mashiro
La Premier League è l’esempio (parziale) di quello che il calcio potrebbe essere ma non è… al di là delle cifre totali (l’ultima della Premier ricava di più della prima in A) le differenze sono abissali: in Albione la prima prende il 20% in più della decima, in Italia più del doppio. Più del triplo rispetto all’ultima! In questo modo oltremanica garantiscono una competizione più fair e la supremazia del campionato nei confronti del continente.
In Italia, aggiunti gli introiti delle coppe (solo teoricamente compensabili nel medio periodo), non si possono annoverare Atalanta é Fiorentina tra le grandi. Al limite si possono aprire mini cicli dove, per una serie di meriti misti a botte di culo, puoi dare leggermente fastidio.
Hai voglia di premiare Merdarini con percentuali di rivendita (a proposito è l’unico? era così anche a Genova?), prima o poi il mercato vuol essere finanziato con risorse proprie e il divario si perpetua.
Un tempo la situazione reale non era diversa ma se una proprietà voleva competere, lo avrebbe potuto praticamente fare. Con divari inferiori le sortite erano possibili, come dimostrato dagli scudetti in Sardegna, in Veneto e pure in Liguria. Da quasi trentacinque anni, sette lustri, il nulla… la sortita diventano Roma e Napoli.
Queste, caro mio, non sono sensazioni ma dati. Ben venga la speranza dei fondi ma, se rendi irrimediabilmente anti economico vincere od addirittura qualificarti in Champions (nel senso che l’investimento cert per un risultato incerto diventa mostruoso), le speranze sono poche. Se poi alzi la testa, nel dubbio, arriva la corporazione in giallo a levarti ogni dubbio.