edoardo777 . E mi chiedo se non è il caso di liberarsi da questa droga.
Se avessi una macchina del tempo, tornerei a quel giorno preciso in cui ho fatto questa scelta. La cambierei senza pensarci due volte. Ero solo un bambino, ingenuo, e quello che sembrava un gioco è diventato un tormento. Mi sarei risparmiato anni di sofferenze, prese in giro, illusioni e campionati anonimi. Ieri sera mi sono costretto a guardarla. Non volevo, ma l’ho fatto perché non ce la faccio. E sono già nervoso: salta la partita di calcetto del lunedì, mi tocca stare a casa con il rischio pure di ricaderci e accendere la tv. È arrivato il momento di riflettere su questa relazione tossica. Non è più tempo di rimandare, di giustificare, di sperare che cambi. È tempo di scegliere per la salute di me stesso. A mio figlio, dopo tutto quello che ho subito, un giorno, da piccolino, l’ho preso da parte. Mi vergogno anche a dirlo, ma gli ho detto: “La vita è già piena di insidie e sofferenze… ci vuoi aggiungere anche il calcio? Prendi una squadra con le strisce, ciclicamente vincerai. Fatti furbo.” Ho ritardato anche la sua prima volta allo stadio, non volevo che ci fosse il rischio che se ne innamorasse. Oggi lui è felice ogni settimana, e io credo di averlo accompagnato verso la scelta giusta.
Mi manca tanto condividerlo con qualcuno in casa. Lui ci viene volentieri allo stadio, parliamo del Genoa, ma non è la stessa cosa farlo con chi è malato come te. Però questa malattia doveva iniziare e finire con me. Non potevo trasmetterla a chi si ama. E malvolentieri, l’ho dovuto fare…