mashiro è sicuro più sul pezzo di me ma a spanne per poter definire in ordine il nostro bilancio bisogna tirare via qualche 100 milioni di debiti, senza indebolire la squadra.
La gestione sportiva e quella economica/patrimoniale sono dimensioni parallele. Apparentemente contraddittorie nel breve periodo ma necessariamente destinate a convergere nel medio.
Primo obiettivo economico, prioritario, è l’equilibrio tra costi e ricavi: quest’anno non sarà possibile aumentare più di tanto i secondi, impattati dalla B per sette mesi, mentre il “personale” continuerà ad impattare in negativo in ragione degli investimenti per rinforzare la squadra.
La perdita conseguente andrà coperta con ulteriori iniezioni di liquidità oppure con ricavi aggiuntivi dal calciomercato.
Non ci sono alternative; senza fare numeri a buzzo, dovremmo perdere più dello scorso anno.
Il tema patrimoniale è leggermente diverso, soprattutto con un debito costituito per più della metà da pendenze tributarie. Sono importanti le scadenze, quindi il costo da finanziare nell’anno oltre a quelli economici di “funzionamento” (essenzialmente gli stipendi ndr) e le iniziative eventuali nei confronti dei creditori.
Un segnale importante è l’inizio della creazione di un valore patrimoniale attivo (le famose strutture).
Vendere tentando di non indebolire la squadra è una strada obbligata. Farlo a gennaio o a giugno dipende dalle risorse disponibili e da considerazioni “sportive” ovvero dalle previsioni sul ricavo atteso dalla vendita a metà od a fine stagione. Cosa legata anche a fattori esterni… se una squadra X decide di investire una cifra superiore o uguale a quella attesa a giugno per il giocatore Y si vende, diversamente attenderanno.
Da osservatori, dando credito ai 777 non ci stiano imbottendo di musse, possiamo ragionevolmente sperare il Genoa CFC non debba piegarsi a scelte “obbligate”: se, ad esempio, vendessero a gennaio il famoso giocatore X sotto un valore atteso ragionevole per salvare il bilancio ad ogni costo sarebbe un brutto segnale.
Vendere rinforzandosi come fece all’inizio del ciclo l’Atalanta con i Conti, Caldara, Gagliardini, etc. è l’unica strada possibile. Per farlo bisogna avere il coraggio di non quagliare ad ogni costo, con le solite note in cambio di giovani da valorizzare in conto terzi o peggio essere obbligati a farlo per mancanza di risorse (o tutte e tre le cose come nel circolo vizioso del merda).
Pretendere qualcosa di diverso è contro l’interesse di noi tifosi a meno di non aspirare alla situazione degli ultimissimi e fallitissimi a strisce orizzontali… al netto di colpi di culo imprevedibili, riuscissero a risanare in una decina di anni sarebbe un successo enorme, anche perché, al netto di modifiche regolamentari, significherebbe accedere a ricavi aggiuntivi “europei”. Diversamente servirà più tempo. Non necessariamente con la stessa proprietà… fondamentale la direzione intrapresa ed il rischio percepito da chi investe od a chi deve decidere se continuare ad investire.
Risanare ottenendo risultati non è impossibile come dimostrato da più parti, da quella nostra ci vorrebbe consapevolezza che nella direzione giusta si può prendere qualche tornante e strisciare una portiera… speremmu.