Il tempo delle Mele di Flavyn Mason era già finito.
La trasferta in Svizzera, prima fuori dai confini nazionali di Masone di poche settimane fa, aveva lasciato un segno indelebile nella memoria del nostro eroe:
Per rimembrare quei giorni e momenti , ogni sera puntualmente sfogliava l'album delle foto sul suo Nokia modello Arto Paasilinna.
Con i suoi guanti touch , alle 20.30 ora in cui Flavyn va a dormire ogni sera dopo 12 ore di pulizie dei vetri in quel di Genova, l'investigatore meno pagato del globo, per ridestare quei momenti indimenticabili, li guarda e riguarda , si immedesima e si specchiava instancabilmente in quei già lontani giorni.
Dopo aver speso tutti i suoi risparmi, era già tempo di tornare alla nuda e cruda realtà.
La dott. ssa Viscardi gli aveva comunicato , che aveva vinto diversi appalti in vari condomini della zona di Molassana dove l'Edilizia Acrobatica sezione di Masone doveva recarsi:
Il piano era chiaro e stabilito nei minimi termini:
I vetri del condominio Panorama erano composti da ben 8 piani alla scala A e altrettanti 8 a quella B.
Non poteva farcela da solo:
Le funi, i lacci, i caschi gli erano insufficienti per tutta quella mole di lavoro ed ebbe una grande idea:
Assumere qualcuno, un aiutante, subappaltare a sue spese un'operaio, un aiutante.
Tempo fa durante le sue incursioni notturne a caccia di cani dispersi, mentre affiggeva manifesti di persone scomparse sugli alberi della zona, aveva notato nei Giardinetti di Masone , un uomo che raccoglieva carte disseminate nell'erba.
Si ricordò di lui e decise di andarlo a cercare.
Lo trovò alla mattina alle 5.30, poco prima di prendere la Freccia per Brignole e poi il 34 per Corso Sardegna.
Si avvicinò con fare esperto come solo un investigatore alla Mason sa fare, e gli chiese se gli interessasse un lavoro retribuito e più dignitoso di raccogliere carte e buste di plastica.
L'uomo intorno ai 40 anni , trasandato e con barba incolta , lo guardò incredulo e gli chiese in uno stentato italiano:
"Quanto dare me ?"
Flavyn capì che non era né di Masone nè Italiano.
"3o euro per 12 ore al giorno"
"Io prendere".
Firmarono un accordo verbale su una panchina sverniciata appena dietro le fontane della Piazza principale di Masone, a pochi metri da Via del Palindromo 8 residenza non fiscale di Flavyn Mason.
"Di dove sei?" chiese Flavyn?
"Romania , Botosani, Ion Marin chiamo io."
Il giorno dopo puntuale alle 6.45 Flavyn con Ion era sul treno per Brignole:
Due borsoni pieni di materiali da lavoro facevano compagnia ai due:
Scale, secchi, spugne, stracci, detersivi della Lidl, e due caschi che Flavyn aveva raccattato dietro un cantiere edile poco lontano la sua abitazione.
I due , con la loro mercanzia da lavoro occuparono mezzo scompartimento del vagone , provocando le ire dei pochi viaggiatori presenti.
Quando passò il controllore, gli fece pagare biglietto e sovrapprezzo per tutto il materiale sparso tra i sedili, negli scompartimenti in alto, tant'è che alla fine della giornata lavorativa che doveva ancora iniziare , Flavyn ci aveva già perso in termini economici.
Salire sul 34 con tutto quel armamentario fu persino peggio del viaggio dei cittadini di Bombay su un treno.
Sarebbe servito un pulmino tutto per loro, con tanto di scritta tipo "Flavyn Mason Edilizia Acrobatica", ma sia Flavyn che Ion , non potevano permetterselo.
In qualche modo già stanchi e distrutti arrivarono al condominio di Molassana e si divisero le scale e il materiale accorrente.
La Viscardi non sapeva nulla della assunzione dell'uomo di Botosani e Flavyn doveva tenerlo segretamente nascosto.
Non gli importava che a fine giornata e mese ci avrebbe rimesso economicamente.
Aveva un piano segreto, una strategia vincente che aveva studiato nei piccoli particolari, ma che attendeva solo giorni migliori per metterla in pratica:
Sulla strada del ritorno verso Masone dopo 12 ore di pulizie negli angoli dei vetri, nelle fessure delle chiusure delle finestre, chiese al suo impiegato in subappalto cosa l'avesse spinto a scegliere a venire in Italia.
E Ion lo sorprese nella risposta e non fu la sola volta.
"Essere qui per giocatori".
"In che senso?" chiese uno stralunato e stanco Mason.
"Un mio amico muratore, che ha fatto pure camionista e ora il carpentiere ma studia per diventare ingegnere, mi ha detto che a Masone si possono trovare ottimi elementi su cui puntare".
Flavyn non credeva alle sue orecchie , non solo per la precisa risposta, ma soprattutto per l'italiano fluente con cui Ion parlava
"In che senso?" chiese ancora più insistentemente Flavyn che non si capacitava del tutto, aggiustandosi contemporaneamente la postura sul sedile del Freccia verso Masone.
"Sono il vice responsabile dell'area tecnica del Rapid Bucarest.".
Flavyn Mason a momenti sveniva dal colpo:
Aveva assunto per giunta in subappalto. un dirigente di calcio, uno scopritore di talenti, venuto direttamente dalla Romania e non se ne era accorto!
"Ma", disse l'investigatore meno pagato del mondo , " te chi sei veramente,?"
"Sono il cugino di Dan."
Flavin sprofondò su quell'asse di legno denominato 1D che era da anni il suo posto a sedere!
Se avesse avuto le gocce per il cuore, quelle per l'ansia e per l'insonnia le avrebbe prese tutte contemporaneamente.
"Roba da matti ", esclamò Flavyn incredulo.
Quando il treno arrivò in puntale ritardo a Masone, Flavyn non poté far altro che una cosa:
Caricarsi sulle sue spalle, sulle braccia, tutto il materiale che aveva con se Ion, il cugino di Dan.
"Ci vediamo domani mattina "disse Flavyn rivolgendosi al rumeno
.Lui lo guardò e gli disse:
"No, domani sono a Pegli",
Flavyn triste e incredulo, carico come un mulo, si incamminò verso Via del Palindromo 8 e davvero non sapeva come risolvere questo caso, il più difficile della sua breve carriera da Investigatore Privato.
Si rifugiò in camera sua dopo aver appena assaggiato a stento il brodino Knorr , rifiutò i suoi adorati ravioli nello stupore della madre, rifiutò le attenzioni di una semiparalizzata Gianna, e si mise a sfogliare le foto della Svizzera dal suo inseparabile cellulare.
"E ora come lo dico ai ragazzi che ho assunto l'osservatore del Rapid Bucarest e pure in subappalto?", pensò vaneggiando:
"Meno male che non scrivo più"
Ianna