Le due partite casalinghe con Lazio e Cagliari, col Genoa di fatto salvo, si prestano ad alcune valutazioni.
Teniamo conto fino a un certo punto della differenza di valori tra le due avversarie e concentriamoci sulla nostra squadra.
Se guardiamo bene, il Genoa ha cominciato entrambe le partite con uno spirito più leggero rispetto ad altre in cui la salvezza era ancora in gioco. Difesa solida e reparti compatti, ma ripartenze manovrate con frequenti inserimenti degli esterni. Forse un'avvisaglia del tipo di impostazione che Gilardino prefigura per il prossimo campionato.
Una differenza non da poco era il confronto tra Strootman e Thorsby. L'olandese teneva la posizione, il norvegese macinava chilometri e si inseriva in verticale. Visto nel secondo tempo: il Cagliari attacca, Thorsby è sulla sinistra ai limiti dell'area. Il Genoa recupera palla e l'azione si sviluppa sulla destra, non in contropiede veloce, ma con manovra interlocutoria. Thorsby dai limiti dell'area si proietta in verticale, lungo la fascia sotto i distinti con uno scatto da quattrocentista e va a posizionarsi ai limti dell'area avversaria. Tutto ciò a palla lontana. Chiaramente il diverso apporto dinamico ha un impatto ed evidenzia la necessità, più volte segnalata, di un centrocampista coast to coast. Anche gli inserimenti di Vasquez sono stati più dirompenti. Non sono mancati nemmeno contro la Lazio, ma ieri c'era tutt'altra disinvoltura. A un certo punto del primo tempo si vede bene in TV Martin che lo sgrida perché si vede più volte superato in proiezione e Vasquez che gli fa un gesto del tipo: "Dacci dentro!". Le situazioni in cui il messicano era più avanzato di Martin sono state parecchie, con la differenza che Martin teneva le posizioni mentre Vasquez penetrava in profondità e all'improvviso. In generale l'atteggiamento di ieri, molto disinvolto, è stato favorito dal fatto che il Cagliari si è squagliato a centrocampo e ha subito il pressing dei nostri, ma se restiamo sul primo tempo la grande differenza è stata rappresentata dal fatto che contro il Cagliari è venuto il gol mentre contro la Lazio due ghiotte occasioni sono state fallite. Nel secondo tempo la Lazio ha intensificato il palleggio e i nostri hanno cominciato a perdere propulsione affidandosi solo ai lanci lunghi, soprattutto di Martinez e quasi tutti presi dalla difesa laziale. A parità di tentativo di giocare in modo più armonioso, pensando a uno sviluppo più manovrato degli schemi di Gilardino, vedo un pericolo di frantumazione delle distanze di fronte al palleggio veloce se questa squadra non rimane chiusa. Credo che sia il punto su cui occorre lavorare in prospettiva: incrementare il dinamismo in fase propositiva senza perdere le distanze in copertura, anche contro avversari di qualità.
È vero però che ieri il Genoa ha giocato in modo molto diverso da come ha giocato altre volte, a salvezza in bilico, contro le avversarie scarse e chiuse in difesa. L'assenza di questo Albert presuppone una maggiore velocità di ribaltamento verticale dell'azione. La differenza la farà la capacità di scambiare di prima. Un esercizio di tecnica, ma anche mentale.