I deliri onirici scaturivano da una risposta di Alfredo, su altro thread, dove affermava “la politica sta al di sopra della coscienza” e dalla provocazione di Oliviero Toscani sui ragionieri laureati alla Bocconi (per inciso non ho studiato lì dove semmai vado ogni tanto, su richiesta, in ben altra veste).
Vi dicevo di Harari (cit) “se distorcete troppo la realtà, vi indebolirete e non sarete in grado di competere con rivali più lucidi. D’altro canto, non potete organizzare masse di persone in maniera efficace senza fare affidamento a qualche mito fantasioso. Se rimanete aderenti a una realtà purissima, senza confonderla con qualcosa di immaginifico, poche persone saranno disposte a seguirvi”. Sottoscrivo.
Un ospedale, come lo Stato, ha bisogno di costruzioni ideali ma funziona (come l’Egitto dei Faraoni) come somma di procedure distinte e frammentate che abbisognano delle competenze di decine, centinaia o migliaia di persone che nemmeno si conoscono. Mattarella è a capo di un’organizzazione burocratica, caro Alfredo, e la burocrazia è una cosa serissima con il solo difetto di avere bisogno di narrazioni fantasiose per stare in piedi… le nostre amate “parole”. Le organizzazioni sono fatte di persone ma sono impersonali e si auto proteggono.
Capisco come il tutto possa sembrare cinico, ne pretendo tu lo condivida, ma personalmente ritengo funzioni così.
“Il linguaggio scritto può essere ritenuto uno strumento modesto per descrivere la realtà, ma nel tempo è diventato mezzo assai potente per rimodellarla.”
Il mito attuale che tiene in piedi le strutture burocratiche degli Stati occidentali è la “libertà” degli individui, economica e civile, come un tempo furono gli dèi Greci, i faraoni e i monarchi. Religioni, epopea cavalleresca e dottrine politiche figlie della Rivoluzione francese le sovrastrutture immaginifiche.
Sulla spiritualità, caro Alfredo, non ho risposte prêt-à-porter … troppo complicato. L’interazione tra le tre dimensioni che citavo nel delirio di ieri, generano pulsioni emotive molto complesse. Come diceva Faber, visto che non ti stufi, “se Dio non esistesse bisognerebbe inventarselo il che è esattamente quello che ha fatto l’uomo da quando ha messo i piedi sulla terra”… sostituisco arbitrariamente “spiritualità” a “Dio”, pur consapevole della superficialità della mia miserrima considerazione relativista.
Molto affascinante e profonda, al solito, la riflessione di Edo su genio e talento.
“Il talento è pervicace, costante e produce risultati concreti, perché è limitato. Il genio è dispersivo e fondamentalmente attratto dall'inutilità. Per questo chiamiamo genio il talento. Il talento lo vediamo e quasi sempre ha le stimmate del successo. Il genio è nascosto, invisibile, inappagato, e se la ride.”
Hai perfettamente ragione mio carissimo isolano, ma il confine è sottile. Il genio se ne fotte dei risultati, spesso li rifiuta prendendosi beffe della realtà oppure comprendendola talmente a fondo da disperarsene fino al suicidio.
Quello che ne fa il sapiens è invece molto chiaro: elegge sia il talento che il genio a brand… per vendere milioni di scarpe, dischi, quadri, libri e magliette anche postumi per racimolare moneta.
Scrivi, commuovendomi, di “persone apparentemente allineate ma che nell’intimo ragionano così”: separare il funzionamento dell’organizzazione burocratica, Genoa compreso, dalla costruzione immaginifica che lo sostiene è doveroso se parliamo di cose concrete.
Diversamente Gilardino diventa scarso anche se fa duecento punti perché non risponde all’ideale di allenatore del Genoa da parte di chicchessia.
Nelle organizzazioni burocratiche ci lavoro, mantengono la mia famiglia cosa che mi consente di vivere levandomi qualche soddisfazione materiale di cui non mi vergogno affatto, visto il culo che mi faccio cercando di non prevaricare nessuno. Ne conosco le logiche e provo, con grandissimi insuccessi e frustrazione, a contribuire qui sopra a spiegarle per cosa sono e come funzionano.
Le reti umane costruite in nome di entità fittizie – gli dei, le nazioni, il Genoa CFC Spa – valutano se stesse dal loro punto di vista. La religione se applica i “comandamenti”, la nazione se promuove l’interesse nazionale, il Genoa se gioca stabilmente in serie A con vista sulle coppe.
Qualcuno vorrebbe valutare il Genoa o il QdM sulla base dei suoi “ideali”, magari buttando bromuro sulle cose che materialmente funzionano: a questo giochino non voglio giocare e rompo il belino. Non tanto perché avrei problemi a trastullarmi con gli ideali in C – cosa ampiamente vissuta – ma in quanto faccio davvero fatica a confondere i due piani di cui uno (quello ideale) non si alimenta certo di ulteriori sconfitte di cui ho i coglioni pieni.
Purtroppo, come direbbe Mau, abbiamo il nostro Karma e rischiamo di tornare nella bratta se non troveremo in fretta una soluzione sulla proprietà: non per questo dobbiamo confondere i prestiti con gli acquisti o fare di Spors un feticcio manco fosse Tutankhamon.
Un carissimo abbraccio a entrambi. Evviva QdM e sempre forza Genoa