Davide mi aveva invitato a Genova.
C'era il derby.
"Portati la telecamera", mi disse.
La telecamera portatile è stata la vera appendice di mio Padre.
Se la portava ovunque appena poteva.
Soprattutto un giorno sulla collina di San Giusto a Trieste.
Era il suo santo preferito da bestemmiare.
Ed un giorno gli andò a chiedere perdono, non prima di aver ripreso Trieste dall'alto e San Giusto dal basso.
Quando entrai negli spogliatoi di Marassi, non sapevo che fare.
Mi sentivo come un bimbo al primo giorno di scuola.
Non sapevo dove andare e trovai rifugio appoggiandomi ad una parete di uno dei corridoi che portano all'ingresso in campo.
Sotto il mio giubbotto ben nascosto dentro una borsa, c'era la telecamera di mio padre, quelle di una volta che si usavano soprattutto per le riprese a Natale, dei compleanni dei nipoti e appunto nei rari viaggi.
Le squadre scendono in campo:
Davide sarà impegnato in chissà quali compiti di Segretario ed io come un bambino mi trovo proprio come all'uscita da scuola, senza vedere il mio papà che quella sera del derby del 2001 era Davide Scapini.
Non ricordo nulla di quel sottopassaggio, della terna arbitrale, dei raccattapalle e non sapevo quale fosse stato il mio posto da lì a poco.
Ero completamente spaesato e solo.
"Sali i gradini che la guardiamo da dietro il tabellone pubblicitario",
Era Davide e venne proprio al momento giusto, appena prima mi perdessi del tutto.
Un paio di riprese così al volo e timidamente, senza eccessi, bene attento a qualche pallonata.
E venne il gol di Mutarelli, il Genoa vinse.
Alla fine si festeggiava in campo, la Nord cantava ed esultava, abbracci in campo e sventolii di bandiere, sotto i miei occhi, solo che quella sera non ero in Gradinata come un semplice tifoso.
Riesco solo ad alzarmi da quel posto scomodo quanto ambito da chiunque, volevo esultare come un tifoso e immortalare quei momenti da cameramen improvvisato e dilettante.
Non riesco a fare ne l'uno ne l'altro.
Pietrificato dall'emozione e dalla situazione.
"Che cosa fai ancora là dietro? Prendi la telecamera e vai in campo!", mi disse Davide con tono perentorio e affettuoso allo stesso tempo.
Estrassi quel attuale cimelio con la stessa lentezza di quando ci si alza all'alba, con la stessa goffaggine di un imbranato ed entrai sommessamente in campo.
I giocatori saltellavano festanti , la Nord cantava "Chi non salta blucerchiato è", ed io in mezzo a loro, ai giocatori del Genoa, ai fotografi ,agli addetti ai lavori!
Ero appena riuscito a togliere il coperchietto nero dall'obiettivo, quando appena dopo un paio di minuti, non di più di chissà quali e ondeggianti riprese come se fossi su un bob a 2, che sento una voce al mio fianco:
"E o'che ci fai tu accà?".
Era Ruotolo che in tre parole mi fece sentire a mio agio e finalmente libero.
"Viri chi ci sta ccà Viciè?", disse Gennarino rivolto a Torrente, che appena poche settimane prima mi aveva regalato la sua maglietta durante una cena sulle colline di Sori in un Agriturismo con Davide.
La festa continuò in campo, ma io decisi che la mia personale pellicola doveva finire in quel momento.
Il Segretario a fine partita mi regalò uno dei palloni del derby che custodisco gelosamente e che ho regalato ,come la mia passione per il Genoa a mio figlio, che in suo onore ho chiamato Davide.
Da qualche parte dovrei avere quelle riprese che trasformai in Vhs.
Non le ho più viste né cercate.
Non ce la faccio a rivederle, non le voglio vedere.
Il passato lo preferisco offuscato dalla latente memoria, invaso da labili ricordi.
E' più bello nebuloso che limpido e chiaro.
Preferisco il futuro quello che chissà un giorno mi farà rivedere Davide Scapini e mio Padre.
Buona natale a tutti Figgeu e sempre Forza Genoa!
Ianna