Ayroldi, chi era costui? Curvo a contemplare il cellulare, sobbalzo donabbondianamente sulla mia sedia ergonomica all'affiorare del ricordo. Nella materia arbitri ho solo insufficienze, ammiro quelli che hanno tatuati sulla pelle nomi e cognomi dei torti subiti. Io non ho questo superpotere. Gli slot di memoria secondari li ho occupati tutti con date inutili: battaglia di Teotoburgo, capitolare di Quierzy, Nascita di Carlo V, trattato di Campoformio... Però Ayroldi me lo ricordo, in realtà Ayroldi È un ricordo.
Serie B, in programma la sfida al Dino Manuzzi di Cesena, partita infausta in anno fausto. Partiamo in treno direzione Romagna, treno passeggeri, con un paio di amici: l'idea è trasferta tranquilla, pranzo in città, corsa allo stadio senza particolari segni distintivi (sciarpa nello zaino), rientro autonomo a casa.
Sul treno, calendarietto alla mano, parte la tabella serie A. L'immarcescibile tabella degli scontri diretti e indiretti a calendario parallelo, con interpretazione divinatoria di ogni gara da Cesena-Genoa fino alla conclusiva Genoa-Napoli. Ispirati dal viaggio abbastanza interminabile ideiamo l'hardness grade, ovvero Il tasso di difficoltà da 1 a 5 di ogni partita nostra e delle avversarie. L'operazione occupa tutta l'Emilia e pure gran parte della Romagna. È un fiorire di "bocce", una boccia per le partite semplici, 5 bocce per quelle proibitive. A Bologna sale sul treno un ragazzo, con una voce esile esile, accento emiliano. Ci riconosce subito come genoani, si aggrega alla compagnia. Vanta il record invidiabile di aver fatto tutte le trasferte nella sua regione, e il record poco invidiabile di non averne vista vincere neanche una. Pure lui viene travolto dal tabellismo compulsivo. Si dice che il confine tra Emilia e Romagna sia la linea dell'acqua e del vino: se bussi a una porta emiliana con la sete ti danno l'acqua, in Romagna il vino. Per noi il confine è segnato da un ragazzo che, all'ingresso in Romagna, da due sedili più avanti si alza in piedi e ci domanda: "Mo al Tsesena quante bozze gli date?“
Di bocce gliene davamo tre, ma ce ne hanno buttate due in porta...Soprassediamo.
All'arrivo a Cesena troviamo un ristorante, la memoria mi dice 'Gigi' ma c'è il caso che mi sbagli, e seduta al tavolo c'è la terna arbitrale, con a capo proprio Ayroldi. Loro sono già a buon punto, chiediamo come si mangia, e poi simpaticamente ci raccomandiamo a lui. La risposta mi rimane impressa: "Non vi lamentate che con me non avete mai perso". Sbam.
Detto questo ci facciamo il nostro pranzo, trattati di merda da Gigi a cui stiamo cordialmente sul cazzo... E poi si dice della Liguria. Chiediamo a Gigi la fattura e ci mette in attesa per pagare, mentre la lancetta dell'orologio gira e l'inizio della partita si avvicina. Gigi non ci calcola e con un plateale "Ciao Gigi" prendiamo la porta senza pagare e ci fiondiamo fuori, con il nostro nuovo amico di Bologna (che alla fine è venuto insieme a noi al ristorante) che ci segue per sopravvivenza. Non so cosa abbia pensato.
La partita per la cronaca termina 2 a 1,prendiamo gol da Graziano Pellé. E ho la sensazione chiara che Pellé, segnando, mi abbia guardato in faccia dicendo "questa è per Gigi".
Non tutto quello che ho scritto qui potrebbe essere vero (licenze poetiche dai), quindi non pagherò conti a Gigi, qualora esista, per eventuali tifosi che lo abbiano truffato.
P. S. Mi pare Ayroldi avesse mangiato gamberoni.