edoardo777
Il giornalismo sportivo è moribondo in generale, a Genova è morto e sepolto.
Gli articoli dei pulizer nostrani ne rappresentano l'epitaffio...anziché le lodi al defunto ne riportano il dileggio fino all'insulto. A partire dall'intelligenza dei lettori.
Facciamo un parallelo con la gestione del calcio: il privilegio assurdo riservato alle "grandi" è spacciato come unica via per la sopravvivenza del sistema dal punto di vista economico. Niente di più falso perché, in realtà, lo spettacolo sarebbe infinitamente più attrattivo, quindi remunerativo, se garantisse equilibrio pagando i giocatori proporzionalmente ai ricavi garantiti dal sistema.
Per il giornalismo vale la stessa cosa. Vogliono farci passare la sciatteria e l'impreparazione come obbligatorie per racimolare ascolti e pubblicità mentre, in realtà, questi giornali e trasmissioni le vedono ormai in pochissimi ed i giovani guardano intrattenimento e si informano sui social o su internet dove infatti girano i soldi veri.
Non voglio dire che i mezzi alternativi, oramai preponderanti, siano privi di difetti... bisognerebbe scrivere un libro. Rimane il fatto che, per contrastare la "pillola" di informazione figlia dello scroll, della gratificazione istantanea, ci vorrebbe appunto competenza, proprietà di linguaggio e studio. Oltre alla capacità di argomentare selezionando i contenuti davvero attrattivi con l'opportuno approfondimento.
Il mio punto di osservazione del fenomeno è mio figlio, intento giornalmente a scrollare tik tok ma, altrettanto spesso, sorprendentemente assorto a sorbirsi pipponi super eruditi sulle caratteristiche dei calciatori da "you tuber" simili ad enciclopedie viventi, capaci di dispensare statistiche e confronti di pedatori calpestanti l'intero globo terraqueo.
Non trovo ci sia grande contraddizione e ritengo il secondo come lo spazio che giornalisti seri dovrebbero presidiare per non scomparire.
Rimane la consolazione nel constatare come i nostri eroi, al giorno d'oggi, non se li caga sostanzialmente più nessuno. Semplicemente i loro editori se ne rendono parzialmente conto essendo affetti, indipendentemente dall'età anagrafica, da irrimediabile demenza senile.
Scignuria