edoardo777
Dopo sei anni di VAR penso si possa fare un bilancio senza riferirsi a singole partite o episodi perché, diversamente, perdiamo la prospettiva e non ne usciremo mai.
La tecnologia ha eliminato gli errori sui gol fantasma ed il 99% sul fuorigioco: tantissima roba per chi, come qui sopra, ha visto quaranta e più anni di calcio e di “scandali” arbitrali.
Il VAR non potrà mai eliminare del tutto la soggettività di alcune interpretazioni quali l’intensità di una spinta, tirata di maglia e tocco di mano. In questo caso la cosa grave non è tanto l’errore ma la pervicace intenzione di prescindere dalla dinamica del gioco, principalmente da parte dei commentatori anche tecnici se ci riferiamo ad alcuni arbitri o ex.
Inoltre non è risolvibile completamente il tema dei falli in zone di campo non direttamente interessate dall’azione o in momenti diversi rispetto al gol.
In questi casi il VAR risolve il 90% degli episodi clamorosi ma introduce alcune problematiche difficili da digerire per i puristi del gioco. La principale è appunto il tocco di mano: alcune situazioni senza cambio di traiettoria, le cosiddette “auto-giocate” oppure i polpastrelli sfrondati visti più volte e citati da Edo, sono “falli” televisivi per i quali in passato nemmeno si sarebbe protestato. Lo stesso vale per le maglie allungate senza che, oggettivamente, la “vittima” subisca un ostacolo reale a disturbare equilibrio o possibilità di raggiungere la palla.
Lo scambio tra la diminuzione significativa degli episodi clamorosi ed una parziale modifica della natura del gioco è congruo?
La risposta è opinabile e ritengo legittime entrambe le viste. È sempre stato un tema culturale e la dimostrazione non può essere legata alla persistenza delle polemiche. A maggior ragione in Italia perchè sono il primo a vedere sempre il marcio anche dove non c’è, tanto sono influenzato dal vissuto e dal nostro modo di interpretare (non accettandoli fondamentalmente) gli errori connaturati al gioco.
Con uno sforzo sovrumano di razionalità propendo per la bontà della scelta tecnologica nella speranza che gli anni migliorino ulteriormente, consapevole mai risolveranno del tutto, le interpretazioni.
Con un paio di note:
in primo luogo il tempo di recupero. Dopo il fuorigioco (ci torno dopo) e il gol fantasma è il terzo elemento oggettivo che può essere definitivamente risolto attraverso il tempo effettivo. Sessanta minuti di gioco fermando il cronometro per qualsiasi interruzione, stop. In caso di punizione dal limite regola del rigore (o entra o finisce) e di calcio d’angolo, fine dell’azione.
Abdicato al romanticismo e introdotta la tecnologia non ha più senso il recupero soggettivo. Tra l’altro con i ridicoli tentativi di stabilire tempi standard su sostituzioni e VAR quando poi si vedono dieci minuti di recupero oppure tre in situazioni analoghe con ulteriori fantasiosi tentativi di applicazione del tempo effettivo nei recuperi che rappresentano una contraddizione in termini.
In seconda istanza il fuorigioco: ci siamo quasi, benissimo le linee, le tirino però a trenta centimetri dall’ultima protuberanza del difensore per evitare quei vantaggi virtuali (inesistenti) del tacchetto avanti o di mezza spalla che non avvantaggiano nessuno e comportano l’annullamento di gol regolarissimi nello spirito del gioco.
Per concludere, se qualcuno pensa di eliminare completamente gli episodi dubbi in tutte le fattispecie, la possibilità colposa o dolosa di operare arbitraggi di parte se riferiti al metro di giudizio sui falli a centrocampo o la gestione dei cartellini in una direzione o nell’altra, quindi di tacere le polemiche (fonte di appeal mediatico quindi di guadagno soprattutto nei paesi latini), cambi sport.
PS: tolto il gusto perverso di contestare e imprecare verso l’arbitro vi piacerebbe davvero vedere una partita?