Buongiorno a tutti.
Qualche mia riflessione, aggiuntiva alle vostre,sempre puntuali,approfondite ed interessanti, sulla situazione di questi, per noi famosi, 777.
Vedendola un po’ nel lungo periodo, da genoano, mi viene in mente un verso di Gaber,che certamente qualcuno di voi ricorderà:
“…perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.”
Si facciano naturalmente tutte le dovute proporzioni tra il merito del verso ed il Genoa, ma il termine rivoluzione mi pareva appropriato in riferimento alle speranze che erano sorte dal settembre del 2021,oltre la gioia liberatoria di allora (per molti, ma non per tutti i genoani,come testimoniò la splendida pagina di ringraziamenti sul famoso giornale!).
Una proprietà che agisse in maniera nettamente diversa ,non solo dall’anomalia assoluta dell’ometto di Cogliate, ma in genere dai circa 80 anni precedenti.
Per cui nel muretto “antico” ed in questo,alcuni sottolinearono, giustamente, di non attendersi dei generosi elargitori di denari a palate,ma il semplice concetto per cui il business di questo fondo che investiva nel calcio (società con storie significative),facesse coincidere i propri interessi con i nostri.
In concreto,perseguire risultati sportivi,aumentare di molto i valori,rivendere nel medio/lungo periodo.
Il tutto,con una prima fase assolutamente necessaria di risanamento della Società dal disastro in cui era finita nel 2021.
Per altre Società con altra storia,in Italia e fuori, una buona prospettiva,ma da considerarsi abbastanza normale.
Per la storia del Genoa,fatta di proprietari mediocri,affaristi di basso livello economico ed etico,il “migliore” dei quali,in termini di risultati sportivi ottenuti, oggi si trova ai domiciliari per note vicende, una vera “rivoluzione”.
Dal 2021 in effetti qualcosa si è visto in termini di mutamento,non una linea retta,sempre coerente,alcune evidenti contraddizioni, ma certamente,nella sostanza, un percorso con avvenimenti positivi da annotare.
Fra il 23’ ed il 24’ ci giungono,in maniera frammentata,come uno stillicidio, notizie dagli Usa e dall’Inghilterra tutt’altro che buone riguardo i 777.
Crisi finanziaria,commissariamenti, mancati acquisti,possibili o probabili cessioni del comparto calcio,tutto o a pezzi singoli.
Notizie non chiare, alcuni misteri non ancora compresi e,per noi, una nuova discesa in ansie e paure,a cui siamo certo ben abituati,ma che speravamo fossero,una volta tanto,superate.
Ricordato questo, oggi possiamo/dobbiamo affermare, purtroppo, che
la rivoluzione “oggi no” e “domani forse”.
Ma, preso atto che si deve ancora soffrire fino a data da destinarsi, personalmente vedo anche ,nel mio riflettere e nel leggervi sull’argomento, aspetti che mi fanno essere meno pessimista che in passato o,se vogliamo,danno un po’ di luce al possibile futuro.
Chiunque essi siano,se mai lo sapremo, non penso che i 777,Blasquez e compagnia,avessero altri fini rispetto a quelli che hanno affermato inizialmente.
La risposta alla classica domanda “cui prodest”, mi porta a pensare che, fossero anche cinici farabutti con vari chili di pelo sullo stomaco ( e non lo escludo), per creare valori e rivendere non avessero molte strade alternative se non il concretizzare le intenzioni iniziali esposte, per noi e per le altre Società acquistate.
Ma un conto sono i propositi e le ambizioni, altro è esserne capaci.
Obiettivamente le questioni legate alle assicurazioni pensionistiche Usa,il tentativo fallito con l’Everton ed altri casini altrove, non mi sembra che confermino qualcosa di buono riguardo le loro capacità di mantenere i propositi, in stile gruppo Red Bull.
Comunque, al netto di errori e/o incapacità, è indubbio che riguardo al Genoa una strada sia stata percorsa e che il viaggio, comunque si concluda per i 777, lasci zone di luce.
Di certo la situazione economico finanziaria attuale del Genoa,sempre delicata,ma decisamente migliorata rispetto al 2021, il valore della rosa e le altre iniziative su alcune strutture,sportive e commerciali,che entreranno a far parte del patrimonio.
Ma esiste un altro aspetto,di non minore importanza,che va preso in considerazione perché,a mio parere,altrettanto vitale.
L’entusiasmo iniziale, il semplice “senso di normalità” dirigenziale,almeno percepito in questi anni, di cui scrivevo sopra,insieme ad alcune iniziative di immagine, hanno creato una crescita di partecipazione al Genoa che non ha precedenti, in particolare sui giovani.
Il Genoa ha, nel passato prossimo e remoto, continuato ad esistere perchè esistono i genoani.
Diversamente sarebbe sparito, assorbito da una fusione (i diversamente giovani,ricorderanno questi bei discorsi dagli anni 60’ in avanti).
Cioè, al di là di come andrà la vicenda americana, qualunque analista distaccato, fuori dalle parti, ha a disposizione il test degli ultimi due anni per comprendere le potenzialità particolari, presenti e di prospettiva, che ha il Genoa a livello di business, che in passato si potevano anche comprendere, ma venivano regolarmente inibite per diversi motivi e situazioni legati alla città, al destino ed a quant’altro ci ha portato i peggiori e più stupidi proprietari possibili.
Ma,va anche aggiunto, che questa crescita sta avvenendo in una città/ regione che hanno dei limiti, se non altro di popolazione residente.
Per cui lo spazio che ci stiamo ri/prendendo, limita , di conseguenza, lo spazio degli altri (purtroppo) esistenti ,i quali, è bene sottolinearlo ,non sono sinergici (se non per il tema ristrutturazione stadio, capitolo spinoso che non voglio toccare in questo post), ma sono in concorrenza,molto più di quanto accade alle squadre di Milano,Roma e Torino.
Diciamo che mi auguro si riduca fortemente, questo insopportabile stile “politically correct” che è emerso più volte in questo periodo.
Spero molto che,chiunque sia a dirigere,siano gli esistenti o altri domani, nel loro stesso interesse,comprendano che il politically correct in questa regione ed in questa città,significa essere assorbiti in una mediocrità incompatibile con la volontà di fare business.
Poi si puó parlare anche di un potenziale di visibilità extra-regionale o internazionale, che puó essere costruita lavorando sull’immagine della Società all’esterno delle “mura”.
Ma questo è un altro discorso, diciamo futuribile, se, in qualche modo, un percorso post crisi 777 potrà riprendere con altri.
Insomma questo ultimo periodo, da valutare come ognuno crede, ha mostrato comunque un ulteriore valore aggiunto del famoso “popolo genoano” (sempre Sia lodato il Professore,per questo termine e per molto altro!),composto di persone molto diverse fra loro,di un buon numero di autentici coglioni, ma,visto nella sua interezza, molto particolare e fedele al “prodotto” Genoa,rispetto ad altre realtà calcistiche di eguale o superiori potenzialità numeriche.
Riprendendo i concetti precedenti, l’interesse per il calcio e nel calcio è tangibile e la realtà Genoa è obiettivamente particolare ed interessante.
Nel frattempo in cui attendiamo domani, il problema attuale, a luglio 2024,sul quale non ho alcuna certezza, sta nella capacità di resistenza finanziaria del gruppo.
Avete scritto di come sarebbe funzionale non svalorizzare l’esistente ( Genoa per primo) e persino continuare una crescita, al fine di giungere ad una probabile cessione con utili migliori per il fondo.
Scendendo nell’ambito sportivo che ci riguarda, e senza entrare nei dettagli del calciomercato che è altro argomento, le eventuali possibilità di liquidità, di sostenere il presente, significherebbero far uscire il Genoa dalla ricattabilità.
Nei fatti, e quale esempio su tutti,se vendere Albert è una possibilità, per carità anche probabile, è una cosa, se è una necessità parliamo di altro.
Nella prima ipotesi, il significato è quello che,chi oggi decide, pur nell’ambito di tutti i parametri economici da rispettare,è in grado di supportare anche la eventuale mancata cessione della plusvalenza più importante per assenza di offerte adeguate.
Magari, in tal caso, agli operatori del Genoa sul mercato sarebbero richieste altre cessioni o di rinunciare a possibili acquisti.
Ma, cosa non da poco, sarebbero scelte( giuste o sbagliate lo si potrà discutere a livello sportivo, che è discorso diverso) del Genoa Società e non imposizioni/ricatti dall’esterno.
Questo è il dilemma del presente,cioè in che modo affronteremo il tempo che ci separa dalla cessione e dal valutare i nuovi proprietari che verranno.
Buona domenica!