edoardo777
Lenin non era nel torto. Ha mancato nei particolari. Ma a meno che non si sia dei Che Guevara, unico politico a rinunciare al comodo potere (forse Garibaldi in modo diverso), il mondo va come deve se non segue la bontà e l'altruismo.

Criscitalebano
Ciao Taliban. Non sono affatto d’accordo, ma siamo qui per discutere “ghe manchieva ancun”.
La scelta del pezzo segna una prima fondamentale differenza, a seguire l’arrangiamento che definire una “brutta copia” della PFM è un complimento al limite della comprensibilità. Ma soprattutto il siparietto finale in mezzo al pubblico manco si trattasse di un classicone sanremese di Loredana Bertè, con tutto il rispetto.
Nel confronto Crêuza eseguita nel rispetto dell’originale, senza fronzoli, vale dieci volte ed equiparare le due performance non lo trovo adiacente alla realtà.
Le paraculate non mi sono mai piaciute e voglio sperare, per me stesso, avrei commentato parimenti a parti invertite.

    4Mazzi Le paraculate non mi sono mai piaciute

    Sanremo è quella roba lì da sempre, con la differenza che ora le cantanti sono tutte belle, con le gambe lunghe e vestite della festa. E anche alcuni cantanti maschi provano a distinguersi denudando il petto, esibendo i tatuaggi o accentuando la propria bruttezza se vogliono spacciarsi per intellettuali. Poi per vincere si prova perfino a speculare sulle malattie dei figli o delle madri. Francamente De André lo avrei lasciato fuori da quella fiera delle illusioni. Se proprio si voleva fare una scelta ligure ma scomoda, meglio portare Bindi, autore di belle canzoni, adatte al filone nazional-popolare, perseguitato dalla RAI. Così, tanto per ricordare. Ma alla fine chi se ne frega. Molti di quelli che stimo, tra cui Faber, non ci sono mai andati a Sanremo. E qualcuno di quelli fuori posto in quel bailamme ci ha lasciato le penne.

    PS. A un ragazzo alla sua prima esperienza (non ricordo il nome, ma tipo apparentemente non allineato), l'intervistatore ufficiale ha chiesto, sperando di alimentare il tasso di autocelebrazione dell'Evento, quale fosse la cosa che più lo aveva emozionato al suo primo festival. E il ragazzo ha risposto: "Che da tre giorni mangio gratis".
    Ogni tanto si ritorna coi piedi per terra.

    Criscitalebano per me banalmente entrambi han portato qualcosa di noto: Bresh senza velleità di classifica, come omaggio fine a sé stesso, Olly senza porsi troppo il problema di replicare Faber alle orecchie degli appassionati ma per renderlo apprezzabile a chi vota.

    • Genoasi ha risposto a questo messaggio

      mashiro
      Resta il fatto che l’approccio di Bresh, al di là dei colori, è oggettivamente più apprezzabile

      • Zatopek ha risposto a questo messaggio

        Ho apprezzato Bresh per come si è approcciato AL festival in generale e per il brano di Faber nel quale l'ho trovato rispettoso, intelligente nel lasciare spazio a Cristiano (che a me non piace) e semplice nel metterci la sua voce che imho è caratteristica, "arriva" come si dice in gergo.
        Olly l'ho apprezzato nel brano in gara e molto meno nella cover, un po' troppo sopra le righe nel finale rispetto al pezzo che stava eseguendo e per il quale avrei gradito una diversa interpretazione.
        In generale trovo Sanremo cambiato in meglio ultimamente e se da 75 anni sta lì tra le pieghe di un giornale o le pagine di un sito, tra le righe di una critica e i microfoni delle radio, tra i dogmi del governo di turno e le proteste improvvisate, tra i sogni da ragazzini e le paure da grandi (dalla banale stecca ai problemi di vita di ognuno che sale sul palco e che li mette in musica) vorrà pur dire che alla fin fine piace, muove soldi e audience ma che è anche parte della nostra tradizione e occasione di ricordo di tempi passati, momento di condivisione e che da spazio libero alla critica.
        Posto che abbia senso farla😉
        ForzaVecchioCuoreRossoblu

        Ah una nota: nel giudizio su Bresh chi non l'ha vista in diretta o in replica integrale: su RAI play c'è solo la versione buona che però è la terza, un pò di magia negli occhi di Bresh si perde🙂

          GrifonRoma
          Grifo, io mi allenavo in pianta stabile con la prima squadra ed ero pure andato in U19 (italiana), poi mi sono spaccato ed è stata probabilmente la mia fortuna.
          Non avrò giocato partite ufficiali col Genoa, ma ho avuto una vita ricca, bella, piena di soddisfazioni e -credimi- non ho alcun rimpianto.
          Per questo, io penso tu non debba vedere tuo figlio come una tua ‘estensione’, ma come un dono che hai e che potrà seguire ogni sogno, passione e strada che la vita gli potrà regalare.
          💪🏻🙏🏻♥️💙

            Jena poi mi sono spaccato ed è stata probabilmente la mia fortuna.

            Commento interessante, mi piacerebbe sapere perché senti che questa sia stata la tua fortuna. Questione di sliding doors della vita o ritieni che se tu fossi diventato un calciatore professionista non avresti avuto la vita che volevi?

            • Jena ha risposto a questo messaggio

              Jena ciao, la situazione va metabolizzata siamo ad appena 20 giorni, debbo dire che quel tarlo però mi è rimasto sempre pur avendo avuto una vita ricca di soddisfazioni, quando la domenica vedi stop in gradinata o passaggi sugli stinchi non ti viene un pensiero di cosa avresti potuto fare senza infortuni? Mio figlio è sereno dimostrando una maturità che invece io non ho, farò tesoro di quanto hai scritto grazie

              Jena
              È un argomento a cui tengo e che vale per tutto ciò che siamo e facciamo.
              Purtroppo l'immedesimarsi o il ricoprire i ruoli è uno dei limiti che ammorba l'essere umano. Peraltro in maniera subdola toccando anche i sentimenti più nobili.
              Da genitore in un certo senso 'consapevole' ricado talvolta in immedesimazione, ruolo, soprattutto con mio figlio Samuele. Proprio dove dovrei fare un passo indietro vigile a volte ne faccio uno in avanti che va a mischiare le sue carte in tavola della sua esperienza. Nel caso di GrifonRoma è facile unire le due esperienze perché similari. Della carriera m'importa na sega (cit.) e di quella mai mi importera' ma ognuno di noi ha i suoi talloni d'Achille, per rimanere in tema, coi quali misurarsi. Porsi domande nel lasciar libero l'altro, chiunque esso sia. Questo credo sia un buon atteggiamento soprattutto per un genitore. Io credo che ognuno abbia la propria strada e le casualità difficilmente casuali. Credo che dobbiamo camminare a fianco dei nostri figli donandogli la nostra presenza.

                MAU69 bellissimo pensiero che, da genitore di un bambino di dieci anni, cercherò di tenere a mente. Grazie per averlo postato.

                AleR
                Te ne parlerò de visu al prossimo rendez vous a Lugano 😉

                MAU69 Credo che dobbiamo camminare a fianco dei nostri figli donandogli la nostra presenza.

                Belin Maurizio che argomento: il più difficile.
                I figli ti vogliono come sei o, meglio, come ti hanno percepito fin da piccoli. Esserne consapevoli consente di alternare conferme e riflessioni. Guai a pensare di essere “amici” dei propri figli, non cercano in te un amico ma un riferimento sul quale riflettere se stessi in un eterno confronto. Guai a renderti non riconoscibile.

                Conta l’esempio.

                Non ci sono ricette, l’unica cosa davvero importante è il dialogo e consentirgli di parlare senza abbiano la sensazione di essere giudicati. Dal momento in cui lo fanno sei già al 90% del “lavoro”.

                Purtroppo, come in tutte le cose della vita, puoi fare le cose giuste per vedere le cose andare male… ma se fai le cose sbagliate difficilmente andrà bene.

                Fare figli è un gesto sconsiderato di insano ottimismo… in grado di renderti un uomo (o una donna) completo ma anche di tirarti per i piedi davanti a uno specchio spietato, nudo come un verme: non sempre l’immagine riflessa risulta gestibile. In caso negativo sono uccelli per diabetici.

                  4Mazzi
                  Sì Massimo, credo sia proprio così. Mio figlio mi ha chiesto cos'è il razzismo, avendolo sentito a scuola, pur non avendo quasi mai parlato con la mia compagna dell'argomento pur avendo entrambi l'opinione più che netta.
                  Mi fece ridere qualche mese fa che senti' per le scale un tipo, palesemente xenofobo, e mi disse sottovoce: "papà, ma questo è razzista, vero?".