Greif1957
Il concetto "lingua difficile" è piuttosto relativo. Tu hai spiegato molto bene le difficoltà del tedesco, le cui regole sono rigide, e questo è un vantaggio per chi studia. È anche vero che è una lingua in cui non puoi raggiungere il livello "buono" grazie al fatto che vai a letto con una tedeschina, a differenza, per esempio, dell'inglese o dello spagnolo. La pronuncia del tedesco sembra impossibile, ma se uno è minimamente intonato, non toscano o romano e non schizzinoso sulle scatarrate non è così difficile. Per dirne una, il francese è la lingua più ostica nella pronuncia per gli italiani, soprattutto da La Spezia in giù e da Brescia in là e anche una delle più ostiche al mondo se aspiri a una pronuncia perfetta. Seguita, tra le maggiori, dallo spagnolo, se vuoi orientarti al meglio tra le J, le H e le G ad inizio parola. L'inglese invece basta che impari bene la pronuncia dell'alfabeto e si pronuncia come si scrive, provare per credere.
Rimane però un interrogativo, che giro a Sunnyboy. Perché sforzarsi di imparare la lingua meno parlata al mondo? Ancor meno dell'italiano? Uno dei segreti della grande espansione economica tedesca, oltre al fatto che la Germania ha perso tutte le guerre del Ventesimo secolo, ma ne è uscita sempre con i baroni dell'industria siderurgica e bellica intatti nella loro potenza, è dovuta al fatto (detta da loro) che siccome la loro lingua è poco parlata, hanno investito molto sullo studio delle lingue estere. In ogni azienda tedesca, soprattutto nel settore commerciale, è normale che ci siano dirigenti che parlano correntemente non solo l'inglese, lo spagnolo e il francese (nell'ordine le lingue più usate nel dopoguerra), ma l'italiano per chi opera sul mercato italiano, il greco per chi opera in Grecia, il russo per chi aveva contatti con la Russia e così via per l'area slava e le lingue nordiche. Praticamente in ogni paese d'Europa c'erano (e ci sono) businessmen tedeschi perfettamente pratici delle lingue locali e pertanto facilmente inseriti nella vita sociale, in base al concetto che si fanno migliori affari a cena che in ufficio. Ho conosciuto tedeschi che parlavano molto bene il danese, che è una lingua pazzesca che conviene non studiare ma imparare a orecchio, perché non c'è nessun nesso tra ciò che si scrive e ciò che si pronuncia. O anche il l'ungherese e il basco, idiomi di nicchia e dall'origine storica misteriosa.
Insomma, a meno di voler leggere Kant in originale, che equivale a una sorta di autolesionismo tipo portare il cilicio, forse meglio buttarsi su lingue esotiche ma stimolanti. Personalmente consiglio lo svahili, "lugha changa, rahisi na ya kuvutia" (lingua giovane, semplice, affascinante). Secondo Freddie, in tre mesi si impara.