Bortolazzi
Quando l’arbitro Orsato fischiò la fine della partita Pasko si accasciò sulla sedia della reception svuotato, ancora incredulo per la schiacciante vittoria del suo Genoa, da quando aveva visto il burino salire in cameranon era più riuscito a star seduto un secondo. Rimase immobile, capo chino, i gomiti appoggiati sui braccioli. Quando 5 minuti dopo finalmente la tensione stava abbandonando il suo corpo, alzò di colpo la testa, sul suo volto si stampò un sorriso beffardo e i suoi stanchi occhi si illuminarono: Aveva avuto un’idea geniale.
Toc Toc Toc
“Aho e mo chi è?!?” Urlò Benito l’ospite romano.
“Servizio in camera, signore” Rispose lo stanco cameriere da dietro la porta.
“Aho vedi de spari’, io non ho ordinato ‘n cazzo!” Replicò sguaiatamente Benito.
“Omaggio della direzione… signore” Rispose il cameriere.
Alla parola omaggio Benito si decise a scendere dal letto, aprì la porta e si trovò davanti al cameriere che aveva a fianco un carrello, notò solo che era quasi calvo e se ne tornò subito a sdraiarsi sul letto davanti alla televisione.
“Dove posso lasciare il carrello, signore?” Chiese gentilmente il cameriere.
“Anvedi aho quanto rompi, non vedi aho che sto a segui’ ‘a conferenza de Murigno?? Mettilo un po’ dove cazzo te pare quel coso e va ‘a morì ammazzato!” Sbraitò Benito, senza neanche guardarlo.
Il cameriere capita l’antifona, entrò e accostò il carrello vicino al letto, neanche lui sapeva cosa c’era sotto la cloche che copriva il vassoio d’argento ma sapeva perfettamente cosa conteneva la bottiglia che era nel secchiello col ghiaccio, visto che l’aveva venduta lui stesso a Pasko per 50€. Poi se ne andò senza salutare richiudendo piano la porta dietro di se.
Finita la conferenza dell’allenatore della Roma, Benito spense la televisione e lanciò il telecomando sull’altro lato del letto, solo dopo 5 minuti di sommesse imprecazioni romanesche si ricordò del carrello, si sedette sul bordo e finalmente incuriosito alzò la cloche e disposti a ventaglio vi trovò i 4 assi che Pasko aveva preso dal mazzo di carte che era nel cassetto sotto il banco.
“A li mortacci…” grugnì brandendo intanto la bottiglia immersa nel ghiaccio, lesse la strana etichetta: “Essenciales, olio puro di… ricino, spremuto a freddo senza OGM”. Benito rimise la bottiglia nel ghiaccio, spinse via il carrello, appoggiò i gomiti sulle sue ginocchia e sconfitto disse: “Sti gran fiji de ‘na mignotta m’anno purgato”.