4Mazzi
Allora Massimo,
in una nottata di tensioni per la dipartita del centravanti “all’antica”,
come promesso rispondo sui tuoi diversi temi e stimoli dell’ultimo post.
Esiste, a mio avviso un difetto di origine nell’uso della parole, della ricerca delle radici del loro significato, cioè di quel che realmente esprimono. Nel tempo perdono valore e si deformano assumendo altri contenuti rispetto all’originale, talvolta distanti anni luce.
La parola Dio non solo non fa eccezione, ma è esemplificativa.
Prima di proseguire, un breve inciso personale, per capirsi.
Da alcuni decenni non ho più interesse alle domande “esiste” “non esiste”.
Non lo so, non posso saperlo per cui non mi interessa più la questione, naturalmente nel rispetto delle certezze altrui.
Discutendo invece senza pre-concetti e/o pre-giudizi, solo da un punto di vista culturale, con un pensiero il più libero possibile, se non si distingue nettamente l’idea dell’esistenza o meno di Dio ( o i concetti di spirito o anima per tornare a temi di qualche post precedente) dalla storia,trascorsa ed attuale,delle varie religioni, non si giunge da nessuna parte.
Un cosa è la persona, dal primitivo a noi, che ragiona della sua origine, dell’esistenza di se stessa e di ció che la circonda, cercando di percepire una qualche ragione o anche emozione.
Altra roba è quando si inventa una tipologia specifica di padrone dell’universo, con regole di vita pseudo divine da rispettare e far rispettare, con omaggi di vario genere, venerazioni, adorazioni, riti, dogmi, precetti e quant’altro potremmo scrivere.
Ed altra roba è come tutto ció si trasformi in potere, o direttamente esercitato ( stati variamente confessionali), o come supporto allo stesso, in quanto ogni potere ha necessità di avere autorità e di controllo sui sudditi e le religioni sono sempre state strumenti essenziali.
Nietzsche stesso per affermare che l'idea di Dio non è più fonte di alcun codice morale o teleologico, svolge un percorso dinamico.
Interessante, ad esempio, il suo studio approfondito sulle tesi di Tolstoj, che in un primo tempo aveva considerato un cristiano conservatore
Poi legge le tesi di Tolstoj riguardo la netta contrapposizione tra il pensiero originale di Gesù Cristo e la dottrina elaborata dalla Chiesa cristiana lungo il suo sviluppo storico, nella quale lo stesso dimostra che in realtà nello sviluppo storico si è realizzata piuttosto la radicale deformazione di quel pensiero.
Quando Nietzsche inizia a lavorare sul libro di Tolstoj. leggendo attentamente le affermazioni le sviluppa e vi è un drastico cambiamento nella sua comprensione della storia del cristianesimo e soprattutto nella sua valutazione di Gesù Cristo in antitesi alla dottrina ecclesiastica.
Giunge ad affermare:
«Se non si comprendesse che la Chiesa non è soltanto la caricatura del cristianesimo, ma la guerra organizzata contro il cristianesimo” e come Tolstoj definisce il Cristo il «santo anarchico», orientato, scrive,verso l’«elevazione» dell’uomo, e non verso «il decadimento e la malattia».
Tutto questo per dirti quanto anche per un nichilista, non credente, sia fondamentale distinguere fra il pensiero e la sensibilità di ogni singola persona e la sudditanza, mentale e talvolta fisica, alle “norme di Dio”.
Fatta questa distinzione al fine di non restare solo agli aforismi o in superficie, torniamo comunque all’uomo che diviene Dio di sé stesso, sempre secondo Nietzsche.
Tale passaggio per essere vero e realizzarsi presuppone un’ulteriore variabile, e con essa una riflessione, che riguarda la libertà.
Se ti liberi da un giogo,per consegnarti ,o essere consegnato, ad un’altro non sei libero.
La libertà non è solo la porta di una gabbia che si apre, ma è sapere che farsene dello spazio esterno.
“La dittatura dell’umanesimo non si limita all’estetica: in economia diventa “la volontà del consumatore”.
La volontà del consumatore come sinonimo di libertà è un falso mito.
L’etimologia del verbo consumare è “consumere”, per cui composto con il verbo latino “sumere” che è prendere, come “consumere” è anche divorare, esaurire.
I termini dicono già molto sui significati.
In quel capolavoro geniale del cinema che è il “Senso della vita” dei Monty Python, il capitalismo è impersonato da un uomo oltremodo obeso, che mangia per ore, senza tregua,in un ristorante, stimolato dai camerieri, fino ad esplodere, in una scena incredibile ed indimenticabile.
Quel tipo era un uomo libero perchè consumava cibo?
Uno psichiatra ci risponderebbe che aveva una grave dipendenza dal cibo.
Cioè l’essere umano che non è più ( solo) dipendente da un dogma religioso, fatto passare come una scelta personale di fede,ma da altre dipendenze ,fatte passare come libere scelte della vita, nella nuova religione del consumo.
La persona autenticamente libera non “consuma” , vive e “manifesto è che vivere ne li animali è sentire vivere ne l’uomo è ragione usare”( Aristotele/Dante).
“L’umanesimo, unito alle dottrine economiche, ha preso strade diverse (ne discuteremo) tra liberalismo sfrenato e socialismo. Ma entrambe hanno il medesimo mantra: la crescita economica alimentata dalla ricerca scientifica consente all’uomo di soddisfare le sue esigenze primarie per dedicarsi al sentire. Dove sta l’inghippo ?”
Certo nell’umanesimo vi è consapevolezza della posizione privilegiata dell'uomo nel mondo della natura.
Ma questo “privilegio”, cioè la coscienza di sè, è altro rispetto alla libertà, che consente di scegliere e non subire dipendenze.
Cioè puoi essere perfettamente cosciente del tuo “essere umano”, ma essere al tempo stesso schiavo.
Allo schiavo è consentito soddisfare alcune esigenze primarie, ma sempre schiavo rimane.
Peraltro non stiamo solo valutando il controllo delle menti, da parte dei sacerdoti antichi e moderni.
Il liberismo ha fallito la sua promessa per cui la crescita economica e ricerca avrebbero “sollevato” l’uomo dai bisogni primari, perchè i fatti ci dicono che 2/3 dell’umanità è povera.
Povertà di risorse primarie, ma anche di risorse culturali e psicologiche ( il lasciarsi vivere), per cui una varia umanità priva anche della possibilità di difendersi e reagire.
L’inghippo, di conseguenza, sta nel fatto che siamo lontani dall’esserci liberati da quell’idea di Dio.
Dio forse non è morto e se è morto è stato degnamente sostituito da un’altro Dio, con altre religioni al seguito, altri dogmi ed altri sacerdoti.
Spero di averti dato almeno una parvenza di risposta.
A presto!