E così mi vedo comparire davanti quel personaggo che, in Palombella Rossa, ripete "Quanti ricordi, Michele". Atalanta-Genoa 4-0 e la mente va a quell'entusiasmo massacrato di una trentina (?) di anni fa quando dopo un mirabolante 3-0 all'andata, con Federico Giampaolo e la sua chierica sugli scudi, ci toccò l'immancabile eliminazione: 4-0, come oggi, al ritorno. Quanti ricordi, la Coppa Italia, quanti ricordi...
Pensare che tutto si era disposto a meraviglia. Rientro in orario, spazio per vedere in tranquillità 60 minuti buoni di partita, con moglie fuori e bimbi dormienti. Avrei dovuto sospettare la fregatura.
Subito mi inquadrano la faccia di Raffaele Palladino e ci metto ben più di un attimo a capire che sì quello è botulino e che no quello non è "Uomini e Donne". Poi, bontà loro, inquadrano pure De Rossi, che con quella giacca lì no non è Chef Rubio, e no non è "Camionisti in trattoria".
Pronti-via arrembiamo, sono gasato, i telecronisti gonfiano il mio ego. Comincio a pensare ("quanti ricordi...") che stavolta è la volta buona... Anche perché sono ben 34 anni che non arriviamo ai quarti, un ritardo da giocarsi subito sulla ruota di Genova!
E invece, toulì (faccio economia dei toulì perché ce ne hanno dato troppo pochi e uno in più potrebbe essere fatale, ma qui lo spendo), fuoco di fila di bizzarrie. C'è un terzino-centrale che non tiene la linea gol, c'è un terzino-centrale che non tiene la linea rosso, c'è un terzino centrale che non tiene la linea quasi gol. Insomma c'è un centrino terzale che gioca fuori ruolo a un gioco di ruolo in cui il suo personaggio nasce spacciato, per volontà suprema del Master.
Ripongo in un cassetto i miei ricordi, ma non la mia genoanità. Pertanto approccio l'intervallo sognando Il pareggio, la parità numerica e la vittoria ai rigori. Inizia il secondo tempo, ripongo in un cassetto il genoano dreamer e tiro fuori quello catastrofista, al secondo gol tiro fuori pure l'abaco e la frusta flagellante.
Insomma sono sereno, sono quasi sereno. Facciamo che sono