Ianna
Il problema, mi pare, caro Guaglione, sta nel fatto che il Genoa non é stato promosso dalla B con largo anticipo, ma che è stato ripescato a sorpresa dopo l'ultima giornata. Quindi non c'è stato tempo per programmare.
A quelli che paventavano una promozione immediata, con una rosa ricca di giocatori ottimi per la B ma non adatti alla A, si rispondeva che si sarebbe provveduto per tempo. Ma come succede spesso, il giovane allenatore vincente è rimasto legato agli eroi della promozione e i responsabili del mercato non avevano sottomano soluzioni già definite per sfoltire i quadri immettendo però quei pochi profili di qualità destinati a diventare punti fermi. Senza contare che lo stesso giovane allenatore non è stato immediatamente confermato. Poi, di fronte alla necessità di sfoltire, alla domanda: "Preferisci Badelj o nessuno? Preferisci Strootman o Parigini?", cosa volete che rispondesse?
Ma la madre di tutte le questioni è che il mercato non lo fanno più i presidenti tifosi, ma lo fanno professionisti a libro paga, che non possono rischiare di sembrare meno furbi di altri se vogliono restare in sella e conservare i propri benefici. Quindi intavolano noiosissime partite a scacchi coi loro colleghi, in attesa che qualcuno faccia per primo la mossa sbagliata. Il Genoa non è diverso dagli altri club italiani, con proprietà italiana o straniera. Sembra che tutti corrano i cento metri piani in un pantano, con il fango che arriva alle ginocchia, e alla fine tagliano il traguardo con il tempo che serve per correre i 5000 metri. Rinviare le decisioni all'ultima settimana è la forma di assicurazione con cui i professionisti furbi evitano di acquistare giocatori utili pagandoli il giusto, col rischio che poi debbano regalare i loro esuberi e perfino i loro giocatori con buon mercato. L'andazzo è questo qua. Non c'era un piano ben definito per allestire la rosa della promozione, oppure c'era ma non era fattibile. Credo con ogni evidenzia che siamo una società come tante, dacché la proprietà ha delegato la conduzione a un management italiano in totale sintonia con i meccanismi italici. Spors è relegato dalla proprietà sul trespolo panoramico di Baywatch, da dove scruta l'orizzonte della cosidddetta galassia. A fendere le onde c'è Ottolini, uno che come referenza ha per ora solo quella di provenire dal prestigioso management che è riuscito nell'impresa di trasformare la Ferrari in una scuderia F1 di serie C e che ha condotto la Juve, tra un tribunale e l'altro, sull'orlo della retrocessione e del fallimento, in Italia e in Europa. Intanto ci trastulliamo con Lipani, che non sarebbe mai sceso in campo in questa stagione e che dunque non serviva per lo scopo prioritario della salvezza. E non sappiamo se i temi caldi dello stadio e del centro sportivo sono ancora sul tavolo o sono stati messi nel freezer. I nostri punti fermi (portiere, difensore centrale, regista, prima punta) sono per 3/4 scommesse e per 1/4 a risparmio energetico. Vincere 3 scommesse su 3 resta la nostra unica speranza. Ma non è detto che basti.