"Qualcosa ci inventermo"
Ci fosse il mitico Perinetti, almeno avremmo ascoltato queste parole.
Invece dopo la debacle di ieri sera, la società Genoa Sfasciacarrozze FC, non ha avuto nemmeno la dignità di presentare un suo uomo in sala stampa, per far conoscere ai tifosi la loro opinione.
Figurarsi il prode Prestolini, impegnato a sistemare i calzini nella sua Samsonite grigia, pronto per chiuderla e tornare da Madama, a mettere timbri e smistare la posta sotto Comolli.
Avrà avuto pure O euro di budget dalla società di Dan Misciu, ma ha portato alla corte e ora al capezzale di Viera, giocatorini da Album Panini, raccattati in qualche dove, parcheggiati al Genoa come una autorimessa nella migliore delle ipotesi vedi Carboni, o come discarica da auto da rottamare vedi un paio di elementi che di professione fanno gli attaccanti in Serie A ed invece dovrebbero fare i modelli per Dolce e Gabbana.
Pure Faggy senza fondi, portò un paio di giocatori buoni che ci permisero di fare un campionato più che decoroso.
Invece Prestolini, un burocrate portaborse negli anni al Genoa, non ha portato mezzo giocatore decente di cui si ricorda il nome e il valore.
Anzi ne ha portati diversi, tra cui l'emblema del suo Interregno, colui che nessuno ha voluto in estate, colui a cui hanno pure affidato la maglia da centravanti di Skuhray Milito e Aguilera, colui che a Marsiglia festeggiano in piazza ogni anno allo scoccare della data della sua cessione: Vitinhao.
Ieri in una azione appena dopo la metà campo, si è lanciato in attacco come Pierino che inseguiva Michela Miti, si è allungato la palla, la ha persa, ha fatto fallo e si è fatto ammonire.
Però a fine partita ha chiamato a raccolta i suoi compagni, per accompagnarli sotto il palco della Nord, per prendere i meritati fischi di una tifoseria, che solo ora, a fronte dell'ultimo posto, si è resa conto di quanto grammi è questa squadra, la sua rosa, la dirigenza e il team pseudo tecnico, con tablet e algoritmi al seguito.
Ci sono voluti 28 mila abbonamenti e 0 vittorie per capirlo.
E pensare che c'era gente qui, in tv, sui palchi trentini e altrove, che contestava pure chi aveva sorretto da solo, anche quando è andato via, lasciando in dote, economica e calcistica, la base delle fortune calcistiche e pecuniarie del Genoa:
Johannes Spors.
Siamo andati avanti con i suoi giocatori per 4 anni e ne abbiamo ancora uno in rosa.
Passare da Spors a Prestolini è un attimo , nemmeno fuggente e si vede.
Come passare da Fedor Dostojevsky a Fabio Volo.
Infine Patrick Viera:
Ad oggi senza se e senza ma, è da esonero.
I numeri impietosi, la classifica, uno schema non si vedono.
"La capacità propulsiva" è finita e il suo alibi, ammesso che ne abbia non regge.
Se ha avallato questa scellerata campagna prestiti con il suo consenso, se anche fosse stato costretto a subire la politica del "Non c'è un euro", i risultati chiari e crudi, parlano per lui, che è il responsabile della squadra.
Il passo indietro lo fa solo per far passare una anziana signora al Gate per il volo per Paris Orly.
Due sono le ipotesi che lo tengono ad oggi ancora legato al Genoa:
L'appendice del comandamento "Non c'è un euro", oppure la fiducia della Società e di Socu, che è paragonabile a come quando il governo si riunì in Parlamento per essere uniti e compatti, ad andare a salvare e non far indagare chi decise che Almasri , era da accompagnare con un volo di stato.
In fondo a pensarci bene il buon Patrick una giustificazione potrebbe sempre adottarla:
"Se io ho fatto 0 punti e zero gol in casa , cosa dovrebbe fare Slot che con 512 milioni di euro spesi, ne ha perse 6 di fila con il suo Liverpool?"
Tra poco le due società passeranno da "You never walk alone" a They Dance Alone"
Ianna