Due buone notizie da Cagliari. La prima è il ritorno di Malinovskiy, la seconda è il punticino arrivato, come spesso, da un'altalena molto strana. Mi spiego: un 45 minuti anonimi, finiti 0-1, e poi una mezzora di ottimo calcio, con pareggio e gol della vittoria sprecato, fino ad arrivare ai previsti 10 minuti finali di sofferenza, quando il Cagliari mette in campo i suoi pivot, spara palloni a casaccio per le loro teste e costringe Vasquez al solito salvataggio decisivo nell'ultimo minuto.
La partita diligentemente preparata in settimana da Vieira finisce al 20mo del primo tempo. Il tecnico francese, quando ha deciso di schierare Norton Cuffy e di affidargli l'incarico di ultimo uomo a presidio sui corner a nostro favore, si è dimenticato di spiegargli che questo è il campionato di serie A e non Giochi senza Frontiere. Così il ragazzo che già si era distinto come brocco nella sua prima comparsa da titolare ha cincischiato intorno a Piccoli sul ribaltamento di fronte anziché abbatterlo come è dovere di chi occupa quella posizione. Gli ha così consentito di servire Viola il cui tiretto innocuo verso la porta ha beneficiato di uno scivolone di Leali e si è insaccato. Da quel momento il Cagliari ha cominciato a perdere tempo, ma anche ad alzare il ritmo quando aveva la palla tra i piedi con la conseguenza che i posapiano del Genoa si raccapezzavano poco. Solo a primo tempo scaduto c'è stata una mezza occasione di Ekuban in mischia. Il 343 di Vieira in fase di possesso perdeva efficacia per l'assoluta latitanza della catena destra, dove il già citato Norton e un inedito Ekhator non ne indovinavano mezza. Con una conclusione per parte, più un gol annullato per fuorigioco, si concludeva il primo tempo. La differenza la faceva la circostanza che la conclusione del Cagliari era finita in gol. Per il resto il Genoa confermava i limiti di manovra noti, soprattutto l'incapacità di velocizzare il gioco con tocchi di prima. Il solito gran lavoro di Frendrup veniva vanificato dal fatto che, se la palla finiva a destra, veniva regolarmente persa e se finiva a sinistra Martin e Miretti la lavoravano come i pizzazioli quando impastano e il ritmo si adeguava ai suggestivi "lenti" degli anni 60 su cui si limonava alle festicciole casalinghe con la voce di Neil Sedaka. Crying my Hart out for you: tanto da piangere anche guardando la partita.
Si sprecano pagine e grandi discorsi sulle tattiche, ma alla fine il calcio è soprattutto cabala. Infatti basta togliere dalle balle Norton-Cuffy e, prima ancora di vedere i confortanti effetti di questa decisione, pronti via e il Genoa pareggia. È merito di una sgroppata irresistibile di Ekuban che serve a Cornet il pallone da spingere in rete.
Siccome (lo giuro) si gioca meglio sull'1-1 di quanto si giochi sullo 0-1, il Genoa comincia a giocare bene, per la gioia dei veri genoani, con manovre aggiranti che mettono in grave difficoltà la difesa cagliaritana. DeWinter sbaglia un gol clamoroso, provando a spizzare di testa una palla che se la colpisce dritta di fronte spacca la rete. Escono Badelj e l'Ekubano, per Masini e Pinamonti. E su quest'ultimo non viene fischiato un rigore difficile da dare ma che a me è sembrato evidente. Ancora pressione del Genoa, nel quale Cornet, invidioso di Messias, si infortuna secondo copione. A niente approda il forcing finale del Cagliari, dove tutti truzzano come caproni.
Vedremo con quanti attaccanti sopravvivono per la partita casalinga col Lecce. Non ho capito se Ekuban è uscito per infortunio. Ekhator irriconoscibile e nullo. Bene tutti gli altri, titolari e sostituti, soprattutto dopo l'intervallo.
Arbitro tutto sommato bravo, a parte il rigore, che in campo nel dubbio non si fischia mai, ma sul quale doveva intervenire il VAR.