Visto ieri PSG-Barcellona. Primo tempo di un livello imbarazzante, il PSG messo in campo a caso, Marquinhos terzino destro e due centrali mancini, senza centravanti, centrocampo che non filtra, Donnarumma in versione horror, pericolosità offensiva zero. Gli è andata bene che dall’altra parte c’era un Barcellona che è poca cosa, perché coi buchi che lasciavano una squadra accorta gli faceva tre goal e la chiudeva subito.
Secondo tempo un po’ meglio, ma sempre con difese obbrobriose.
Se questi sono i migliori al mondo… con quello che li pagano è indecente vedere certi errori di posizionamento e di scelte (Dembelé il re delle palle perse, probabilmente fuma prima di giocare), stessa cosa devo dire in Real Madrid-Man City, un po’ meno di Arsenal-Bayern (anche se nel primo goal di Saka Dier ha delle responsabilità grosse).
Sui social leggo commenti dispregiativi del tipo “ed io dovrei tornare a guardare la Serie A dopo Real-City e Psg-Barcellona?” Beh, a parer mio lo spettacolo offerto in queste giornate di Champions League è stata poca cosa. Pensare che Mbappé e Haaland, entrambi non pervenuti, siano considerati i migliori giocatori di questo periodo è sconfortante. Solo 5/6 anni fa avevamo Messi e Ronaldo che erano due marziani. Ma anche a livello tecnico tornando indietro agli anni ‘00 e ‘10 avevamo dei giocatori che al giorno d’oggi giocherebbero con la sigaretta in bocca ed il campari in mano. Senza scomodare i giocatori degli anni ‘90 eh.
Io ho l’impressione che il gioco del calcio si sia livellato atleticamente verso l’alto, ma tecnicamente e soprattutto tatticamente sia peggiorato. E non è che abbia bisogno di vedere un Ginola, un Magico Gonzalez o un Ronaldinho, o magari l’eleganza di un Beckenbauer, di un Maldini o un Baresi, ma nemmeno quel poco che si vede oggi.
La giocata più bella che ho visto in questi giorni è stata l’inizio azione di Neuer che porta poi al rigore del Bayern. Quello che ha fatto i difensori di tutte le 8 squadre non lo sanno fare, metà dei centrocampisti ed attaccanti pure. Ed è tutto dire.