Grande Layos! Hai centrato in pieno il problema, secondo me varrebbe la pena di non liquidarlo oggi perché si tratta di un aspetto fondamentale se vogliamo sperare nella crescita del Genoa CFC.
L’offerta consta di una testata giornalistica - Secolo XIX, perché Repubblica si affida sostanzialmente ad Adamoli, due televisive oltre ai siti Internet dedicati al Genoa. I media nazionali sostanzialmente non ci cagano, se non occasionalmente, ritenendoci provincia dell’impero. Patiamo inoltre tre lustri “preziosi”, ed è passata in immagine orribile di cui mi rammarico ma che porta chiare responsabilità anche da parte della tifoseria in generale.
Una volta c’era anche una redazione regionale della RAI, mi sembra di poter dire oramai marginale e sostanzialmente cestinata.
Il fatto debbano vendere un prodotto apprezzabile per i loro clienti lo capisco, il pubblico vuole sentirsi dire determinate cose e gli inserzionisti pagano: vittime di complotti, speranzosi e umorali, reattivi e resilienti alle periodiche sconfitte, il mercato, l’acredine verso i rivali cittadini, gli ex (sempre gli stessi) che bramano di tornare a predicare il verbo. Sia mai detto non decidano di svernare ad Arenzano in gloria ai veri genoani.
Lo stesso PB, pur essendo un luasso non indifferente, ha la sua strategia di marketing quando si espone come in questo week end, basta vedere le reazioni sui siti dei tifosi.
La narrazione di cui parlavo nei deliri onirici è potente, la gente reagisce agli stimoli di pancia e rarissimamente tende a ragionare. Da vecchio bacucco quale sto diventando, direi sempre peggio col passare degli anni come dimostrano questioni ben più importanti.
Il tutto comporta la generazione di articoli, trasmissioni e contenuti social identici uno all’altro dove la differenza, infinitesimale, la fa il seguito del singolo giornalista o dell’opinionista di turno di cui non faccio i nomi perché sono più che noti. Direi incartapecoriti da tanto risultano ripetitivi e stantii.
Ma anche le logiche commerciali hanno i loro limiti e gli editori, oltre a ipocriti provvedimenti nei confronti di venditori di tappeti che hanno avuto la responsabilità di supportare, rendendo commestibili i protagonisti della distruzione del bene primario di cui si occupano, dovrebbero sentire il dovere di garantire un livello minimo di informazione non alterata da centri di interesse o, nel nostro caso, di qualità accettabile.
Questo si potrebbe fare in due modi. Alzando il livello di commentatori e opinionisti, selezionando collaboratori esterni a costi accessibili inserendoli nelle trasmissioni correnti, oppure sperimentando un’offerta alternativa di approfondimento meno commerciale. Di livello superiore in generale, più moderna, in grado sicuramente di intercettare un pubblico stufo della solita minestra propinata uguale a se stessa da decenni.
L’autorevolezza e la credibilità dell’informazione rappresentano un deterrente fondamentale rispetto ad avventurieri e delinquenti. Il fatto che a Genova abbiano imperversato senza remissione, sostenuti dai media, almeno nel nostro caso, rappresenta una sentenza severissima nei confronti della stampa locale nel suo insieme ma anche dei singoli giornalisti. Altro che vittimismi e proclami, dovrebbero vergognarsi e risponderne.
Si tratterebbe di questioni afferenti alla deontologia professionale, vero direttori Cantile e Michieli?!
Sono certo che il secondo mi risponderebbe che lui ha denunciato Ferrero quando i tifosi lo supportavano in nome dei risultati… e il Genoa dottor Michieli? non le interessa oppure non ha fatto altrettanto perché di parte? Si occupa solo di una squadra? Leggendo il suo ruolo in azienda, appare come direttore “Tgn calcio” quindi redazione sportiva… seguendola, seppur distrattamente, non si direbbe affatto. La vedo approfondire e affannarsi, intervistare, occupandosi di una squadra sola. Non trovo il suo comportamento consono al ruolo: visto che provvede nei confronti di altri (giustamente ndr), rifletta a partire dalla bontà della sua scelta averlo lasciato solo a condurre, “forte” del suo CV e delle caratteristiche che non scopriamo ieri, il settimanale dedicato al Genoa mentre lei collabora con l’altro presidiandolo costantemente. Oppure ne sono responsabile io? La maggior qualità della “sua” trasmissione è una scelta oppure si fa pesantemente condizionare dalla sua propensione verso l’altra squadra? Non mi risponda per cortesia che la situazione è più grave perché, forse si sarà accorto, abbiamo rischiato di saltare il mese scorso e la vicenda è ancora fluida senza che nessuno, a Telenord, nella redazione che dirige, si stia ponendo domande oppure si azzardi a sottoporle ai protagonisti.
Per quanto ci riguarda, le alzate di scudi a difesa di PB da parte di tifosi genoani sono di una tristezza assoluta e altrettanto fonte di profonda inquietudine per il sottoscritto e per tutti noi di QdM.