Sulla prestazione.
Niente da aggiungere. Tutti concordano. Un Genoa orgoglioso e consapevole. Se si fosse trattato di una partita di Champions, Inter contro Skonvissiumniusk, avremmo detto: "Cacchio, questi lituani sono tosti e al ritorno possono vincere". L'unica differenza è che le squadre di Champions, di tutte le latitudini, quando arrivano ai limiti dell'area tirano in porta. È un fondamentale su cui noi, come il 90% delle squadre italiane, siamo carenti. Si preferisce prolungare il possesso palla, a costo di ritornare indietro dal portiere. Noi prendiamo atto con rammarico dei tanti gol subiti con deviazioni. Ma è la conseguenza del fatto che tirano in porta. Se provi a tirare, prima o poi la deviazione decisiva ci scappa. Qui c'è da lavorare.
Abbiamo avuto occasioni, concrete o potenziali, ben distribuite sull'arco della gara. Quelle dell'Inter si sono concentrate prevalentemente nel finale, quando il Genoa si è sbilanciato alla ricerca del pareggio. Aggiungo che anche la reazione dopo il gol subìto è da apprezzare. Decisamente una squadra non rassegnata.
Sulle sostituzioni.
È vero che, dopo le sostituzioni, certi equilibri sono venuti meno. Era inevitabile e credo che fosse, in una certa misura, previsto. Anche noi qua sopra, immaginando la partita, auspicavamo di arrivare ad un finale in pareggio, o sotto di un solo gol, per mettere in campo la qualità e la velocità del trio Ekuban-Cornet-Messias, quando un'Inter un po' stanca si sbilanciava. Purtroppo solo Ekuban, a suo modo, rispecchiava le attese. Messias indisponente e Cornet, a parte un cross, non ne indovinava mezza. Ma il problema non era solo questo. Il vero problema è che, rispetto al nostro "trio delle meraviglie", Inzaghi poteva mettere dentro Chanaloglu, De Vrij e gente simile.
Su Messias.
Lo ripeto, da lui non mi aspetto niente. La volta che va bene può mettere a segno un "colpo", ma ormai è un giocatore da "colpi" sempre più rari. È egoista per natura. Da vedere se si tratta solo di supponenza. Potrebbe anche darsi che sia la frustrazione a favorire certi atteggiamenti. Frustrazione perché la condizione fisica non gli consente di mettere a segno le giocate che la mente concepisce ma che il corpo non esegue più. Comunque sia, il suo apporto in questa stagione rimane fallimentare anche se nel finale dovesse mettere a segno un paio di gol. Quel paio di gol che, statisticamente, sono il suo record su 1500 minuti giocati.
Arbitro.
L'arbitro non ha influito sul risultato, e tanto mi basta. Alle ammonizioni non mi attacco. Io ne darei solo per falli gravissimi o per esagerate perdite di tempo. Immagino inoltre che i giocatori interisti, prima della partita, abbiano chiesto di evitare eccessiva severità in cambio di un comportamento il più possibile corretto in vista di Napoli-Inter.
Nel movimentato finale fischiava tutto, credo per timore di rimanere invischiato da polemiche in caso di pareggio genoano. Si sa che Piccinini non è un cuor di leone e per questo è gradito dai top club.