Saranno Famosi (III)
SONO 33 I PALESTINESI uccisi ieri mattina dal missile israeliano che ha colpito il porto di Gaza City.
Ha centrato la caffetteria al-Baqa, sedie di plastica marrone, internet e un tendone per fare ombra: da tempo è il luogo di ritrovo di giornalisti e attivisti, una sorta di co-working al tempo del genocidio.
Tra loro c’è il 228esimo reporter palestinese ammazzato dal 7 ottobre 2023, il fotografo e regista Ismail Abu Hatab.
Un nome noto a Gaza e fuori: la sua ultima mostra, Between sky & sea, era stata ospitata da una galleria di Los Angeles lo scorso aprile.
La giovane pittrice Frans Al-Salmi aveva ritratto Ismail un mese fa e pubblicato il quadro nel suo portfolio su Instagram, un viaggio dentro i volti di Gaza.
Ieri Frans è stata ammazzata alla al-Baqa insieme all’amico.
«Corriamo, non sappiamo dove – aveva scritto la pittrice un mese fa –
Portiamo con noi ogni ricordo possibile, ci stringiamo ai nostri gatti come fossero le uniche creature viventi di cui possiamo fidarci».
E poi la giornalista Bayan Abu Sultan, ferita nel raid.
Sangue c’è anche sulla maglietta, sopra c’è scritto «Normal is boring», la normalità è noiosa.
L’ironia nera palestinese, una delle tante forme di resistenza, necessarie a non impazzire.
Intorno a lei e all’enorme cratere, giovani uomini portano via i corpi delle vittime.
«Stavo andando al café per usare internet, ero a pochi metri quando c’è stata l’esplosione.
I miei colleghi erano là, persone che vedo ogni giorno.
La scena era orribile: corpi, sangue, urla ovunque».

Ianna