Mister_No Gilardino per ora si è dovuto confrontare con due situazioni emergenziali. Lo scorso anno con l'obbiettivo tassativo di salire in A, avendo ereditato una squadra che poteva sbandare definitivamente dopo la sconfitta interna col Cittadella e quest'anno con una squadra che deve prima di tutto salvarsi, con una rosa che potrebbe magari ambire a qualche passetto in più della salvezza risicata, ma falcidiata da ripetuti infortuni e problemi di varia natura.
Che in questo contesto metta come condizione primaria quella di non prendere goal e poi se mai vediamo di farlo mi pare più buon senso che attitudine alla rinuncia. Come ha scritto Mashi abbiamo visto quest'anno, ma diverse volte l'anno scorso in B, goal costruiti su azione manovrata partita dalla difesa, passando per il portiere, in alcuni casi con oltre trenta passaggi consecutivi.
Poi Gilardino non è Zeman, probabilmente non è nemmeno Italiano o De Zerbi, come mentalità, ma certo non è un catenacciaro e bisogna dargli atto che quando può la squadra che osa un po' la schiera.
In tutto questo non trascurerei che giocatori che prima di incontrare Gila avevano degli score appena modesti, tipo Bani, Vasquez, Dragusin e in parte Albert, sono diventati pilastri di questa squadra e hanno moltiplicato esponenzialmente il proprio valore di mercato. Per una società con le nostre ambizioni anche questo è un merito enorme, perché, se ben amministrato, ti può consentire di alzare l'asticella del valore della rosa.