in arte Alvaro Vitali che Ddr dovrebbe conoscere molto bene.
Ddr appunto , chiamato al capezzale del Grifone, ha rifiutato numerose richieste provenienti da non meglio conosciute società, intende salvare il Genoa e rilanciare se stesso nel grande valzer delle panchine, dopo le fattive esperienze di Ferrara, della sua Magica , fino all'esonero guarda caso al Ferraris , dove si rese protagonista di un paio di sostituzioni fatali e decisive per il suo esonero.
Insomma il buon Daniele da Ostia è venuto al Genoa come colui che si presenta ai concorsi statali, non per superarli ma per fare punteggio.
Oppure se proprio vogliamo essere magnanimi, è stato scelto dalla lungimirante e facoltosa proprietà del Rapid Genoa, come quando ti rechi alla Coop il lunedi sera alle 5 e allo scaffale del sottocosto, prendi l'offerta al 50% con scadenza sei ore dopo.
E al momento ci sta pure riuscendo portando in dote 4 punti frutto di una uscita a farfalla di Caprile a Cagliari , di un colpo di testa di Giovane che se fosse stato meno tale, non avrebbe fatto gridare allo scandalo per i veronesi del fu Elkjaer e Fanna.
E della partita di calcio, di campionato di serie A. mica Eccellenza cosa dire?
Sono arrivati tre punti come quando vai al pronto soccorso dopo non esserti reso conto che hai aperto lo sportello della credenza mentre guardavi Leila George in Disclaimer, e che quello visto a Marassi non era calcio ma football australiano , inframezzate da alzate di pallavolo, touche rugbistiche , disco golf e una spruzzatina di Nfl .
"Finché la barca va lasciala andare" canta Orietta Berti e i poveri abbonati del Grifone , tra un cerchietto che cade a terra, una tuta multicolor, e un Daje "Mercà", se lo fanno bastare e vanno avanti non sapendo che su quella panchina che fu di Bagnoli e Scoglio, non è cambiato nulla.
Almeno prima c'era Pippardino con il suo determinare cantato in tutte le versioni e in tutti gli spogliatoi di Italia.
Ed è con questo dubbio che si sono avviati verso casa, con tre punti in saccoccia appena prima di comprarsi un euro , non di più, di focaccia al formaggio.
Ianna