Bortolazzi
"👏👏,come sempre,disamine impeccabili e condivise le tue(se me le mettessi nero su bianco,rischierei l'esondazione su alcuni temi che hai trattato, rischiando il ban,nonché l'intervento dei servizi segreti a casa..).Aggiungo solo che quello descritto da te riguardo la componente politica,per me è iniziata nel 94'quando qualcuno appropriandosi di uno slogan per fini politici,derubo imho della possibilità di mantenere il tifoso in buona parte di noi. E nel mio caso, la finale di Pasadina,la vissi più da nemico che da simpatizzante.."

Ianna
"Tra l'altro il fenomeno di costume da te esposto, curiosamente è stato visto al microscopio,negli anni 90'ma riscontrato però nella discarica calcistica cittadina..(quelli che,nazionale di merda,Vicini merda fai giocare Vialli e Bobby gol..)"

Ianna "Mi interessa vedere solo se gioca retegui"
Come se fosse italiano e anche lui non sul piede di partenza.

Leggevo - non so se è vero - che per la prima volta nella storia del Genoa un suo giocatore scende in campo nella fase finale di un Europeo. Non dovrebbe essere anche quello un motivo di orgoglio, o un motivo in più’ per guardare la partita della Nazionale?

Circa il fatto che Retegui sia italiano, caro Pasquale, non so se hai notato ma il mondo è cambiato un pochino dagli anni 30, tra l’altro gli oriundi ci sono sempre stati in tutti gli sport, per cui un giocatore è considerato italiano persino se non parla bene l’italiano, non conosce la seconda strofa dell’inno o, come direbbe Vannacci, se ha caratteristiche somatiche che non rispecchiano lo standard medio italiano 😂.

Forza Repubblica Ceca!

    Bortolazzi
    Mario come sempre impeccabile nulla da dire.
    Bravo.
    Aggiungo solo per la parte politica che tutti dei successi sportivi se ne sono appropriati.
    Dal successo contro l' Inghilterra dove Bonucci divenne ministro dell' interno per un giorno, fino a recentemente la Ducetta per l'austriaco e addirittura per la nazionale di rugby.

    Ad Andrea che ringrazio per avermi letto e risposto, ricordo che non ha smentito la mia tesi del genoano da salotto,e che volendo gli basta un click per passarmi oltre.
    Del suo consiglio ne farò buon uso a mia discrezione.
    Ciao.
    IannA

    AleR
    Mi sembra che un paio di giorni Mashi in un post esemplare, elogiava e faceva notare le vittorie di alcuni atleti italiani di seconda e terza generazione,nati e cresciuti in Italia e con origine e tratti somatici diversi dal patriota italico.
    A questi se ce ne fosse bisogno ( confermi il fatto che mi conosci solo virtualmente e meno male), il mio plauso e ammirazione totale.

    Quindi seppur terrone e vivendo nel ricco nordest qualcosa in 35 anni la ho notata e forse appresa.😅

    Quindi restituisco al mittente la velata e simpatica affermazione di non cogliere 😂

    Ora se mi scrivi di oriundi riferito a lontane e remote parentele di zii e nonni del secolo scorso, in brasile argentina ed Etiopia, non è attendibile come Jorginho e Emerson Palmieri e anche Retegui,che di italiano hanno forse solo il nome e appunto una parentela preistorica.

    Credo che tra i due "fenomeni" ci sia una sostanziale e profonda differenza.
    O no?

    Infine ti chiedo:
    Se Retegui non giocasse nel Genoa lo seguireste perché è italiano o oriundo?
    Io tra i tanti difetti non sono ipocrita e la descrizione del genoano medio è quella che ho descritto e sono certo che sia così.
    Basta aspettare la vittoria della Croazia 😅
    Ti regalerò un collage genoano e di tutti gli altri tifosi nessuno escluso.😋

    Ho scritto troppo oggi e lascio il tutto altrimenti stanco nella mia noia e ripetitività'.
    Trovate un altro pollo da spennare😂
    IannA

      Ianna

      😂😂😂 d’ora in poi ti chiamerò… Generale Ianna(cci) 😂
      Ma è ovvio che le varie nazionali si accaparrano stranieri talentosi per semplici motivi di convenienza sfruttando le più remote parvenze di italianità, basta farsene una ragione senza pretendere che si imparino a memoria l’inno, con tutto che sogno un mondo senza eserciti e senza confini, per cui sai cosa me ne interessa dell’inno…si vede che non mi conosci di persona 😂😂😂

      • Ianna ha risposto a questo messaggio

        AleR
        Accetto sia il nomignolo simpatico e molto, che l'ultimo capoverso.😂
        Come vedi sono molto più tollerante di quel che si dice in giro.
        Basta sapermi prendere😄
        Ianna

        Polonia Olanda per la Polonia ha segnato Buksa 😱😱

          edoardo777
          Questa è fantastica🤣C'è poco da fare sei un numero uno assoluto🤣🤣🤣🤣
          Sono comunque curioso di vedere quanti ne hanno così forti, lì in mezzo, a questo punto.
          ForzaVecchioCuoreRossoblu

          Bortolazzi

          Tutto molto condivisibile Mario.

          Mi permetto di aggiungere un solo concetto: il trasporto verso la nazionale è molto legato ai protagonisti in campo. Fino alla prima metà degli anni 80 (prima del Berlusca sostanzialmente), i calciatori non erano affatto prime donne e, pur guadagnando, finivano la carriera con tre appartamenti e il tabaccaio per garantirsi un introito post carriera.
          Questo almeno per i molti, al netto di una manciata in grado di continuare allenando.

          I famosi oriundi si fermavano a vivere in Italia, basti pensare a gente come Sivori e Altafini, finendo la carriera avendo indossato un paio di maglie.

          Hai citato l’ imperitura formazione dell’82: Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Altobelli/Graziani, Antognoni, Rossi.

          Nove undicesimi (tolti Collovati e Rossi) sono stati simboli autentici delle squadre di appartenenza, simpatiche o meno con riferimento al blocco Juve.

          Dal punto di vista del trasporto fa tutta la differenza del mondo secondo me rispetto a figli e nipoti del Sig.Bosman avvezzi a mollare qualsiasi origine per scroccare contratti milionari inchiappettando le squadre d’origine “a scadenza”. Solo per fare un esempio, come si fa ad affezionarsi a Gigio Donnarumma? per la verità questo vale pure per il Genoa e rimango perplesso quando, ad esempio, non trovo condivisione se commento negativamente la scelta di Thiago Motta (legittima, per carità, ma particolarmente abrasiva dal mio modesto punto di vista).

          Concludo affermando che “accusare” l’Italia di utilizzare forza fresche non autoctone appare francamente ridicolo, essendo la nostra nazionale l’ultima ad arrivare a questa soluzione dal momento in cui Germania e Francia, ovvero le nazionali più vincenti degli ultimi anni con la Spagna, sono zeppe di calciatori provenienti da ex colonie oppure stranieri belli e buoni senza neppure il bisnonno di Sestri Levante come il tanto vituperato Retegui.

          Non oso paragonare la nazionale italiana al Genoa… se perde mi spiace ma senza farmene un cruccio, ok; però la tifacchio moderatamente senza imbarazzo alcuno . Nelle eliminatorie dei massimi tornei me la guardo in modalità “supporter”. Perché se giudico mi faccio mille problemi, ma se confronto non è che glia altri hanno troppo da fare gli splendidi da ogni punto di vista.

          Alcune partite, come contro Francia, Germania e Olanda le sento particolarmente e quando li purghiamo godo come un riccio anziché no 😉

            4Mazzi affermando che “accusare” l’Italia di utilizzare forza fresche non autoctone appare francamente ridicolo

            Esattamente, ridicolo come altri j’accuse insensati e solo fini a se stessi

            4Mazzi Alcune partite, come contro Francia, Germania e Olanda le sento particolarmente e quando li purghiamo godo come un riccio

            Idem 😉

              4Mazzi Fino alla prima metà degli anni 80 (prima del Berlusca sostanzialmente), i calciatori non erano affatto prime donne e, pur guadagnando, finivano la carriera con tre appartamenti e il tabaccaio per garantirsi un introito post carriera.

              Cento per cento d’accordo. Poi aggiungiamoci che nel 78 avevo dieci anni e nell’82 ne avevo 14, per cui quelli erano gli eroi della mia infanzia e tutto il mondo attorno alla nazionale e al calcio riverberava in modo più profondo nella mia testa di ragazzino…

              Genoasi

              In generale, io trovo singolare non guardare gli europei o i mondiali a prescindere dall'Italia. Ci sono partite interessanti e squadre più o meno simpatiche. Agli europei di atletica o alle olimpiadi, per esempio, l'interesse non era legato ai risultati degli italiani. Adesso forse sta cominciando una deleteria sindrome Sinner anche il atletica grazie a certi risultati degli azzurri, ma fino all'altro ieri io (e penso molti altri) ero solo curioso di vedere atleti di ogni parte del mondo e le loro performance. In certe gare femminili, lo confesso, il mio maggiore interesse era per le inquadrature di presentazione prima dell'inizio delle gare. La bellezza plastica dei corpi nell'antica Grecia era una sorta di religione, quindi mi sento in buona compagnia.
              Concordo che un maggior interesse, se non tifo, è spesso collegato ai giocatori più rappresentativi. Credo che l'ultimo sia stato Baggio, per il quale tifavano perfino stranieri di mia conoscenza. Oggi è più difficile per le ragioni che ben ha espresso 4Mazzi e per le speculazioni sui campioni di copertina, buoni per far vendere merendine.
              Quanto alla "italianità" dei giocatori, sono argomenti che lascio ben volentieri ai Gasparri di turno. A meno di usarli per il menaggio. Un ricordo.
              Nel 2000 mi sono trovato al tavolo di una riunione molto formale subito dopo la vittoria della Francia agli europei. La riunione aveva luogo vicino a Nimes, in uno dei prestigiosi complessi di Listel, che è il maggiore produttore di vini francese (60 milioni di bottiglie all'anno di gris de gris), non per qualità ma per quantità. Listel è anche proprietario di enormi estensioni di terre selvagge sulle lagune della Camargue, tra saline e cavalli. Io ero lì, accompagnato dalla mia équipe tecnica, per definire gli accordi in vista dell'autorizzazione a girare parte di un documentario in alcuni territori delle saline interdetti alla presenza umana. I francesi di Listel erano molto cool, come sono quasi sempre i francesi. In attesa di cominciare la riunione è iniziato un cazzeggio sulla finale vinta, soprattutto dopo che hanno scoperto che il mio cameraman e il mio tecnico del suono erano italiani. Inutile dire che i francesi in giacca e cravatta hanno subito assunto un tono piuttosto supponente nei confronti dei miei due colleghi in jeans e gilet da cacciatore. Io, zitto. Ad un certo punto il semidio di Listel mi tira in ballo, come svizzero neutrale. "Sentiamo cosa ne pensa uno Svizzero della vittoria della Francia".
              Esito un attimo chiedendomi se sia il caso di mordermi la lingua, ma poi, ragazzi, una buona battuta vale anche la morte.
              E solennemente dico:
              "Credo che sia un fatto epocale, di grande rilievo..."
              Espressioni compiaciute dei francesi. Proseguo.
              "Infatti è la prima, e forse ultima volta, che una squadra africana vince gli europei".

              Silenzio imbarazzato.
              Mi sono gocato i bonus, ma il documentario l'ho girato lo stesso.

              D'altra parte due o tre giorni dopo, intervistando un enologo di Listel di origine spagnola, alla mia domanda su come si viva in quella terra di frontiera (la Camargue), il personaggio mi risponde: "Si vive molto bene, anche perché qui siamo in Francia, ma i francesi sono pochi".