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Flavyn Mason (Parte 2)
La sua adunata del ritorno al lavoro è fissata tra pochi giorni e Flavyn Mason si concede gli ultimi giorni di riposo, sempre con occhio alla vibrazione del suo Nokia con antenna estraibile e un orecchio alla sua personalissima suoneria.
Dopo aver trascorso l'ultima settimana praticamente immobile sulla sdraio arcobaleno della sua terrazza ,con due fette di zucchine crude a coprirgli gli occhi e una borraccia risalente al Giro d'Italia del 1964 che fece tappa a Masone per un brevissimo tragitto, lasciandogli sul corpo gli indelebili segni dei braccioli, in un panorama rosso fuoco che sembrava fosse il fenomeno della Luna Rossa.
Dopo sette giorni di esposizione Flavyn decide che è il caso di fare un bagnetto.
Verso le 14 ,lontano da occhi indiscreti si avvia verso il laghetto situato appena dietro la piazza della sua ridente cittadina:
Ha chiesto in prestito alla sua nipotina ,una paparella gialla dal collo rosso e comincia a roteare le braccia, con le mani rema come Peppiniello Abbagnale verso il centro dove una fontanella spruzza acqua piovana riciclata, fino a quando al calar delle ombre si illumineranno tre lucette color marrone.
Per tutto il pomeriggio non aveva fatto altro che sfogliare una sorte di margherita che, visto il volume somigliava più ad una corona di fiori dell'attiguo cimitero.
Il procedimento era alquanto complicato:
Su ogni fiore c'erano tutti i nome dei giocatori che Mashiro aveva segnalato sul Muretto negli ultimi tre mesi, che fino all'altro ieri ammontavano a circa 3456:
"Questo no, questo sì, questo si e questo no"
E li gettava in acqua.
Solo un dubbio gli venne quando spuntò il nome di un brasiliano delle Favelas di Belo Horizonte che aveva visto a sprazzi, durante una diretta di Rojadirecta alle 3.30 di un venerdì, appena una ora prima che suonasse la sveglia per il primo treno del giorno per Genova.
All'improvviso però squilla il telefono:
Flavyn è impacciato perché ha timore che il segnale possa sparire e la telefonata perdersi.
Riesce miracolosamente su quella specie di display a leggere il nome;
"Segretaria"
Di corsa, mulina a più non posso sempre a bordo della sua paperella gialla.
Raggiunge una posizione idonea dove c'è un minimo di campo e chiama.
Dall'altra parte del telefono non fa in tempo nemmeno a pronunciare un timido buonasera, che sente imperiosa la voce della Segretaria:
" Venga il Direttore ha bisogno di lei"
Flavyn in preda al panico, acciuffa un pantalone e una camicia di un nonnino che stava indossando un costume Disegual, e corre alla stazione ferroviaria che dista non meno di mezz'ora a piedi.
È fortunato perché da lì a un'ora sarebbe arrivata in perfetto ritardo la Littorina per Brignole.
Sudato più di Evans Chebet, rosso come un muratore rumeno che ha appena finito un secondo piano, arriva in ufficio e di corsa senza nemmeno timbrare, infatti poi si scoprirà che risulterà presente ma di fatto assente, va nella stanza della Segretaria.
"In che cosa posso essere di aiuto Dottoressa Viscardi?", chiede come un giapponese quando si inchina per salutare.
" Conosce il suo collega dell'ufficio oggetti smarriti , Gianfrancesco Francesconi?
Ebbene la sta aspettando, è disperato, lo aiuti"
Flavyn va nella stanza del collega, un tugurio che sembra una cella di un carcere ,ma non lo trova, cerca in altre stanze ,ma niente.
Ne resta solo una che non ha controllato:
La mitica sala Macchinette Caffè.
Lo vede laggiù in fondo che scuote come un albero di nocciole uno dei quattro frigoriferi della ADS, quello del cibo per la precisione:
"Sono tre ore che il Tramezzino Porchetta Capricciosa si è incastrato. Può fare qualcosa?"
Con lo stesso identico movimento alla Ruben Oliveira ma su mezza mattonella, il tramezzino al n.104 dal valore di 0.90 centesimi cade nel vano e Gianfrancesco Francesconi ne può finalmente entrare in possesso.
Quando Flavyn soddisfatto per il lavoro compiuto si appresta ad imboccare l'uscita ,all'altezza dell'androne principale, il portiere che non lo aveva quasi mai visto, sente squillare il telefono aldilà del vetro divisorio:
E' la Segretaria del Direttore:
"Flavyn Mason è già andato via?"chiede.
"No dottoressa è ancora qui".
"Lo faccia salire con urgenza"
Flavyn che stava già controllando mnemonicamente a che ora aveva il prossimo treno per Masone Tennesee, con la speranza che non lo cambiassero con un autobus sostitutivo che facesse tutte le fermate di tutti i paesini, ed era preoccupato per la sua paperella che aveva lasciato al nonnino come pegno in cambio dei suoi vestiti, sale di corsa al piano superiore e si reca dalla segretaria del direttore:
"Permesso Dottoressa ha bisogno di me?"
"Conosce l'economo Gian Domenico Gervasutti?"
"No dottoressa".
"Non ha importanza, vada su che sembra abbia un problema con il badge ingressi"
L'economo Gervasutti più conosciuto con il nome Giandovai , era un genio nel suo campo, ma aveva un problema diciamo logistico:
Preferiva rivedere l'Esorcista 10 volte nel weekend, in quanto aveva il terrore delle zanzare, non quelle tigre di cui pensava fossero solo al Circo Togni, ma di quelle classiche, comuni insetti volatili.
Per questo si era fatto installare a sue spese, sul suo piccolo terrazzino che affacciava sulla Superstrada per Sestri, una zanzariera ad altezza uomo alta presso a poco quanto lui, su misura, perfetta, spaccata al centimetro che se gli crescevano i capelli o indossava un cappello ,non entrava più.
Quando Flavyn entrò nella sua stanza lo vide fuori dal balconcino aldilà della zanzariera che era regolarmente chiusa:
Si avvicinò e lo vide armeggiare psicoticamente.
"Dottor Mason grazie di essere venuto ,le spiego:
Questa mattina verso le 630 quando sono entrato in ufficio per un ammanco di cassa del reparto Gastonomia e Salumi, ho visto una zanzara svolazzare intorno alla mia postazione ,ho aperto prontamente la zanzariera come da accordi sindacali e norme di sicurezza per farla uscire liberamente in quanto sono un convinto non violento, ebbene quando ho aperto da destra verso sinistra sono uscito con lei, la ho vista chiaramente e poi assicuratami che era fuori ho chiuso da sinistra verso destra
Ora che sono le 1730 e dovrei ancora trovare quell'ammanco, il telefono squilla da ore, non riesco più ad entrare da sinistra verso destra, e pur facendo lo stesso movimento di prima, non riesco ad aprire questo diabolico aggeggio, mi sono incastrato e non ne vengo più fuori"
Anche in questa occasione Flavyn con una mossa tattica alla Gasperson simile a quando mise Hernan Crespo ala sinistra, apre la zanzariera da sinistra e lo fa uscire come Biraschi dall'area palla al piede .
Esausto per il lungo viaggio ma estremamente soddisfatto per le due imprese compiute , Flavyn Mason si avvia verso l'uscita dove il solerte portiere finalmente comincia a conoscerlo dopo 27 anni ,ma che non gli impedisce di mostrargli il dito medio.
Solo dopo settimane scoprirà che l'ammanco che cercava l'Economo Giandovai era dovuto a una non meglio responsabilità del portiere:
Si parla di un paio di scatole di Gianbonetti mancanti all'atto della consegna in portineria.
Flavyn è pimpante ,allegro cammina a tre metri dal suolo, è in mezzo alle auto, anche quelle che viaggiano su tre corsie, si avventura saltellando sulla Sopraelevata, salta panchine come ostacoli, ma ha solo voglia di fare l'unica cosa che davvero gli piace e lo esalta:
Ascoltare la sua canzone preferita ,il gingle della suoneria del suo vecchio e amato Nokia, che lo gasa come un passaggio di Strootman, come una confezione di Gatorade arancio, la sua preferita.
E allora chiama la sua ragazza Gianna, di cui scriveremo a parte anticipando solo che fa la commessa ma non dove per motivi di Privacy:
"Mi puoi squillare tre o quattro volte per non più di 10 secondi, prendi bene il tempo con il cronometro uguale a quello del Gasp. che ti ho regalato il giorno che lo volevano al Manchester United? "
Gianna è ben contenta di farlo e lo accontenta perchè lo rende felice come se scartocciasse i regali di Babbo Natale.
Dopo pochi secondi, ecco arrivare la musichetta del cantante preferito da Flavyn ,la sua canzone del cuore!
E' Bruce Springsteen che canta:
"I born in Masone, i born in Masone"
Ianna