Cari tutti o cari “compagni”,per chi si sente di appartenere a questo splendido termine,
prima di tutto GRAZIE per aver introdotto questo tema a me caro,e per molte cose importanti che avete scritto.
In fondo non è scontato in un gruppo che ha come argomento il Genoa ed il calcio!
Posso dire, prima di tutto, che il 25 aprile è per me la festa più bella di ogni anno.
Per diversi motivi, compreso il fatto che in questo momento possa scrivere a voi il mio pensiero e voi mi avete fatto giungere i vostri.
Non clandestinamente ed è bellissimo poterlo fare ancora.
Ho anch’io,come ho letto per alcuni di voi,motivi personali che mi legano strettamente ai significati di questa data.
Accenno i principali, perchè un pó tengo a condividerli con voi.
Mio nonno,oste,di famiglia contadina, con la seconda elementare, socialista, picchiato due volte dalle tristemente famose “camice nere”, la sua trattoria devastata, con mia madre bambina terrorizzata sotto un tavolo, tra i rivoli di vino delle bottiglie spaccate.
Sempre mia madre che, durante un rastrellamento nel paese dell’entroterra da cui proveniamo, riuscì ad uscire di casa e salvare un suo zio da un cecchino fascista che lo puntava.
Li vicino, la battaglia del Monte Sella,sullo spartiacque tra il comune di Montoggio e quello di Sant'Olcese, il 14 Aprile 1945,
nella quale un contingente tedesco fu sconfitto dalla Brigata Balilla, aprendo la via ai Partigiani verso la Val Polcevera, con un prezzo pagato, cioè la vita di due giovani.
Colui che poi sposó la sorella di mia madre, tedesco, che disertó dalla Wehrmacht quando fu in Italia. Entró ( e fu accettato) dai partigiani nella Divisione Garibaldi "Cichero". Nel 1951 fece anche una piccola parte in Achtung! Banditi! di Lizzani.
Ho saputo, durante una visita alla Casa dello Studente, che non fu l’unico tedesco a partecipare alla Resistenza.
Durante una visita a Berlino, al Museo della Memoria, davanti alle foto dedicate agli Italiani deportati, le lacrime di uno sconosciuto tedesco che si trovava lì in quel momento e che, guardandomi ed avendo compreso la mia nazionalità, mi chiese più volte “scusa” prima che lo abbracciassi.
Ed un’ultima casualità, la via dove abito da decenni, dedicata ad un ragazzo di 15 anni, appartenente alla 294ª Brigata Garibaldi,caduto il 24.4.1945, a due passi dal mio portone.
Riposa a Staglieno, nel Campo dei partigiani, peraltro a due passi da mio nonno ( sempre e forse per caso).
Mi sale un pó di emozione mentre vi accenno di questi miei ricordi!
Queste ed altre persone ed avvenimenti, casuali o non causali non importa, sono certo mi abbiano consentito di diventare un pó meglio di quello che, senza di essi, sarei stato.
Ma il 25 aprile non è una ricorrenza personale.
Al limite una somma di ricorrenze personali.
Ma è, soprattutto, un grande, e raro, momento storico e popolare,nel quale le parole “DIGNITÀ” e “LIBERTÀ” si sono sposate.
Se questo è vero, il ricordo, per diventare anche presente, esige un certo rigore nel pensiero, un rimanere lontani dalla superficialità e dalla retorica di una memoria sterile.
Per cui vi chiedo ancora una riflessione ed un’attenzione.
Ho alcuni punti di riferimento, cioè le sensibilità ed i cervelli di coloro( pochissimi) che non hanno solo analizzato la storia e le persone, ma sono andati oltre, comprendendo, e facendo capire,a chi voleva ascoltarli,qualcosa di più profondo, che potrei definire quasi profetico.
Ed è a qualcuno di loro che accenno al fine di esprimere l’attenzione e l’invito a non ridurre l’antifascismo al solo contrasto delle misere figurine oggi al governo, veri eredi,più o meno ortodossi,del ventennio, ma anche in piena corsa per affermarsi quali “politici affidabili” nel mondo che conta.
È innegabile che fanno salire una nausea costante e quotidiana, ma sono solo una delle forme possibili del fascismo, quello odierno e quello trascorso.
Gramsci,durante il ventennio, dalla sua cella, scriveva che che il fascismo era erede delle forme più retrive dello stato liberale e la “rivoluzione fascista” solo la sostituzione di un personale ad un altro.
Dopo molti anni Pasolini affermó che il “nuovo capitalismo” ed il “consumismo” stessero creando, al posto del vecchio clerico-fascismo un nuovo tecno-fascismo, aggiungendo che si sarebbe realizzato solo a patto di chiamarsi “anti-fascismo”.
E poi anche Faber, con la sua splendida sintesi:
“Il fascismo ha due facce e nessuna allegria, ha due teste e nessuna cultura, due occhi e nessun orizzonte, il fascismo ha due mani e duemila bandiere".
Ecco, solo accenni, per dire che la Resistenza puó anche continuare, a patto che si cerchi di vedere e considerare limpidamente tutte le dittature ed i fascismi, anche quelli che esistevano prima e ci saranno dopo i penosi burattini del presente.
Perchè questi prima o poi passeranno, come tutto, ma resteranno i poveri, i salari da fame,gli emarginati, le guerre, l’autoritarismo, i morti sul lavoro,i prigionieri politici, le torture,ecc., ecc.
Il fascismo e l’imperialismo non sono tornati oggi, ma non sono mai andati via. E il tutto è accaduto anche con la bastarda complicità degli “antifascisti di mestiere” o di “facciata”, dei “tecnici”, dei “competenti” o delle pseudo opposizioni del nulla, con i loro tappeti rossi stesi a far passare tutto il marcio possibile, a volte neppure turandosi il naso.
Pertanto, e concludo, anche a loro, oltre che agli “ortodossi”, sarebbe necessario “fare Resistenza”, ed anche, possibilmente, molto dura e radicale.
Con questa piccola riflessione,
vi e mi auguro che domani sia un’altro giorno importante per noi e che
il 25 aprile non possa mai morire.!
Ciao!🌹