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Ciao grande Borto. Ci sarebbero molti distinguo e commenti sul tema Preziosi e l’evoluzione della sua attitudine. Mi limito a dire che, a mia modesta opinione, le bizze della piazza sono state una mera scusa rispetto all’affermazione di una volontà precisa da parte sua, talmente smaccata e pervicace da rivelarsi un danno per se medesimo. Mi fermo e ne riparleremo in altro contesto.
Diverso è il discorso sulla richiesta di informazioni in generale: non è questione di livore o altro. I piani industriali sono la prassi nella gestione di qualsiasi azienda. In quelle quotate un obbligo a tutela degli azionisti, nelle altre di dipendenti, fornitori e creditori. Gestire in modo trasparente, da non confondere col divulgare informazioni riservate, é una prassi di buona gestione e dovrebbe essere ritenuto un dovere da parte del top management nei confronti della proprietà o di quest’ultima per i clienti e gli altri stakeholders citati.
Temere reazioni dalla piazza in questo senso è comprensibile ma irrazionale perché diversamente le reazioni non sono gestibili e si basano su illazioni e guerre interne (o esterne) che diventano più pericolose, e di molto.
Se, per esempio, dichiari l’auto finanziamento la cosa non può piacere. Non perché non si sia abituati al pane duro ma perché banalmente la situazione non consente di finanziarsi senza depauperare la squadra se l’obiettivo è rientrare dal debito.
Se invece il debito non vuol essere assorbito o, come nel caso di Preziosi, alimentato fuori controllo il problema che la trasparenza non può sussistere, punto.
La gente ragiona più di quanto si creda, a patto sia consentito di ragionare. Nell’incertezza prevalgono delinquenti e lacchè, cosa che andrebbe evitata. Le cicatrici della storia recente non lo consentono e, nel mondo moderno con tutti i difetti, la gestione padronale non funziona.
Questo indipendentemente da Preziosi, Blasquez o Suçu: é il mercato che ti punisce. Nel nostro caso i calciatori, le altre società, gli agenti etc.
Operare seriamente attrae, essere malmostosi respinge e nel medio periodo le cose tornano pur nella consapevolezza dell’ aleatorietà del calcio. É un fatto “tecnico” non un opinione come potrebbe essere il gradimento per questo o quello se trattasi di giocatori o dirigenti.