mashiro
Avevamo detto con largo anticipo che contro questa Roma si poteva fare risultato. Ed è successo.
Gilardino ha sempre la faccia di uno che dorme poco e probbilmente digerisce male. Ha passato molte ore seduto sui carboni ardenti ed ha capito che ci voleva un colpo di vita. Per molti il colpo di vita è una striscia di polvere e una notte pazza, da un locale di sballo a un altro. Il colpo di vita di Gilardino è qualcosa tipo rimorchiare una delle ragazze moldave a bordo strada, vicino ai copertoni accesi. Infatti, tradotto calcisticamente, l'esordio di Matturro. Ma sia chiaro: non Matturro che fa il Matturro, ma un Matturro frenato e condizionato a non pardere la posizione, non salire, non osare, quel modo tutto italiano di insegnare a ragazzo di 20 anni con grandi qualità come non diventare un ottimo calciatore. Frendrup sta ancora provando a togliersi di dosso queste pastoie inculcate dai sapienti del pallone. Entra in campo un Genoa aggressivo, che pressa alto e che lotta su tutti i palloni. Difatti arriva il gol di Albert. Poi, come sempre, la squadra si abbassa, sia pure mantenendo un piglio battagliero e subisce il pareggio su un'inaspettata distrazione di Strootman. Dopo Badelj si fa male anche l'olandese. E in questo momento Gilardino per un momento ha l'occasione per concedersi un altro colpo di vita. Fare entrare Messias o Malinovsky e varare quel 343 (o 4231) per cui la rosa sembra concepita. Certi infortuni fortunati cambiano una squadra e fanno decollare una carriera, come quando per infortuni Gasperini fece esordire Thiago Motta, che altrimetni avrebbe passato ancora parecchie settimane in panchina a studiare il Corano di Grugliasco. Ma il bravo ragazzo di Biella sta ancora tremando all'idea di dover confessare al parroco di essere andato a troie, come potrebbe gestire il peso di altri peccati? Così, dopo Thorsby, manda in campo Kutlu, mantenendo invariato lo schema di partenza. I due subentrati si distinguono. Il turco, che becca una gomitata da arancione di Mancini, si incazza e martella tutti quelli che gli arrivano a tiro. E non si calma nemmeno quando si becca una seconda gomitata. Il norvegese dimostra che, sia pur con scarsa qualità, possiede quel che manca a questo Genoa: l'inserimento. Si inserisce nell'azione del secondo gol, in altre due o tre circostanze nel secondo tempo, segna e nel finale, sul cross di Frendrup finalizzato da Messias, fa 30 metri di corsa forsennata per arrivare con una frazione di secondo di ritardo a correggere in rete. Per chi valuta solo i dribbling e gli stop non sarà sembrata una prestazione eccezionale, la sua, ma per chi vede anche l'apporto agli schemi il Thorsby di oggi era quello che mancava. Poi c'à Albert che, dopo il raffinatissimo gol, illumina il finale del primo tempo con un'azione che, se fosse stata fatta da una stella del Barcellona o del PSG, circolerebbe per le TV di tutto il mondo. Grande e misurato tocco di Thorsby per Reteghi e conclusione eccezionale dell'argentino, che in una frazione di secondo stoppa la palla e la colpisce prima che tocchi terra, fulminando il portiere della Roma. Nel secondo tempo si torna all'antico. I ragazzi si abbassano troppo e rischiano di subire l'inevitabile gol per eccesso di affollamento ai limiti dell'area, Per fortuna il gol lo bccano in fuorigioco, ma il pareggio della Roma sembra maturo. Quando c'è un angolo per noi, dico a mio figlio che se non segna subito Dragusin di testa finisce che la Roma pareggia. Dragusin non segna ma fa segnare Thorsby e fine della storia. Rinfrancato dal vantaggio, Gila sostituisce il dolorante Matturro con Messias, che segna pure all'esordio raccogliendo un bel traversone di Frendrup. Grande entusiasmo generale, fatta eccezione per Gilardino, che ha sempre la faccia di quello che il 4-1 lo ha subito.
Bravi tutti, da Martinez (anche oggi un rinvio da brivido) fino all'ultimo subentrato. Ma calma e gesso. Vedremo se ci sarà un cambio di modulo e di passo. Stasera giusto festeggiare, ma tenendo presente che, con una frazione di grinta e di fortuna in meno, il 4-1 poteva essere un 2-2. Rimane la consapevolezza che azioni come quelle dei primi due gol sono da squadra di classe e sarebbe un peccato impostare partite che non offrono agli attaccanti simili opportunità.
Il prossimo colpo di vita di Gilardino magari sarà più trasgressivo.