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  • [OT]Sport Vari e Calcio che non sia Genoa

Sport vari può contenere conversazioni di sport altri

  • Ruggero ha risposto a questo messaggio

    MAU69 oh,belin! Ma senza Ianna come faccio a parlare di basket?

    Ianna arriverà. Almeno spero. A proposito, i nostri Celtics mancano sempre di un giocatore, non credi?

    • Ruggero ha risposto a questo messaggio

      MAU69 avevo letto qualche tempo fa qualche idea su Embiid. Embè, me lo farei andar bene. 😆

      [Mode Moderatore On]
      Mi raccomando fate i bravi perché vi banno ad alzo zero che non ho voglia di leggere di sport che vanno dalle boccette al ramino competitivo.
      [Mode Moderatore Off]
      Bravi bella idea🤣

        Sunnyboy253 ammessi sono ammessi ma non escludo la discussione cancellata e il ban per tutti i partecipanti 👹👹🤣🤣

          Mi aggrego e dico che i Celtics sti stanno muovendo molto bene, Embiid difficile ma Porzingis è il giocatore per marcare Jokic e provare a limitarlo.
          (sono anche ferrato in campionati di biliardo avendo passato pomeriggi in gioventù a vedere le dirette sulla Rai) :-)😊

          Joelone ai Celtics eddai raga mon scherziamo...a sixers fan

          TENNIS.
          Vorrei tirare in ballo 4Mazzi e gli altri esperti.
          Tempo fa, facendo zapping, mi sono imbattuto in una trasmissione che coinvolgeva diversi ex campioni. seguivo distratto, finché uno di loro (forse Agassi, ma non ricordo bene) ha espresso un'opinione che mi sembra meritevole di riflessione.
          Ha detto che Federer e Nadal sono gli ultimi e irripetibili campioni espressi da un'evoluzione del tennis secolare. Il motivo? Secondo lui sono gli ultimi bambini ad essersi formati sul talento accompagnato dalla loro fantasia, anziché sui videogiochi.
          A me la teoria è sembrata interessante, non solo dal punto di vista tennistico, ma per molti sport.
          Sarei curioso di leggere altri pareri.

            edoardo777

            Ciao Edo.
            Sul tennis non saprei, ma sul calcio l'ho sentito ripetere da molti (ultimo Nesta) e l'ho visto con i miei occhi.
            La mia generazione è cresciuta giocando in piazzetta. E potevi fare tutti i numeri che volevi, e in spazi ristretti. Non c'erano allenatori che ti cazziavano (solo i compagni, tra cui io, che si incavolavano se perdevi palla) e arbitri a proteggerti (se facevi il furbo con tunnel e giochini vari, la randellata non te la toglieva nessuno). Questo sviluppava la fantasia, l'estro e la furbizia nell'evitare i calcioni. C'erano ragazzini che avevano più piacere a farti tunnel che a fare gol. E la sfida era a non prenderlo e (se lo prendevi) a corcarlo di botte.😂
            Inoltre i campi erano piccoli ed eravamo metà di mille. Quindi quando la tua squadra stava fuori ti mettevi a fare torello, a tirare contro il muro col piede debole, ecc ecc. Tutti esercizi che miglioravano la tecnica.
            Oggi ormai i bambini vanno a giocare al campo dove ci sono già allenatori fissati con la tattica e nessuno che impara la tecnica di base. Non sono lasciati liberi di sbagliare e di divertirsi. Risultato: non ci sono più calciatori che accendono l'entusiasmo con le giocate. E il calcio, come il tennis, è diventato più atletica che fantasia.

            edoardo777
            Salve.mi piacerebbe poterti rispondere perché ho sempre seguito il tennis finché era in chiaro sulla rai; da giovine non perdevo un gioco da Montecarlo a Wimbledon e pure un accanito "guardone" della coppa Davis e del tennis femminile.
            Gli ultimi "eroi" che ricordo sono stati Gaudenzi, Nargiso, Camporese ...
            Federer non l'ho mai visto giocare e quindi non so che dire mentre di Nadal ho visto qualche partita ma solo ai giochi olimpici e, francamente, lo trovavo di una noia mortale.
            Forse sono troppo legato ai ciocchi di Ilie Nastase, Jimbo Connors, Buster Mottram, Barazzutti, Panatta e Noah 😁

            edoardo777

            Grande Edo.
            molto difficile rispondere senza abbandonarsi a sentimentalismi sul mondo perduto della nostra adolescenza dove tutto era diverso, evitando di edulcorare il passato senza peraltro comprendere appieno la realtà dei ragazzini di oggi in un mondo velocissimo nel quale la distanza generazionale, tra il reale ed il percepito, appare siderale.

            Le simulazioni sportive odierne, chiamarle videogiochi appare riduttivo, sono talmente realistiche da essere adottate come allenamento. Da un lato appiattiscono e imbullonano la fantasia, dall'altro sono molto utili per migliorare la tecnica di base.

            Un tempo lo “stop orientato” (senza parlare dei vari tipi di dribbling) era panaggio dei grandi campioni, oggi lo insegnano, è un movimento previsto dal software che impari a fare virtualmente e tenterai di fare dal vero. Scansionato e sezionato per essere poi scomposto in “sotto movimenti” può essere allenato qualsiasi colpo.
            Vengono poi i limiti imposti da madre natura: fisici, tecnici e istintivi.

            È tutto talmente catalogato e studiato da omologare ab origine. I parametri fisici e gli algoritmi, studiati per limitare l’errore nella selezione dei giovani prospetti, escludono determinate caratteristiche non misurabili se non ad occhio, quindi determinati virgulti rischiano di essere risucchiati nell'anonimato. Un altro fattore determinante è l’atletismo imposto dagli standard di allenamento che limitano, di fatto, giocatori poco dotati fisicamente che in qualche modo approfittavano della scarsa preparazione degli avversari, soprattutto nei giochi di abilità con la palla di cui stiamo parlando.

            Di conseguenza si sta generando un “prototipo” di giocatore per ruolo e per caratteristiche e le partite di calcio, tennis, basket o pallavolo sono tutte uguali, ripetitive, e si ha la sensazione di poter scambiare i giocatori a patto si tratti di livelli omogenei tra gli antagonisti.

            Il rovescio della medaglia è però rappresentato dal livello medio, oggi molto più alto come velocità, capacità di esecuzione, preparazione tattica, limitata propensione all'errore.
            Ciò non favorisce necessariamente lo spettacolo. Se parliamo di calcio gli errori provocano i gol, che sbilanciano il risultato comportando di conseguenza maggiore spettacolo.

            A maggior ragione nel tennis, data la ripetitività delle situazioni connaturata al gioco e l’importanza dell’attrezzo, a sua volta fattore di appiattimento in mano a tennisti professionisti.

            Dopo tutto sto pippone, non so rispondere pienamente all'argomentazione di Agassi (il mio tennista preferito di sempre ndr)… tendo a ritenere le considerazioni esposte più rilevanti rispetto al deficit di “fantasia” in quanto i ragazzini continuano a sognare…sicuramente sono più distratti da sogni plurimi, vista la continua sollecitazione multi fronte a cui sono sottoposti che rende certamente più difficile dedicare anche l’emotività in una sola direzione come un tempo…

            • mashiro ha risposto a questo messaggio

              4Mazzi senza contare i materiali, nel calcio che io conosco più di altri, la differenza tra i palloni più economici e quelli più vicini a quelli dei pro è impressionante.
              Quelli migliori son talmente leggeri che a 17/18 anni sei serenamente in grado di far goal da centrocampo con tutto quel che ne consegue in termini di cross, colpi di testa, cambi di gioco..

              edoardo777
              Ciao Edo,
              Ne approfitto per farti i complimenti per i tuoi post, sempre impeccabili..
              Anch'io ho amato il grande Agassi, ma sono d'accordo in parte con lui.
              Federer era talento puro, che si è affinato nel tempo, ma partendo da una predisposizione e eleganza innata. Nadal è più un prodotto di laboratorio, doping compreso (che non escludo sia alla base anche delle prestazioni del nuovo fenomeno spagnolo...).
              E in Nadal la componente mentale era sicuramente superiore, compensando la differenza di talento tra i due.
              Detto questo... Idemo Nole!!
              Guerriero assoluto, cresciuto tra le bombe, il più grande per me 🙂

                Serse69

                Molto interessanti i contributi di tutti. Aggiungo solo che Agassi e gli altri ex campioni poi intervenuti non si riferivano solo all'uso dell'elettronica nella preparazione, ma anche e soprattutto all'attuale tendenza, da parte di tutti, di dedicare ore del tempo libero ai videogiochi. L'idea era che, da bambini, Federer, Nadal (e a maggior ragione Nole) non avevano a disposizione i videogiochi e di conseguenza si concentravano sul loro sport, che rappresentava il loro principale divertimento, non solo una possibilità di futura carriera. Invece oggi i ragazzini non vedono l'ora di finire l'allenamento per dedicarsi alla realtà virtuale.