Trarre indicazioni sull'idea di gioco del nuovo allenatore basandosi sulla partita di ieri è un esercizio di pura fantasia. Ognuno può vederci tutto e il contrario di tutto. In 3 giorni di contatto diretto con la rosa, anche ammesso e non concesso che Vieira seguisse il Genoa da un paio di settimane, non consente di fare nulla, al di là di un supporto motivazionale e un paio di indicazioni generiche. Per capirci, dare a Thorsby e Zanoli dei limiti d'azione nel momento in cui si trovano ad agire sulla fascia destra, senza tuttavia potere mettere a punto dei precisi meccanismi di comportamento e di sinergia. Dubito perfino che l'allenatore subentrato conoscesse a fondo le caratteristiche di molti giocatori e in qualche caso si sarà dovuto affidare al "sentito dire" da parte di collaboratori o vecchi amici fidati nel variopinto panorama del calcio italiano. Lo prova l'eresia di mettere Matturro centrale di una 4, basandosi sul pregiudizio maturato in ambiente genovese che si tratti di un difensore, quando è evidente che il poveretto si adatta a farlo con evidente imbarazzo. Bastava una telefonata al Pato per avere indicazioni più attendibili di quelle raccolte in città. E forse nessuno lo ha informato dei giganteschi limiti difensivi di Martin, che in area si comporta come gli attaccanti che casualmente arretrano in difesa e fanno danni. Già ammonito, un intervento come quello che ha provocato il rigore non immagini nemmeno di farlo, perché ti va bene se prendi solo il rigore e non finisci in 10.
In pratica Vieira si è affidato ai giocatori schierati nelle ultime partite da Gilardino, con l'unico centrocampo possibile in termini di costruzione + contenimento, aggiustando una difesa a 4 che già il Gila alternava con la 3 nel corso delle partite e varando un attacco di referenza storica con Mesto (o Marco Rossi) a destra e Adailton a sinistra a supporto della punta centrale. L'indicazione era quella (importantissima) si piantarla con le consegne di posizione che impedivano i movimenti in profondità e il servizio della palla nello spazio. È bastato poco per vedere un Genoa più dinamico e meno prevedibile, anche se l'impegno ha mascherato molte improvvisazioni, al punto che perfino il Cagliari è sembrato più squadra per larghi tratti della partita. Però, soprattutto dopo che, passata in vantaggio, la squadra si è liberata da certe scorie mentali, si sono viste belle cose e soprattutto si è intuito che questo Genoa può anche giocare a calcio.
Archiviata la monumentale prestazione di Badelj, una delle cose più interessanti, a mio modo di vedere, è stata la posizione di Frendrup in avvio, dieci metri più avanti del solito per riconquistare palla nella metà campo cagliaritana e dare continuità alla fase d'attacco. In compenso il Genoa ha sofferto su ciascuno dei molti calci d'angolo battuti dal Cagliari, non solo per la stazza fisica degli avversari, ma per deficienza nei meccanismi posizionali. Ci sarà da lavorare, ma si deve tener conto che si trattava di un assetto assolutamente nuovo, con Matturro in posizione inedita e due teorici difensori (Sabelli e Martin) che nella tonnara dei calci da fermo sono fisicamente (e uno anche mentalmente) inferiori.
Alla fin fine risultava perfino difficile, a partita in corso, definire numericamente lo schema di gioco, che variava dal 451 al 4231 anche in base ai movimenti dei giocatori avversari e alle necessità contingenti di coprire zone di campo. In particolare diventava molto redditizia l'imprevedibilità posizionale di Thorsby, neanche fosse Mbappé, che fungeva da frangiflutti ai limiti della nostra area, ma subito dopo lo ritrovavi falso trequartista o cavallone sulla fascia destra. Se non erano movimenti tattici preordinati, va comunque dato merito alla'allenatore di aver concesso al norvegese la libertà di seguire il suo istinto.
Una cosa sorprendente e abbastanza misteriosa, senza evocare scenari sospetti, è l'improvvisa resurrezione di Messias e Vitinha, non troppo diversa da quella di Lazzaro. Soprattutto il portoghese potrebbe fornire una chiave tattica interessante, sulla falsariga dell'impiego di Beltran nella Viola, per dire di uno che ha le sue stesse caratteristiche. La vera sfida è incrementare le conclusioni in gol. Sfida difficile, anche con il recupero di tutti gli infortunati, considerando che Pinamonti non è una macchina da gol e che Messias e lo stesso Vitinha viaggiano su una media, riferita alla stagione scorsa, di un gol ogni 15 partite giocate circa. Balotelli speriamo che sia più in forma di quel che è sembrato nella manciata di minuti in cui è sceso in campo, con un culone spropositato.
E, a proposito di culo, affermo senza tema di smentita che quella di ieri è stata la prima vera partita sfortunata del Grifo di quet'anno, perché il vantaggio, soprattutto dopo che è stato ottenuto, era legittimo.
Adesso spero che si spenga definitivamente il coro delle prefiche dedicato a Gilardino. Era un bravo cristo, e non ci piove, buttato allo sbaraglio in prima squadra, che ha fatto il suo in B e lo scorso anno in A, con grande impegno, al punto da sembrare un allenatore scafato. Purtroppo quest'anno ha sbagliato, in primis accettando di rimanere dopo lo smembramento della squadra senza avere la più pallida idea di come adeguare l'impianto di gioco alla partenza di Gudmundsson. Un grave errore di presunzione, a cui non ha saputo porre rimedio neppure dopo le prime partite, limitandosi a ripetere i meccanismi di contenimento e la guerra di posizione in trincea senza armi né idee per il contrattacco. Un grave limite che la simpatia per l'uomo non può nascondere. Con lo stesso problema dell'assenza di Gudmundsson, Palladino ci ha messo meno di due settimane per trovare soluzioni alternative. I sentimentali hanno montato e continuano ad alimentare uno scandalo che, dal punto di vista aziendale, non ha senso. Se il manager della Volkswagen o della Samsung sbaglia la strategia, non è capace di correggerla e l'azienda va in perdita, non basta che l'anno prima abbia fatto buoni risultati per salvargli la testa.
Il problema, secondo me, è un altro e sta nella domanda se il sostituto di Gilardino è quello giusto. Mi consola che non abbia preteso di rivoluzionare tutto dopo 3 giorni di allenamenti. Voglio sperare che assecondi le certezze che Gilardino ha dato ai giocatori e parta da quelle per elaborare gradualmente un diverso stile di gioco. Sembra che i dirigenti siano convinti che questa rosa può ambire alla salvezza tranquilla anche senza grandi colpi di mercato a gennaio. Che potrebbe significare nessuna entrata eccellente a fronte di nessuna cessione eccellente. Stiamo a vedere e continuiamo a remare a favore.