[OT]Pulitzer al pesto
Questo piccolo episodio folkloristico, considerato il livello dei protagonisti, cioè il Pinuccio ed i proprietari/dirigenti dell’emittente locale,in un mondo leggermente più normale potrebbe e, soprattutto,dovrebbe passare inosservato.
Ma non è invece così. Nel nostro mediocre localismo, diviene una notizia di cui scrive si discute, ci si schiera, come non ci fosse un domani.
Addirittura “Je suis Pinuccio…” si legge sui social. Belin o, se preferite,sticazzi!!!
Del protagonista avete giá scritto e ben ricordato. Personalmente so chi è, ma, al di là di qualche radiocronaca ascoltata per amore ed ansia di Genoa, non vedendo da decenni quasi alcun programma televisivo, non l’ho mai seguito.
Molti anni fa un amico mi mostró una scena, tristissima per il genere umano,da un teatro nelle parti di Cogliate, nel quale si teneva una festa per “veri genoani”. L’ex proprietario del Genoa versava, ridendo come solo lui sapeva fare, una bottiglia di spumante sulla capa del nostro,anzi suo, quasi emozionato per tanto onore.
Come ci si riduce, pensai!
In effetti il termine “giornalista” è leggermente esagerato per il Pinuccio, ma non solo per lui naturalmente.
Sarebbe più opportuno uomo di spettacolo per teatri di provincia o comico in stile bagaglino.
Ma pur considerando l’irrilevanza del soggetto, del contorno, del fatto in sè, i vostri post sull’argomento meritano invece qualche riflessione, in quanto episodi del genere risultano un paradigma, una punta di spillo,di una situazione ben più grave, che va ben oltre Genova ed il calcio.
Secondo la classifica di Reporter sans Frontières sulla libertà di stampa,riferita al 2024, l’Italia è scesa di cinque posizioni, al posto n.46,preceduta dal Tonga e seguita dalla Polonia.
Deriva certo dai vari tentativi di censura, in stile, quale esempio, “legge bavaglio”,sostenuta dalla coalizione di governo, che vieta la pubblicazione di un ordine di custodia cautelare fino alla fine dell'udienza preliminare.
Ma,a mio avviso, non solo questo.
Vi sono modi e maniere più subdoli e meno evidenti che vanno ad incidere.
Chi sono i proprietari delle emittenti televisive, della maggior parte dei quotidiani nazionali?
E cosa ordinano alla loro servitù?
Certo debbono vendere il loro prodotto, ma fosse solo quello il problema!
La questione vera è che il prodotto deve essere unico ed omologato e mai diversificato.
Alcune ormai rare eccezioni, televisive o di stampa, hanno dimostrato che un prodotto diverso, più libero e/o creativo e di qualità, vende e pertanto puó rendere all’editore.
Ma, appunto, non si tratta solo di una questione di mercato e di concorrenza, ma di controllo dell’informazione, che sceglie quale prodotto va venduto e quale deve sparire.
Il fine è omologare, abbassare il senso critico, la cultura, controllare l’informazione.
E allora anche gli attori chiamati allo scopo contano.
I Pinucci sparsi per il territorio e per i diversi temi, grandi e piccoli che siano, non si contano.
La qualitá dei giornalisti, che è sinonimo di libertà di pensiero, è bassissima e quand’anche esistesse, viene controllata, indirizzata ed inibita.
Per cui vengono ad essere utilissimi anche personaggi sostanzialmente incapaci di fare il mestiere di giornalista e persino di prostituirlo a chi li paga.
Per cui vediamo questi attoruncoli, che fanno audience sparando cazzate, pornografi del dolore o del privato altrui, magari con l’ausilio di adeguati plastici, urlando nei talk, tuttologi del nulla, leccaculi di ogni potere.
Mezzi di distrazione di massa!
Pinuccio è, nel nostro piccolissimo, questo, insieme ad altri compagnucci, leggermente più composti o, come si dice, professionali.
Gli editori di TN o Primocanale sono felicissimi di averli in “squadra”.
Pinuccio ha un pó esagerato e qualcuno l’ha inculato.
Ora va in castigo, ma vedrete che la “vibrante protesta” per la vicenda dell’eroe rossoblù da parte dei veri genoani nei confronti dell’emittente, porterà ad una soluzione, un misericordioso perdono,“necessario” all’audience.
Ovviamente, dopo tutti questi interessantissimi avvenimenti, i pulitzer al pesto, come quelli nazionali, proseguiranno a non disturbare ed a distrarci.
Restando al mondo-Genoa,in caso qualcuno di noi, indecorosamente livorosi e pignoli, volesse sapere, facendo esempi a caso, degli eventuali soci futuri di Soku o, caro Maurizio,di come sarà lo stadio di Genova, se domani si vedranno finalmente e dovunque le linee laterali, se migliorerà la sicurezza, se aumenteranno i posti o perchè il Genoa non puó acquistarlo da solo,
non lo chieda ai pulitzer de noiartri, non speri nella seconda o terza domanda,perchè è già un miracolo se riescono a farne una.
Piuttosto proviamo con la cartomanti, che, mi dicono, che a volte ci azzeccano ed hanno di certo più dignità professionale!
In alto i cuori!
Esemplare come sempre.
IannA
Namaskar61 considera che le misurazioni della libertà di stampa non è che siano attendibilissime, io non credo che l'Italia sia per davvero così indietro, è un dato molto "drogato" dal fatto che da noi c'è la ciminalità organizzata e c'è pieno di giornalisti antimafia sotto scorta, alla Saviano.
Però, ecco, vorrei andare su Tonga e vedere se effettivamente i giornalisti possono scrivere tutto il cazzo che gli pare più che in Italia. Francamente lascia un po' il tempo che trova.
Inoltre un pezzo di queste rilevazioni viene fatto facendo riempire un questionario ai giornalisti. Quindi magari i giornalisti italiani si sentono limitati nella possibilità di esprimere il proprio parere (del resto la TV pubblica è di nomina governativa con quel che ne consegue mentre il suo concorrente diretto possiede un partito politico) ma, di nuovo, magari i giornalisti italiani si rifanno a tradizioni anglosassoni come metro di paragone, magari a Tonga no.
Scusate il pippozzo, ma era giusto per mettere un po' di puntini sulle "i" :-)
layos
Ciao.
Non mi importa il numero di posizione della classifica.
Puó essere 40 o 50, meglio del Tongo, e poco importa.
Chi stila questi numeri è un’organizzazione autorevole.
Prendiamola come un sondaggio serio, dove, al di lá di numeri e virgole, conta la tendenza.
Tendenza che è peró confermata dai fatti che si osservano.
Un solo esempio. Se i telegiornali ( in particolare quello storicamente più seguito, in mezz'ora di durata utilizzano 15 minuti per far dichiarare, con in mano un qualsiasi manuale Cencelli per diversificare i tempi, ad ogni politico il suo comizietto, senza una domanda neanche per sbaglio, ed altri 15 minuti su come si accoppiano le zanzare, su come sarà il prossimo festival, su quanto caldo o freddo fa o sulle mutande di fedez, non ho necessità di classifiche per accorgermi ed affermare che siamo messi maluccio.
Al massimo una classifica affidabile me ne da una conferma.
Oggi per avere qualche opinione/notizia diversa,un qualche ragionamento articolato, di maggiore profonditá, restano rare persone, spesso neppure giornalisti, ma, ad esempio, professori universitari come Barbero,Montanari o Orsini.
Nel calcio e nel Genoa è, se possibile, anche peggio.
Personalmente leggo solo voi. Che sia più o meno d’accordo, il livello è comunque qualitativo, simile a quello di un quotidiano, con tema specifico, ma libero.
A Genova un quotidiano o una trasmissione dedicata al calcio, qualitativamente paragonabile non c’è.
Fuori Genova non lo so, ma temo sia difficile esista.
Spero di essere riuscito a spiegarmi sul punto.
GigiMi
"Quoto tutto, ma ricordiamoci che tanto tempo fa'i nostri discendenti si compravano addirittura le indulgenze papali,per paura di quello che potevano mai trovare nell'al di la'..dove cazzo vuoi che vada seppur oggi 10.0 tale specie umana?..meno male che ci sono almeno spazi come Qdl(Quelli del Luthero)"
Namaskar61 Sono d'accordo sul fatto che il livello qualitativo del giornalismo in Italia sia mediamente basso e in particolare quello televisivo è davvero miserabile, salvo rarissime eccezioni. Esistono però spazi dove invece il giornalismo è di altissimo livello e grande accuratezza. Io leggo Limes, Internazionale, Il Post e sono tutti giornali\riviste di eccellente livello.
Detto questo io contestavo solo l'indice sulla libertà di stampa. Libertà di stampa signifca che io domani voglio magari scrivere che "Meloni è una strega" e mi trovo la DIGOS in casa che mi fa delle perquisizioni e mi accusa di reati pretestuosi, come succede in Iran, Russia, Hong Kong, Egitto, Venezuela e via discorrendo. Quello, grazie a Dio, in Italia non succede, chiunque è libero di scrivere quello che vuole, comprese cose platealmente false, senza pagare il minimo pegno o il minimo dazio, la libertà di stampa, fammi dire, è quasi "troppa", se mi passi l'ossimoro.
Come ti ripeto, grandissima parte del punteggio basso che ha l'Italia deriva dal fatto che molti giornalisti che si occupano di criminalità organizzata devono vivere sotto scorta armata.
layos
Io leggo Limes, Internazionale, Il Post e sono tutti giornali\riviste di eccellente livello.”
Concordo. Sono testi che leggo anch’io.
Sono peró di nicchia, cioè eccezioni che non contraddicono il clima generale.
“…la libertà di stampa, fammi dire, è quasi "troppa", se mi passi l'ossimoro.”
Comprendo quello che vuoi dire.
Ma è il prezzo della libertà.
Fermo restando che su questioni personali di falsi e/o ingiurie, esiste eventualmente la querela e la richiesta danni.
Sulle belinate, fake ed i falsi non personalizzati che escono, provenienti da chiunque, esiste comunque la possibilità che vengano sgamati, con i medesimi mezzi,da altri e soprattutto da coloro che hanno maggiore autorevolezza sull’argomento.
Il peggio accade quando una testata o appunto un giornalista ( ma anche qualunque professionista), vendono la loro autorevolezza culturale,storica,o la loro visibilità mettendosi al servizio di un padrone o di un potere.
Cioè, in concreto, il loro falso o la loro belinata ha un peso negativo maggiore di quella di un signor chiunque ed è più complesso farla emergere come tale.
Comunque guarda un pó questo Pinuccio cosa ci ha stimolato!
Finirá che lo ringrazieremo!
Namaskar61 Comunque guarda un pó questo Pinuccio cosa ci ha stimolato!
Ciao Alfredo più di un conato di vomito non è che stimoli… per il resto ci pensiamo noi
- Modificato
Namaskar61 "Oggi per avere qualche opinione/notizia diversa,un qualche ragionamento articolato, di maggiore profonditá, restano rare persone, spesso neppure giornalisti, ma, ad esempio, professori universitari come Barbero,Montanari o Orsini."
E allora facciamoli dei nomi, senza pregiudiziali, mettendo però il carico da 90.
Facciamo un esempio di queste ore, con la premessa di non buttarla in politica (a me cara come argomento), e indirizzarla verso un ideologia (non perversa),ma che accomuna, credo, la maggioranza degli utenti di Qdm.
Cosa deve contraddistinguere un giornalista, e soprattutto cosa cerca un lettore quando legge?
Il primo dovrebbe comunicare al lettore non le sue opinioni, ma trasmettere i fatti senza addentrarsi nella sua interpretazione che deve essere lasciata a chi lo legge.
Il lettore cosa cerca quando legge una rivista o un articolo?
Ovviamente la notizia e non il commento, la descrizione degli avvenimenti e non la interpretazione sommaria del fatto.
In sostanza tutto è lasciato, giustamente, alla opinione del lettore, che compra, legge e giudica.
Nel caso del personaggio in questione, che spero non venga eletto a eroe nazional popolare locale , la cosiddetta deontologia professionale, è andata a farsi fottere, in nome di un becero campanilismo da quattro soldi, per oscuri motivi forse dettati da manie di protagonismo o acchiappalike.
Un fatto inspiegabile per la professione e volendo anche per la esperienza ottenuta in questi anni, al di là dei suoi particolarissimi gusti e preferenze "societarie"
Tutto questo per ribadire un concetto di cui sono stato involontario protagonista poche settimane fa, leggendo sul un giornale di cui non faccio il nome, il commento di un lettore, il quale si rallegrava e si congratulava con il Direttore, per la "obiettività "della sua testata, che dava spazio unicamente alle notizie non lasciandosi prendere dalla mania di "sensazionalismo e interpretativa".
E allora prendiamo esempio un giornalista, apparentemente non di parte, apparentemente super partes, ma i cui risvolti e le sue scelte editoriali e in questo caso televisive, lasciano tanti dubbi sulla sua reale autenticità ed equidistanza.
A fronte di avvenimenti sanguinosi e tragici di rilevanza mondiale, si possono mandare in onda ogni santo giorno per 135 puntate, speciali su quella guerra e non dedicarne una ad un'altra non meno cruenta e violenta che si svolge nel Medioriente?
Dove inizia l'informazione e dove finisce la strada imposta?
Che credibilità può suscitare questa direzione non bipartisan?
E' di questi momenti l'ennesima trasmissione sulla rielezione del peggior presidente della storia americana, alla presenza guarda caso della Ducetta, unica rappresentante europea manco fosse Nilde Jotti o Rita Levi Montalcini.
Ecco che a mio modesto parere, irrompe non la propaganda, ma la guida pilotata, non la informazione spacciata come tale ma la direzione univoca.
E' come se ad un bivio pur potendo imboccare la strada a sinistra, qualcuno messo lì apposta ti invita ad andare a destra, spiegandoti che da quella parte la carreggiata è più scorrevole e pulita.
Questo ragionamento per tentare di spiegare, come giorni fa una persona mi disse sottovoce, che se l'editore di un giornale, di una tv o di un gruppo , vuol fare sapere la sua opinione in merito, non deve far altro che "sguinzagliare" una penna che il servizio e il messaggio è servito.
Ci sono giornali e giornalisti, Folli, Campi, Ajello, Adornato, Molinari e tanti altri che vestendosi all'Emporio Imparziale, non fanno altro tra le righe e a stretto giro di mail di "adempiere", di mostrarsi , affinchè non più il lettore interpreti e giudichi con la sua testa, ma che venga "imboccato", da presunte false autorevoli firme.
Nel caso di Brenzy Man, al di là della caduta di stile professionale e deontologica in cui è sorprendetemente e miseramente caduto, manco fosse alle prime armi o uno sbarbatello, il messaggio virtuale che ha lanciato, è stato non un autogol, ma un deleterio boomerang che lo ha prima scoperchiato e poi credo affossato.
Fosse stato di qualità il soggetto e super partes l'affermazione. si sarebbe risolto il tutto nel nome della libertà di stampa o nel demandare al sacro lettore, il compito di leggere e poi di giudicare il relativo rendiconto.
Tutto quello che non ha fatto e non ha saputo fare.
Io l'ultimo giornalista Genoano, che amavo leggere e che mi estasiava era Marco Pastonesi, ora finito a scrivere ogni tanto di rugby sul Foglio Sportivo, lo stesso giornale che si rammaricava che un giornalista non fosse morto "sotto le bombe", quelle stesse, le sole che vede Mentana.
Ianna
Ma chi cazzo è ‘sta cazzo di Goicochea?
Burp il più grande amico di Maradona
- Modificato
Trattasi di un tal Goicoechea, al secolo Andoni Goikoetxea, che con un entrata killer causo' frattura di tibia e perone a Maradona. Nel caso, se proprio bisogna infilare due cazzi in mezza riga, userei il maschile...non il femminile.
Nella nomenclatura secondo Ianna, ricca di allegorie e alliterazioni, sarei io, autore - secondo lui - di svariate entrate in tackle vigorosi nei suoi confronti.
Mai abbastanza, invero.
layos
Apprezzo questo post pur non condividendolo. E non è che non lo condivida perché sono contro. Non lo condivido perché viene mischiato tutto. Ma tutto non può essere mischiato. E non si tratta di assoluzioni o mea culpa. E mi è sempre sorta una domanda negli anni in cui mi sentii orfano del Genoa.
Perché questi signori portano in palmo di mano un signore che dopo un paio d'anni cominciava a far sparire soldi nelle sue scatole cinesi e lasciare zero euro al Genoa? Perché? Perché nessuno si pone in maniera critica verso una dirigenza che ci privó della licenza pur avendo ottenuto il risultato sul campo con successivi benefici economici? Perché nessuno ha chiesto domande scomode prima, poco tempo fa e magari un domani prossimo venturo?
La risposta o le risposte sono inevitabilmente poche e inevitabili. E si riassumono nella melma putrida di cui si nutrono gli ignavi senza arte né parte.
Buongiorno,
A proposito di lecca lecca,
"Ho seguito con ansia il suo sequestro. Ma che non abbia sentito il dovere di ringraziare Giorgia Meloni è semplicemente vergognoso."
La Vespa nazionale invidioso che la Sala sia andata dal doriano.
Cosa volete che sia al cospetto, uno sfoghetto di Pinuccio Vespa?
Chupa Chupa per tutti
Ianna