Sono d’accordo con il Capitano: “siamo in una fase di rientro in squadra e abbiamo giocatori nuovi coi quali dobbiamo stare assieme per capire bene le idee. Siamo in questa fase e abbiamo bisogno di questo genere di partite per capire cos’è la Serie A, in cui tutte le partite, in casa e fuori, sono difficili.”
Tradotto: siamo in rodaggio, e va bene così. Ma intanto si gioca, si sbaglia, si impara. E si prende qualche schiaffo.
In questo momento della stagione, se va bene, si riescono a intravedere difetti e potenzialità. Si tentano paragoni e valutazioni che lasciano il tempo che trovano, fino a quando si stabilizzeranno condizioni e meccanismi interni ma anche le squadre avversarie. È tutto provvisorio, eppure già si sentenzia come fossimo a marzo.
Affrontare il vituperato Di Francesco nei primi due mesi di campionato è sempre un problema. Lo temevo. Lo confermo. E lo archivio, sperando di rivederlo quando saranno, al solito, completamente scoppiati.
Comunque, visto che siamo qui apposta, provo a buttare giù qualche pensiero sulla squadra, consapevole del rischio cantonate dovuto ai presupposti.
Se confrontiamo il Genoa visto ieri con quello dello scorso anno, dovremmo festeggiare. Perché provando una formazione con quattro giocatori offensivi, l’anno scorso avremmo perso anche col Roccapepe. Che poi, dove cavolo sarà ’sto Roccapepe… (cit.). Invece abbiamo concesso calci d’angolo mettendo su tre occasioni a una. E già questo è un progresso.
Se un marziano calasse da Marte e dovesse giudicare i singoli, panchinerebbe immediatamente Frendrup, Vasquez e Carboni chiedendosi il perché siano stati messi in campo. Un tanto per l’attendibilità della partita in ottica prospettica. Non fosse entrato Jeff o non avesse preso quella punizione, Colombo sarebbe stato giudicato diversamente. Lavora con la squadra da tre settimane eppure è battezzato come bidone dal 90% dei tifosi. Sforzandomi di non farmi condizionare, io l’ho visto discretamente, rispetto alle aspettative e nel contesto di squadra di ieri, dove il primo a subire la condizione e l’affiatamento generale è la punta.
Dall’anno scorso ci portiamo dietro un paio di giocatori fondamentali (Martin e Frendrup) che sono fondamentali ma tendono a rallentare il gioco in fase di impostazione. Cosa a cui va trovato un rimedio e che richiederebbe alternative tattiche o tecniche. Insisto nel ritenere necessario un terzino sinistro di corsa alla NC anche a sinistra. A volte buttare il pallone avanti per cercare la seconda palla, come dice Mashi, sarebbe preferibile. Invece passaggi indietro oppure a tre metri in orizzontale con l’unico risultato di consentire il pressing offensivo da parte degli avversari.
L’impressione – tutta da verificare e che magari sarà smentita clamorosamente – è che si tratti di una squadra che dovrebbe essere più “casalinga” e divertente, con la grandissima incognita sul mantenimento di una solidità accettabile. Perché non si può rinunciare tutto a un colpo alla caratteristica principale messa in campo nella scorsa stagione, che – ricordiamolo – ha garantito un rendimento esterno tra i più prolifici della nostra storia. E non possiamo permetterci di perderlo per inseguire un’idea di spettacolo che, al momento, è ancora tutta da costruire.
In questo momento dovremmo fare migliore figura contro chi non guarda a come giochiamo noi ma intende fare la partita (sgrat). Infine urge migliorare la condizione atletica e la brillantezza, cosa che dovrebbe testimoniare al contrario una preparazione consona che ci dovremmo godere più avanti.
Calcio d’agosto.