Dopo una partita come ieri in una situazione come questa, se scrivessi a caldo me ne vergognerei tra uno strepellu e una bestemmia. Dividere il giudizio dall’incazzatura mi è praticamente impossibile anche passata la nottata dormita male tra quella faccia di merda di Chiffi e pure dell’allenatore della Viola, che mi direte fa il suo lavoro e sarà sicuramente una brava persona, ma mi appare solamente un damerino scorretto, che avrei mangiato a morsi.
Figurarsi se non considero il discorso di Edo, fosse per la stima prenderei la macchina per portare personalmente a Pegli la qualunque in grado di dare coraggio e gioco alla squadra. Di sicuro c’è del vero, probabilmente il vissuto condiziona oltre il lecito e le giustificazioni oggettive, negarle sarebbe irragionevole, rischiano di diventare alibi.
Come al solito nelle situazioni complesse non c’è una soluzione pret a porter, perché se la sofferenza di questi ultimi tre mesi si tramutasse in voglia di rivalsa da parte del gruppo e la sfiga dovesse mollare parzialmente la presa, questo gruppo potrebbe lanciare le rotule e usare le tibie come clave in testa agli avversari.
Non vorrei essere il malcapitato a decidere, anche perché se l’eventuale esonero non dovesse funzionare immediatamente , come altamente probabile senza sette titolari e undici effettivi, verrebbe giù il palco in un ambiente che sembra tenere seppure con gli ovvi scricchiolii.
Vi lascio a un dibattito che, vi dico con tutta onestà e grande tristezza, mi interessa molto poco in questi giorni perché non so cosa potrebbe aggiungere ai fatti, sia in campo che fuori. In poche settimane o salviamo la ghirba o facciamo il botto.
Le parole stanno a zero, ai protagonisti non è concesso molto se non unità di intenti e di azioni a supporto del Genoa CFC, nel rispetto dei ruoli e senza piagnistei nel loro stesso interesse.
L’impressione è che i giochi siano fatti… datevi una mossa, palle fermissime e pedalare.