Rude81
Grazie Rude,
tornando da lavoro, in auto, ero sintonizzato su una radio sportiva (mi pare “serie A con RDS”). Intervistavano un altro “re” del mercato, il mitico ex-DS di Lotito il quale commentava la situazione Milinkovič Savič, quello buono, e la presunta nostalgia del soggetto per l’Europa in quanto “ostaggio” del suo lauto contratto da 20 pali l’anno.
Non è tanto cosa diceva Igli Tare, “succede anche ai sudamericani in Italia, devono ambientarsi, c’è un piano di investimenti al 2034” ma il tono, il sotteso… insomma ogni volta che li sento ho un’irresistibile repulsione cogliendo malcelato fastidio e falsità nei confronti di qualsiasi cosa non sia mero interesse economico. Tra l’altro sono ignoranti come delle scarpe e, dal momento che non tirano più roncolate a un pallone ma gestiscono, non si capisce a che titolo lo fanno… anzi si capisce benissimo, gestiscono come i bravi di Don Rodrigo con la legge del taglione.
Premesso che possono pure asciugare di petrolio l’intera eurasia ma la cultura calcistica europea fatta di centocinquantanni di storia, eredità di campanili medioevali e senso di appartenenza di intere comunità non riusciranno a comprarla mai, dobbiamo finirla di incensare questa gente.
La Corte di giustizia (?) Europea e il maledetto lodo Bosman - senza contare il recente pronunciamento sull’approvazione preventiva delle competizioni per club di cui NON PARLIAMO MAI, preferendo andare dietro alle mestruazioni di queste meretrici invece di riflettere sull’autostrada per le “super Champions” in grado di minacciare il Genoa nella sua stessa sopravvivenza - hanno generato un sistema di totale deregulation cucito su misura per i grandi club, stimolando il legittimo (ma vomitevole tanto è esagerato) interesse al guadagno dei singoli ma a discapito del sistema.
Un modello in perdita strutturale che si regge unicamente sulla volontà di prevaricazione per vincere “ad ogni costo” in barba a qualsiasi regola di buon senso. Tanto da far apparire i cowboys come una sorta di politburo solo perché capaci di regolamentare lo strapotere dei giocatori al fine di premiare l’ appetibilità del torneo nel loro stesso interesse.
I “mercatari” per quanto disgustosi, sono la conseguenza di una barca storta destinata alla deriva e non la causa ma rappresentano, a mio avviso, una vergogna per i tifosi dal momento in cui vengono idolatrati.
Lo striscione capolavoro di domenica “in questo calcio alla deriva, solo applausi a Gigi Riva” merita profonda riflessione e, personalmente, mi inchino a chi lo ha coniato anche se purtroppo rischia di passare al dimenticatoio schiacciato dalla retorica di qualche imbonitore prezzolato e di noi, poveri idioti, a cambiare canale in ansia per le mestruazioni di Gudmunsson (che se, fosse vero ndr, dopo sei mesi buoni a quasi 27 anni vuole andare subito che vada a fare in culo pure lui nella speranza, vana, lo leghino a Pegli buttando via la chiave del lucchetto).
Quindici giorni di mercato all’anno, ripartizione proporzionale dei diritti, salary cap e luxury tax salatissima per chi sfora… che vadano tutti in Arabia Saudita a succhiare il cazzo ai barbetta, con il pubblico corroborato dai cammelli e le fighissime consorti agghindate col burka se non gli sta bene. Poi vedremo cosa si inventerà la Corte di giustizia per tutelare questo scempio.
A ri-fanculo