AleR immagino che Gilardino non voglia urtare la suscettibilita' del gruppo convocando chi - molto probabilmente - in questo momento non e' in grado di giocare.
Comprendo il tuo ragionamento e lo condivido pure in linea generale, però...
Però qui siamo sull'orlo del baratro e ci stiamo aggrappando a un cespuglio per non cadere. Quel cespuglio è la necessità di una svolta. Non una rivoluzione, ma una svolta. E in parte la svolta passa per la rottura di quel rapporto di cameratismo tra giocatori e allenatore che ha portato ottimi risultati in passato, ma che ora non basta più. Bisogna suonare la sveglia e Gilardino per primo deve sapere che, se non interverrà una scossa elettrica all'interno del gruppo, i legami d'affetto interni al gruppo si scioglieranno e la sveglia la suonerà qualcun altro. Così come stanno le cose ora, mia opinione, il gruppo è anestetizzato e non è in grado di salvare né il Genoa né Gilardino. Anzi, è troppo protetto dagli alibi esterni (che ci sono, intendiamoci) e di conseguenza protetto dall'allenatore. La conseguenza è che tutti hanno una fifa blu di sbagliare, come hanno una fifa blu di sbagliare i figli troppo amati dai genitori, perché sbagliare sarebbe come tradire la loro fiducia e le loro attese. Quindi nessuno rischia una giocata, nessuno molla la posizione per proporsi, tutti sudano e danno il massimo ma dentro una ragnatela di inibizioni che va spezzata.
Per restare in sella Gilardino deve rischiare e ormai ha solo due partite per farlo. Se le perde è finito, se ne pareggia una rimane in rianimazione sotto la tenda a ossigeno ma con una prognosi infausta.
Pur con tutte le scusanti, ovviamente.