Pur essendo un ricordo molto personale ed intimo, e trattandosi di Nazionale, lo voglio condividere con voi.
Se guardo indietro nella mia vita sono davvero poche le cose di cui mi pento.
Se invece guardo avanti in quel che resta dei miei giorni, confermo consapevolmente tutte le scelte fatte comprese le recenti, tranne quella di non essere rimasto a vivere a Praga.
Ma c'è un avvenimento di cui mi pento amaramente e sarebbe se si potesse tornare indietro, non ripeterlo mai più come quel lontano pomeriggio di Giugno del 2002.
I miei anziani genitori per darci un sostegno con i nostri piccoli figli, vennero a trovarci a Venezia nella mitica Via dei Ciclamini.
All'epoca scrivevo sulla Bibbia, seppur fossi agli ultimi sgoccioli di tastiera.
Alla vigilia della partita contro la Corea, mi ero già preparato il post della partita dell'Italia.
Come sempre non ho guardato un'immagine del match , lasciando stanza e televisore a mio padre, mentre mia mamma ci aiutava con i bimbi.
Aspettavo solo il fischio finale del mitico Romero per inviare il post, a cui avevo dato un titolo emblematico:
La Giusta Fine.
Nello stesso momento in cui lo vidi apparire nel monitor e ad apprestarmi a leggere le ovvie critiche, vidi mio padre seduto a terra sul balcone di casa, con le mani in quei pochi capelli che gli erano restati.
Fui sadico o solo stronzo quando gli dissi " Papà vuoi che ti legga ciò che ho scritto sulla tua nazionale?"
Mio padre non mi degnò ne di uno sguardo ne di una "mezza parola".
Era ancora scosso non so se dell'eliminazione a causa di Ahn o da Moreno.
Non colsi il suo dispiacere, non mi resi conto che era turbato.
E di questo oggi a distanza di diversi anni me ne dispiaccio ancora.
Non di aver scritto quel post da buon preveggente, ma mio padre a terra sul pavimento del balcone di Via dei Ciclamini dispiaciuto per l'Italia, è una immagine brutta che ho nitida davanti agli occhi.
Gli chiederò appena possibile, se lo fosse per la reazione di quello stronzo del figlio, o perchè non si capacitava ancora dell'arbitraggio di Moreno.
Più che una Giusta fine fu una pessima Fine.
Ianna