Nick Semplicemente le squadre che non possono allestire corazzate milionarie hanno costruito la loro scalata (e le ricchezze successive) sulla base del gioco, vedasi Atalanta, Bologna e Fiorentina.
Però, per onestà intellettuale, andrebbe citata la riga di allenatori cacciati (alcuni anche coi forconi dei tifosi) dopo il cambio di proprietà. A parte l'Atalanta (che si fidò ciecamente di Gasperini, con la lettera di esonero già pronta, nell'operazione di epurazione degli amati "senatori" bergamaschi che non seguivano il Verbo del Profeta di Grugliasco), a Firenze e, soprattutto, Bologna sono passati anni prima di trovare una propria dimensione con Italiano e Thiago Motta (che molto probabilmente in estate andranno in altre piazze più remunerative). Non solo una riga di allenatori esonerati, ma anche salvezze risicate, rischiate (postai qualche giorno fa la cronistoria del Bologna di Saputo dalla promozione ai playoff, con esonero di Lopez per Delio Rossi solo per non aver centrato la promozione diretta), biscotti con squadracce come il Genoa di Prandelli (la Fiorentina si ridusse a questo, nonostante le ire e le contestazioni feroci a Commisso e Barone in quel periodo).
A me pare che con certi discorsi si voglia un po' forzare quelli che sono anche i "piani industriali" (perché il calcio è sempre più un'industria, soprattutto per proprietà speculative come la nostra) della società (sempre che ne abbia, visto che io comincio a nutrire qualche dubbio a proposito). Tutto sommato, siamo comunque al primo anno da neopromossa e il Bologna, nelle medesime condizioni, esonerò Delio Rossi pur avendo Corvino come DS a fare la squadra, per prendere Donadoni e trovare una salvezza.
P.S.: quando facevo il paragone Simone Inzaghi-Gilardino (tra l'altro io trovo che nell'uso proprio dei "braccetti" si assomiglino parecchio) era proprio per smarcarmi dal paragone Allegri-Gilardino (pur considerando il livornese un grande allenatore fosse solo per come è riuscito a gestire il marasma dell'anno scorso in casa Juve).
Allegri propone un gioco attendista e colpisce di rimessa. Cosa che se facessimo noi (Martinez para meno di Szczesny e riceve meno tiri a partita del polacco juventino), finiremmo per soccombere ad ogni partita, non avendo un contropiendista che sia uno in mezzo al campo. Siamo molto più simili al gioco proposto da Simone Inzaghi (il gol dell'1-1 di Salerno sembra un'azione da Inter, con giropalla lento ed accelerazione improvvisa). Certo, non mi aspetto a differenza tua che il Genoa piazzi due attaccanti in pianta stabile nell'area avversaria perché sono consapevole che il Badelj di oggi non è Calhanoglu, Malinovskyi/Strootman non sono Mkhtaryan, Frendrup non è Barella, ma soprattutto gli esterni nostri non sono Dumfries/Darmian o Dimarco/Carlos Augusto.
P.P.S.: a proposito di proposte calcistiche. Ricordo come venne giudicata la prima annata (con vittoria dello scudetto) di Fabio Capello a Milano dopo l'era Sacchi e lo scudetto del Doria: la vittoria di un panesalamista da vertice. Poi qualcosa è cambiato: o nella percezione dei tifosi rossoneri o nella proposta di Don Fabio.