KanakGroup
Comprendo, e mi dai spunto per un ragionamento ulteriore sulle questioni che poni.
Prima di proporlo, chiudo con la questione di Lucho con una breve precisazione. Milito non tornó per sostituirlo, ma prese il posto di Oliveira ( quello che “si girava su una tavoletta”,che il signorino di Grugliasco metteva in campo fino a quel momento).
Così, tanto per spaziare con la fantasia e per amore del calcio , allora avrei sognato di poter vedere insieme, almeno per qualche partita o parte di essa, i due argentini insieme.
Ma i sogni spesso restano tali nella “cruda” realtà.
Invece sulla tua affermazione riguardo le aspettative dei tifosi nei confronti di grandi calciatori che approdano a Genova a svernare o a curarsi dopo un infortunio grave, si apre un ragionamento più articolato, che prescinde peraltro dal loro successivo rendimento.
A mio avviso questa tipologia di acquisti sono il segno della mediocrità ( ed in alcuni casi della “disperazione”) di una Società. Infatti ne abbiamo visti parecchi in tanti anni di Genoa.
Anche Balotelli è giunto in un ennesimo momento
( che ci saremmo volentieri evitato) di semi-disperazione, con qualsiasi possibilità di programmazione interrotta dagli eventi in corso.
Ovviamente sono altra cosa la sua utilità, il suo rendimento, le sue capacità ed il fascino che la sua presenza crea nel tifoso medio.
L’impossibilità di competere con le grandi per i calciatori già affermati, bravi, in salute e mediamente giovani, unita all’incapacità delle varie gestioni che si sono succedute di organizzare in maniera efficace e sostenibile la parte sportiva, lo scouting, hanno condotto molto spesso all’affidarsi ai mestieranti italiani, fossero calciatori, ds, allenatori o procuratori vari.
Il tutto associato ad un posizionare il Genoa quale “vassallo” delle big, pertanto sempre disponibile a concedere favori ( cessioni di talenti che emergevano da noi, sviluppo di giocatori giovani di proprietà altrui), per poi averne quale beneficio/concessione, cioè i loro “scarti” e magari i loro favori per raggiungere una delle tante salvezze.
L’ultimo esempio è Miretti, anche lui giunto durante l’estate della semi-disperazione.
Mi spiego bene, perchè non sono nè il suo valore, nè il suo rendimento attuale il tema che sostengo.
Mi sono anche spiaciuti i fischi che si è preso qualche mese fa e gli va dato atto di aver reagito positivamente, ed oggi fornisce il suo apporto,avendo raggiunto un rendimento positivo.
Ma, detto questo, il tema è che stai facendo giocare un calciatore di totale proprietà della Iuve, che, in caso volessero comprarlo a giugno, ha una valutazione mi pare di 12 milioni di euro.
Ora la domanda, che ho posto anche a Lugano davanti ad un’ottima birra ( grazie Jena!🤓), è: quanti calciatori con qualità sovrapponibili a Miretti esistono nel mondo e costano la metà o quanto abbiamo pagato, ad esempio, Albert?
E non vorrei sentirmi rispondere che peró lui è pronto, perchè italico, e, per ipotesi,uno svizzero no perchè straniero, in quanto la realtà ci ha mostrato che le sue prime prestazioni sono state obiettivamente un mezzo disastro.
Altra cosa è compiere un percorso ed attuare strategie in totale autonomia di pensiero, facendo rendere al meglio i budget esistenti ed andando ad acquistare in qualsiasi luogo calcistico dove esistano le occasioni per trovare i calciatori che sono utili ad un progetto di squadra realizzato per durare nel tempo.
Per questo motivo ho apprezzato Spors.
Senza mitizzarlo ed al netto di qualità ed errori che ha commesso, che ci stanno comunque quando si opera.
Ma era prima di tutto la sua filosofia nel gestire il mercato e la Società ( quando ha potuto realizzarla) che era ( e sarebbe) funzionale alle esigenze di una Società delle dimensioni (potenziali) del Genoa.
Rendendola maggiormente autonoma dal sistema calcio in cui siamo, che ti impone un ruolo ed una posizione ( in qualche modo anche in classifica) a cui devi sottometterti, senza “disturbare”.
Il calciatore di nome,a fine carriera o reduce da infortunio ogni tanto ci puó anche stare, se compatibile nel progetto in corso, ma solo come eccezione e non come filosofia.
Insomma mai dovrebbe costituire il salvatore della patria, come è invece stato storicamente per noi,ma solo un mattone nella costruzione di una casa.
Che poi possa anche suscitare aspettative, entusiasmi da parte del tifoso, che possa far vendere più magliette o prendere più click sui social, non solo lo comprendo, ma lo trovo anche utile e necessario.
Ma sempre in linea secondaria alla costruzione di una Società sana e di una squadra efficace e di valore rispetto alle mete sportive previste.
A mio avviso,che a molti genoani piacciano e che suscitino grandi aspettative questi calciatori, da una parte è comprensibile ( tutti i nomi che hai citato possedevano qualità, in certi casi anche notevoli), ma fa parte di una “cultura” che si è andata formando soprattutto al Genoa, cioè quella per cui sono i singoli che ti salvano o ti portano ai risultati
( siano essi non solo calciatori, ma anche allenatori o ds) e non l’organizzazione capillare della Società, economica e sportiva ( che qui ha latitato più che altrove), perchè solo all’interno di questa le capacità del singolo e/o del talento, giovane o anziano, trovano un senso compiuto.
Il domani, che oggi è già iniziato, mi auguro sià così e non eguale al passato, prossimo o remoto!
❤️💙