Bortolazzi
sono d’accordo grande Borto, i valori dei giovani si capiranno e li contestualizzeremo nel tempo dove andranno collocati.
Le nostre generazioni (40+) sono le ultime con echi e riverberi di un mondo perduto dove pure la TV non esisteva, i miei nonni non la guardavano e si accigliavano con sospetto a osservarci schierati davanti a quella scatola.
Lo scrivo perché la corretta classificazione che hai fatto dei social li differenzia sostanzialmente per la velocità di fruizione e la raffinatezza degli algoritmi a orientarne il consumo. Questo lo vedo riflesso nell’atteggiamento dei giovani alla vita e al lavoro, dato che ho l’occasione di frequentarli da vicino, avendo responsabilità di un gruppo significativo di persone molto cresciuto negli ultimi anni attraverso la loro selezione e formazione.
I nativi digitali, in pratica, sono figli di “armi di distrazione” molto potenti che abituano loro alla gratificazione istantanea in mondo dove le risposte sono facilissime da trovare ma non allena a porsi le domande. Se ci pensi, sarà il segreto del prossimo secolo sul lavoro dove l’intelligenza artificiale renderà superflue le nozioni e premierà appunto pochi profili: i ricercatori in grado di sviluppare questi sistemi (saranno pochissimi) e quelle persone in grado di prendere decisioni di “trade off” ovvero le meno sbagliate in situazioni complesse dove non esiste certezza matematica rispetto al risultato.
Ne parlavamo con Edo in macchina, in una serata d’acqua a Campo Ligure, aspettando il Guru. I nostri figli e i ragazzi in genere vivono un mondo complicatissimo dove emerge solo chi è allenato a porsi le domande giuste piuttosto di cercare risposte che ormai si trovano ovunque. Una ricerca ben pensata nei presupposti, un’impresa che colga bisogni non scontati, il valore del lavoro come riscatto rispetto al bombardamento di notizie (o nozioni) troppo veloci per stimolare riflessioni che appaiono noiose mentre rappresentano il futuro.
Se prendi ad esempio 10 ingegneri, sette hanno fatto lo scientifico che aiuta per superare in fretta analisi ma il migliore del corso viene dal classico perché la filosofia e la letteratura, fatte bene, insegnano cose inutili a prima vista ma inducono a cercare il significato e non le risposte.
Questo post voglio soprattutto dedicarlo a Edo, non lo sento da mesi per colpa (poco tempo, grandi casini e pigrizia)… mi è bastato parlargli un’oretta per riflettere anni rispetto agli spunti che mi ha dato. Come del resto succede a leggerlo quando ha voglia (sempre meno) di scrivere andando in profondità.
Ti stimo tanto…