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È davvero desolante notare come la quasi totalità dei giornalisti genovesi commenta ancora le partite del Genoa con il santino di Gilardino in mano. Prima di esprimere soddisfazione per i risultati sul campo, si sentono quasi in dovere di scusarsi con il modesto e bravo allenatore esonerato. Il che dimostra come costui fosse l'involontario antesignano di una corrente calcistica politica che lo ha proiettato rischiosamente al proscenio dopo aver fatto fuori il bersaglio più esposto dell'invisa legione straniera grazie alla fronda negli spogliatoi. Credo che i buoni risultati ottenuti da Gilardino abbiano sorpreso soprattutto loro, al punto da farne, a sua insaputa, prima un eroe, poi un martire. Quando il bravo ragazzo biellese non ha saputo cambiare passo alla squadra, privata di alcuni dei migliori giocatori, hanno dovuto mal digerire l'arrivo imprevisto di un altro straniero e si sono preparati a montare lo scandalo. I primi due risultati positivi di Vieira, con gli stessi interpreti in forza a Gilardino, meno Ekhator, hanno zittito le trombe dell'apocalisse pronte a fare squillare anatemi, ma ancora oggi, nei loro commenti, tengono accese le braci per una futura e inopinata rivincita, si sa mai. È gente che vive, pasteggia e brufola nelle putride paludi di quella melma del sottobosco genovese che negli ultimi 70 anni ha prodotto solo malinconia a fronte di un paio di sortite europee. Gente che non tifa per il Genoa ma per la loro idea di Genoa. Gente che se Klopp accettasse di venire a Genova, brigherebbe per dare la panchina, a parità di stipendio, al pronipote di Gilberto Govi, ancorché digiuno di calcio. Sono veramente patetici mentre infieriscono sui 777, schernendoli per la flotta dei 30 aerei e i fondi illimitati, quando i peana per "gli uomini più ricchi del mondo" non sono certo stati diffusi da Mashiro, ma dai loro giornali e TV e dati in pasto ai tifosi assetati di rivincita. Loro, gli stessi che contabilizzavano i soldi in banca di Preziosi elevandolo al soglio pontificio e coprivano di gloria ogni sua nefandezza. Imparino equilibrio e pluralità di giudizi da QdM e la finiscano di inquinare le fonti.
PS. Per non generalizzare, tra quelli che conosco mi corre il dovere di salvare Gambino, che bene o male ha sempre giudicato in piena autonomia.